L’Ortica è un quartiere antico e allo stesso tempo innovativo di Milano. Siamo solo a circa 5 chilometri dal Duomo, ma ci si sente fuori dalla Città e in un altro tempo, in cui passato e futuro convivono in un nuovo presente: sarà perché è circondata dal verde (Forlanini, Idroscalo, Lambro, tutti parte del Parco Agricolo Sud). O sarà per il Santuario del 1100, come dimostra l’affresco della Madonna in trono col Bambino di gusto ancora bizantineggiante e risalente appunto al XII secolo. E ancora sarà per la presenza della Balera dell’Ortica, luogo di ritrovo per serate all’insegna del ballo e della ristorazione per avventori di ogni età. O per i muri decorati con la storia del quartiere grazie ai murales realizzati da Orticanoodles. Qui ancora si parla dialetto e, anche tra i nuovi ristoranti e locali che nascono, si respira quell’aria di “ligera” che cantava Jannacci ne “Faceva il palo della banda dell’Ortiga”. Ecco, anche, perchè non poteva che aprire qui “Mazurka Vintage” (omonimo profilo Facebook, tel. 347-0897345), il doppio negozio di abiti e di scarpe da ballo (ma non solo) che inaugura venerdì 6 maggio, dalle 16 alle 20.30 proprio in via Ortica per un pomeriggio all’insegna del “Vinello, focaccine, pizzette e trallalà”.
Le vetrine sono 2, una nell’ex edicola “dell’Archimede”, al numero 1, e l’altra al 3, nell’ex parrucchiere. Tutta via Ortica sarà in festa: “il primo in realtà non è proprio un negozio” dice Marina, che con la sorella gemella Veronica ha aperto i due spazi. Sono pratiche del quartiere da quando il padre Antonio, abruzzese, ha rilevato con la moglie Rita, romagnola, e le figlie, nel 2011, il Dopo Lavoro Ferroviario in via Amadeo 78, da anni in stato d’abbandono, trasformandolo nell’ormai nota Balera dell’Ortica. “Questo oggi è l’ufficio della balera -spiega sempre Marina dall’ex edicola-, e in più qui si trovano le Tranky Shoes, scarpe nuove, realizzate tutte a mano nelle Marche per appassionati di ballo swing”. Bellissime, colorate, stringate o meno, con tacco o senza, sono ideale per lasciarsi prendere dal ritmi jazz , Boogie Woogie e Rock & Roll, ma possono anche essere usate tutti i giorni, sempre se si capisce lo stile delle gemelle: sofisticato forse, ma con una buona dose di allegria e senza, ma proprio senza, alcun tipo di spocchia e snobismo.
Al civico 3, nell’ex parrucchiere, l’insegna “Mazurka” sopra la vetrina lancia un chiaro messaggio: questo non è solo un negozio. Si tratta infatti anche di un luogo d’incontro, di dialogo, di allegria: ci si può fermare per provare un capo, o un bijoux, un cappello, come si può entrare per salutare semplicemente e fare due chiacchiere con le gemelle.
Dice Veronica: “Questa è una piazza, un luogo d’incontro. Ci piacerebbe anche ospitare delle mostre, deve essere uno spazio aperto a tutti”. Venerdì, giorno d’inaugurazione dei due negozi, verso le 17.30, è prevista anche la visita di Serafino Sorace, presidente del progetto Or.Me (Ortica Memoria), segno ulteriore che dietro alle nuove attività delle gemelle c’è molto più che il semplice desiderio di fare commercio: “aprire due spazi come questi era il nostro sogno da sempre -racconta ancora Veronica-: in Balera facevamo i mercatini vintage. Qui abbiamo potuto estendere il lavoro. Il mio antistress è perdermi per cercare i capi che mi piacciono: vado dai fornitori che ritengo validi. Marina invece è più esperta dell’aspetto tecnico per i ballerini: quando arrivano in Balera lei li porta a vedere le scarpe. E poi è attenta ai lavori di precisione, come èpreparare bene i cartellini, le stories su Instagram, le vetrine…”. insomma, tra le due ragazze c’è un’ottima sintonia sulla gestione ma, prima ancora, sul tipo di stile, di vita oltre che estetico, che vogliono diffondere. Capita, ad esempio, che una ballerina venga a vedere un paio di scarpe, e poi però si compri “un paio di ciclisti anni ’90: qui deve passare anche un nuovo modo di concepire il ballo. Non devono per forza vestirsi tutte come pinup: si deve poter interpretare”. Le due ragazze, insomma, attraverso i propri negozi raccontano un mondo, di cui sono portavoce appassionate e allo stesso tempo interpreti: “la nostra mamma Rita, romagnola, per noi era un’eroina: gonnelloni in renna, orecchini, permanente sempre bella, e poi borsoni giganteschi con giacche da uomo… e ci diceva: tu ti puoi mettere quello che vuoi, la finezza devi averla dentro”. Non è una questione di marchio che si indossa: dalle Gemelle si trovano capi firmati e anche giovani stiliste, come Diana Pozzi, milanese trentenne che realizza capi tutti cuciti a mano da lei con una ricerca approfondita sui tessuti. Prezzi? “La nostra prima regola è che siano accessibili. Certo -dice Veronica-, dipende quanto pago io un capo, ma mai farò rincari alti”.