E(li's)booksLa vecchia signora del riad di Fouad Laroui. Recensione

“ Si chiama Hmoudane. Vabbè, chiamiamolo Benoit invece di lacerarci la gola ogni volta che parliamo di lui.”

Il consiglio di oggi è: La vecchia signora del riad di Fouad Laroui

Il libro

È possibile condividere il proprio mondo con qualcuno che viene percepito come completamente estraneo? Questa è la domanda che Fouad Laroui si pone nel raccontare la tragicomica storia di François e Cécile, coppia benestante, progressista e liberale che assecondando un capriccio e inseguendo una imprecisata voglia di libertà lascia di punto in bianco la propria vita parigina per trasferirsi a Marrakesh. Costantemente destabilizzati da cliché e stupore i due “francesi di Francia” riescono, non senza qualche complicazione, a prendere possesso di un riad apparentemente perfetto, una dimora da sogno completamente in linea con le aspettative della coppia. Ed è proprio quando i due sembrano liberi di esplorare la propria idilliaca nuova vita che di nuovo si imbattono nell’inatteso: una silenziosa e coriacea vecchia signora che occupa, senza alcuna intenzione di andarsene, una stanza del loro riad. La convivenza forzata, che costringerà la coppia a confrontarsi con il proprio progressismo di maniera, saprà stimolare il dialogo tra i due mondi?

La mia lettura

La vecchia signora del riad è il mio primo libro di Laroui quindi dirò sicuramente cose scontate, la prima è che il suo senso dell’umorismo è irresistibile, leggere La vecchia signora del riad è puro divertimento, io ho riso forte e non è proprio da me! Il segreto credo stia nel fatto che racconta situazioni così paradossali, grottesche, inverosimili che si finisce per crederle vere soprattutto perché le riconduce all’incontro/scontro tra due culture, la francese e la marocchina.

In La vecchia signora del riad sono due francesi a doversi integrare nella cultura e società marocchina, in Francia ci sono molti marocchini, è abbastanza normale avere colleghi provenienti dal Marocco per cui si darebbe per scontato il fatto di conoscere almeno un po’ la cultura, invece François e Cécile partono con una valigia di pregiudizi e lo shock culturale è inevitabile!

“In Municipio, Cécile chiese discretamente a uno dei

suoi colleghi, di origine marocchina:

sapeva cosa bisognava fare per acquistare un riad a Marrakech?

Abdelkader sorrise, divertito.

– Credi che mi capiti spesso di comprarne uno?

[…]

– No, ma vieni da li…

– In un certo senso. In realtà sono di Tangeri: è a cinquecento

chilometri in linea d’aria da Marrakech. Almeno. Ma

immagino che li si comprino i riad o le case come a Tangeri…

o a Parigi. Ci si rivolge a un agente immobiliare…

Lo interruppe senza riflettere.

– Ci sono agenti immobiliari laggiù?

Abdelkader la guardò un istante, con un lampo d’ironia

negli occhi.”

Ma che differenza c’è tra il disagio di un nordafricano che arriva a Parigi e quello di un francese che arriva a Marrakech? Il primo quasi sicuramente proverà la sensazione di essere invisibile, sarà guardato con indifferenza se va bene, con sospetto se va male, il secondo al contrario susciterà probabilmente curiosità, sarà oggetto di attenzioni che potranno essere scambiate per “minacce”.

L’incomunicabilità tra i due “mondi” che rappresentano i personaggi è raccontata con ironia e in modo leggero nella prima parte de La vecchia signora del riad, Fouad Laroui lo fa utilizzando la lingua che Hmoudane il sensale parla, una lingua che non è arabo, non è francese, è un intricato groviglio di suoni disarticolati che per assonanza ricordano alcune parole in francese ma che creano non pochi equivoci.

“Si diressero verso l’uomo, che s’inchinò cerimoniosamente,

strinse con presa energica la mano del francese e

fece il baciamano alla sua dolce metà.

– Stupifacinte nobil dama, ti la binvinuta sui nostri

lidi, w h’ta ‘nta, missire.

…e si diresse rapidamente verso quello che sembrava essere

diventato, nel giro di pochi minuti, un Oriente molto

complicato. Interdetti, Francois e Cecile lo seguirono.

– Che lingua parla?

– Non lo so. Forse e berbero?”

Il pregiudizio di François e Cécile è chiarissimo, danno per scontato che Hmoudane sia un imbroglione, ignorante e per questo non fanno alcuno sforzo per capirlo, non riescono neppure a pronunciare il suo nome, è più facile cambiarlo! Ecco quindi che Hmoudane diventa Benoit …

Due mondi inconciliabili? E’ questo che vuole suggerire Fouad Laroui? Non credo, forse vuole dirci che inconciliabili sono le società contemporanee, quella francese e quella marocchina, entrambe arroccate sulla posizione del “se sei nel mio paese ti adatti alle mie usanze” e la figura del commissario “Chaâbane “ esprime, a mio avviso, molto bene questo “scontro culturale”:

“Il commissario, che non aveva ancora scritto niente,

guardo Cécile con aria perplessa.

– Strano… Sono due parole che vogliono dire la stessa

cosa? Perchè usate l’una al posto dell’altra?

– No, c’è una sfumatura. Ma non riesco a esprimerla

chiaramente…

– Madame, le intimo di spiegarmi la differenza tra “piccola”

e “minuta”.

– Come sarebbe a dire, che me lo intima? Con che diritto?

– Madame, devo redigere un verbale e deve essere quanto

più preciso possibile. E lei ad aver seminato confusione

utilizzando una parola per un’altra.”

Il modo che sceglie Fouad Laroui per “riabilitare” il Marocco, per far conoscere la cultura e la storia ai due francesi è inserire una seconda storia, una storia nella storia che fa riferimento a eventi storici reali e questa seconda storia segue un registro linguistico completamente diverso, basta risate, basta fraintendimenti, tutto è comprensibile.

Non ho trovato nessun “j’accuse”, neppure una morale in verità, La vecchia signora del riad è un romanzo godibilissimo che avvicina con facilità all’autore ( io ho in animo di leggere gli altri suoi libri) e lancia i giusti spunti per approfondire alcune tematiche. Molto bella la nota della traduttrice in fondo al romanzo “La scatola nera del traduttore” che aiuta a comprendere quale sia stato il processo di traduzione del testo e il rapporto con l’autore che è molto generoso e estremamente sensibile al corretto uso della lingua per consentire a noi lettori italiani di cogliere al meglio ogni sfumatura.

Quest’anno Fouad Laroui sarà ospite il 10 settembre del Festival della letteratura di Mantova che come avrete letto per evidenti ragioni dettate dall’emergenza Covid-19 seguirà un’organizzazione differente rispetto alle altre edizioni, QUI trovate ogni informazione, infine segnalo che La vecchia signora del riad ha vinto il Premio Gouncourt.

“ […] molti marocchini

cercano di stabilirsi in Quebec. E al Quebec sta bene, a

quanto pare, visto che sono francofoni.

– Si… se scoprono Benoit, i nostri amici del Quebec,

chiudono le frontiere. Lui da solo ti destabilizza tutta la

francofonia.”

La vecchia signora del riad di Fouad Laroui – Traduttore: Cristina Vezzaro

Editore: Del Vecchio Editore Pp 223 brossura € 17,10 su IBS

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