Tra le rose e le viole …
Il libro
Porpora Marcasciano, «archivio vivente» del movimento trans italiano, parte da sé e dalle sue compagne per tramandare la storia delle lotte, individuali e collettive, per rivendicare la propria identità.
Tra le rose e le viole – libro seminale per questo percorso, introvabile da anni e ora in una nuova edizione riveduta e corretta, arricchito da una prefazione e una postfazione – ricostruisce la caleidoscopica storia trans attraverso la voce delle protagoniste. Dieci interviste, dalle prime pioniere fino a più giovani esperienze sulla soglia del nuovo millennio, compongono la cronologia di cinquant’anni di battaglie.
La dimensione intima del memoir si affianca alla denuncia sociale di chi combatte per essere sé stessa, fuori dall’imposizione di una presunta norma propagandata come “naturale”, rivendicando il diritto a non essere normali.
La mia lettura
“Tra le rose e le viole” ripubblicato dopo moltissimi anni è una raccolta di testimonianze di un gruppo di persone che hanno vissuto l’esperienza transessuale a partire dagli anni ’60 fino ai giorni nostri.
“Accanto al valore di testimonianza del patrimonio esperienziale, è possibile rintracciare in questo testo una quantità di altri elementi che illuminano la grande utilità ermeneutica di una prospettiva trans nella ricerca storica, nel senso più generale del termine” scrive nella prefazione Maya De Leo.
Roberta, Nadia, Gianna, Antonello, Pina, Claudia, Max, Antonia, Erica, Sofia, le loro storie si svolgono in periodi diversi, cambiano i tempi, cambia la percezione sociale quel che non cambia è il percorso di sofferenza e le difficoltà che la ricerca della propria identità ha comportato per ognuno di loro.
“Io ho scoperto a nove anni di essere un bambino, e non una bambina, sì perché fino a quell’età ho creduto di essere una bambina” Nadia
Il racconto parte dagli anni Sessanta, all’epoca nel nostro vocabolario non esisteva neppure un termine per definire chi viveva un percorso esistenziale di questo tipo, la clandestinità era l’unica via per evitare mortificazioni che potevano arrivare perfino alla perdita della libertà, al carcere.
Le testimonianze mantengono un linguaggio genuino, non mediato da necessità narrative.
Come sappiamo il primo vero passo importante per i transessuali è stato fatto negli anni Ottanta con la legge 164 che ha riconosciuto e consentito il cambio di sesso, da quel momento sono nate le associazioni trans e si è sviluppato un dibattito sociale che ha avuto come tema forte l’insorgere di una malattia come l’Aids.
Voglio precisare che in questo libro l’uso del termine trans è “significante aperto per includere soggettività ed esperienze narrate […] con una terminologia a tratti distante da quella della comunità trans attuale”.
Roberta è la prima protagonista di Le rose e le viole,
“è stata una delle prime transessuali ad essere visibile in Italia, ha lottato per rivendicare i propri diritti e ha pagato con la repressione e la violenza il bisogno e il desiderio di essere sé stessa […] “
Roberta ha cambiato sesso nel 1977 a New York e nel 1998 si è sposata con il suo compagno.
“ Io penso che la gente crede che noi ci vestiamo da donna solo per fare marchette, che a noi piace così , non immagina che io per lavorare normalmente devo travestirmi da uomo, quello si che per me è un travestimento”
Così raccontava Nadia nel 1999
Pazze di gioia, savie di dolore, così titola la postfazione a firma di Fabrizia Di Stefano che fa notare:
“Mancano le giovani e le giovanissime di oggi, poco disposte a entrare in quello che a loro potrebbe sembrare un catalogo di casi e comunque riottose ad aderire a categorie già disposte”.
Ma cosa è cambiato in tutti questi anni? Tanto e poco sembra a me, cita Di Stefano, la recente discussione a cui abbiamo assistito sui social che ha visto protagonista la scrittrice J.K. Rowling, vi ricordate? La sintesi del suo discorso di fatto era che la presenza delle transessuali in bagni e spogliatoi di palestre o altri luoghi destinati alle donne è inopportuna e, da quanto riferito dalla stessa scrittrice, molti transessuali le hanno mostrato solidarietà il che vuol dire che il masochismo non è esclusiva degli etero purtroppo.
Era il 1982 quando la legge 164 è stata approvata per cui in Italia un dibattito come quello che ha visto coinvolta la Rowling non ha ragione di esistere a meno che non si voglia chiedere l’abrogazione della legge per farci precipitare in una situazione di nuova “involuzione”.
Interessante è la considerazione che Di Stefano fa:
“C’è oramai una proliferazione pressoché incontrollata di sigle e di modi di significare il proprio orientamento di genere. Dai pansessualiai gender fluid ai no – sex prende corpo un rifiuto delle identificazioni, che certo non riguarda il solo campo della sessualità […] Il punto di incrocio di queste nuove sigle, che possono definirsi queer in senso ampio, è il rifiuto del binarismo di genere ”.
Cita “Essere singolare plurale” di Jean-Luc Nancy parlando di binarismo e invita a riflettere sulle posizioni delle femministe rispetto a questo argomento dalle mille sfaccettature.
“Tra le rose e le viole” è un pezzo di storia italiana, storia recente che può aiutare a riflettere sui progressi fatti, sui passi indietro e su quanto ancora c’è da fare perché si possa vivere in una società che possa realmente dirsi civile.
Tra le rose e le viole. La storia e le storie di transessuali e travestiti
Pubblicazione: 10/2020
Pagine: 224
ISBN: 9788832067323
Prefazione: Maya De Leo
Postfazione: Fabrizia Di Stefano
CARTACEO € 15,00 sul sito dell’editore 14,25