È iniziato il Festival di Sanremo targato Twitter. Ed è subito successo. Sì, perché se anche negli Stati Uniti stanotte si chiedevano cosa fosse Sanremo, è merito del social network da 140 caratteri. L’hashtag, cioè la chiave di ricerca su Twitter, più utilizzato in Italia è stato proprio quello del Festival (#sanremo). Chissenefrega quindi degli ascolti, peraltro ottimi. La vittoria del festival della canzone italiana corre grazie a internet.
La serata è iniziata con Antonella Clerici e la figlia Maelle, più spaurita che contenta. Dopo un monologo di una decina di minuti, l’entrata in scena di Gianni Morandi, ancora ignaro (ma non troppo) di quello che sarebbe successo sul palco dell’Ariston. La prima canzone è quella di Giusy Ferreri ed è subito stecca. In effetti, questo è stato uno dei leit motiv della serata. Feroci le critiche alla sempiterna Nicoletta Strambelli, alias Patty Pravo. In molti su Twitter non le hanno perdonato un’interpretazione definita «ai limiti dell’imbarazzo».
C’è da dire però che in quanto a charme, la ragazza del Piper non è seconda a nessuno.
Sullo stile invece sono caduti in molti, a cominciare da Anna Tatangelo. Il suo look voleva richiamare, forse, Karl Lagerfeld. In realtà sembrava uscita dal Rocky Horror Picture Show. C’è da sperare (per la sua incolumità psichica) che il grande stilista non fosse di fronte alla televisione. Non è un caso che Twitter si sia subito scagliato contro la moglie di Gigi D’Alessio, non risparmiandole alcunché. Era chiaro che, almeno per la rete, una delle prime escluse sarebbe stata lei. Allo stesso modo, fin dalle prime battute l’opinione su Anna Oxa, che ricorda sempre più Loredana Bertè, lasciava poco spazio all’ottimismo. Nonostante una grinta non indifferente, la Oxa ha pagato lo scotto di una mise più adatta a Blade Runner che all’Ariston.
Intorno alle 22, il primo colpo di scena. Entrano Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis. Se la prima continua a salutare la famiglia presente in sala – «Parentopoli?», si chiede Twitter – la seconda sembra quasi in trance. «Entrambe stranamente vestite – commentano sul web – sembrano più interessate a odiarsi che a condurre».
Infatti, l’altro tema della serata è stata la rivalità fra le conduttrici, ai limiti della litigata sul palco. Il punto più alto si è raggiunto quando la Elisabetta ha pestato (per due volte consecutive) l’abito di Belen, rischiando di farla capitombolare sul palco. Vedremo che combineranno stasera.
Un capitolo a parte lo meritano Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Le due Iene, dopo un inizio in sordina, hanno dato una sferzata alla serata con il neo tormentone “Ti sputtanerò”, nel quale hanno satireggiato contro Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. «Ti sputtanerò non mi butti giù, sì ma il sei aprile in aula ci vai solo tu», la chiusura della canzone di Luca e Paolo, sarà forse ricordato come uno dei momenti più irriverenti della storia del Festival. Non ci fossero state le due Iene, non sarebbe stato lo stesso. Se n’è accorto anche Morandi che, piuttosto irritato per il fare politicamente scorretto dei due comici genovesi, per alcuni momenti ha lanciato occhiate di fuoco verso gli autori di Sanremo.
Sul fronte delle canzoni, c’era da sbizzarrirsi. Dalla ballata di Roberto Vecchioni, considerata magistrale dai più, alla filastrocca nazional-popolare di Tricarico, che vincerà il Festival solo perché siamo nell’anno dei 150 anni dell’unità d’Italia, una menzione particolare va ai La Crus. Il duo milanese, Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti, ha portato nella Riviera dei fiori un piccolo gioiello d’altri tempi. Più adatto a un jazz club che a Sanremo, “Io confesso” è già diventato un cult fra gli appassionati. Persi per strada i figli dei music-reality (Amici e X-Factor su tutti), rimangono solo duetti improvvisati come quello fra Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario, moglie del pilota Ferrari Fernando Alonso.
È sul finire di serata che Twitter si scatena. Davide Van De Sfroos, il cantautore in dialetto comasco, è considerato uno dei «migliori esempi di come fare un Festival della canzone italiana», dice la rete. Certo è che è apparso uno dei più convincenti. In realtà, la presenza di Van De Sfroos, sublime musicante, sancisce la piena maturità della Lega Nord nel balletto dei poteri italici. Non ci sarebbe da stupirsi se un domani il partito di Umberto Bossi possa realmente arrivare alla presidenza del Consiglio. Dopo il dialetto laghée a Sanremo, tutto è possibile.
L’immagine più bella di ieri? Quella di Max Pezzali che si è presentato sul palco nello stesso modo in cui si reca ogni mattina nella sua concessionaria Harley-Davidson di Pavia, fregandosene delle paillettes e dei formalismi di Sanremo. Un idolo.