Esplode Teheran ma Roma aspetta l’alleato iraniano

Esplode Teheran ma Roma aspetta l’alleato iraniano

Violenze, arresti, manifestazioni vietate. Mentre il governo di Mahmoud Ahmadinejad prova ad arginare il ritorno dell’Onda Verde, la politica italiana si schiera. Al fianco delle autorità iraniane. Oggi a Teheran l’opposizione guidata da Mir Hossein Moussavi scende in piazza sfidando i divieti in segno di solidarietà con il popolo egiziano. Nel frattempo a Roma si perfeziona il programma degli incontri che, dal prossimo mercoledì, vedranno impegnata tra Camera e Senato una delegazione di parlamentari iraniani.

Un vertice giustificato dagli ottimi rapporti commerciali che uniscono i due Paesi. E che, viste le ultime notizie provenienti dal Medioriente, qualcuno ha deciso di non pubblicizzare troppo. Ai due appuntamenti è stato dato meno risalto possibile. Nell’ordine del giorno della Commissione Affari Esteri di Montecitorio, il faccia a faccia di giovedì mattina è stato debitamente ridimensionato a «incontro informale». A Palazzo Madama la visita del giorno prima non è stata neppure inserita nel programma dei lavori. Una riservatezza che non si esercita neppure quando all’ordine del giorno c’è il Comitato sui servizi segreti. Per conoscere i dettagli è necessario consultare l’agenda del ministero dei Rapporti con il Parlamento. Dove si legge che alle 14.30 di mercoledì prossimo l’ufficio di presidenza della Commissione Esteri, «integrato dai rappresentanti dei gruppi e dai senatori interessati», incontrerà il presidente della Commissione Esteri del Parlamento iraniano Alaeddin Boroujerdi.

«Non c’è nulla di anomalo – si affrettano a precisare i funzionari della Camera dei deputati – si tratta di diplomazia parlamentare. Con l’Iran, peraltro, le visite avvengono piuttosto regolarmente». Difficile capire di cosa si parlerà. «Di rapporti bilaterali e politica estera», chiariscono dagli uffici di Montecitorio. Nessuna presa di posizione ufficiale sul tema dei diritti civili, insomma. Per condannare la repressione delle ultime manifestazioni di piazza e l’arresto di Mir Hossein Moussavi, dovremo affidarci al buon cuore di qualche coraggioso deputato.

Qualcuno alzerà la voce? Tra i parlamentari italiani che parteciperanno al vertice, in pochi hanno voglia di parlare. La maggior parte giura di non sapere nulla dell’incontro. I più disponibili chiedono 24 ore di tempo per rilasciare una dichiarazione. L’unica intenzionata a disertare l’appuntamento sembra essere Fiamma Nirenstein. L’esponente del Pdl, vicepresidente della Commissione Esteri, non nasconde la propria indignazione. «All’incontro di giovedì non parteciperò – annuncia – L’Iran è un paese che viola tutti i diritti umani e che continua a rifiutare ogni compromesso sul nucleare».

La delegazione di Teheran rischia di diventare un ospite scomodo. Intanto resta un mistero l’identità di chi ha organizzato il vertice. «Personalmente – spiega Nirenstein – non ho partecipato neppure alla scelta di mettere in calendario questo incontro». Tra l’imbarazzo, qualcuno giura che la richiesta sia partita dall’Iran. Di diverso avviso i funzionari di Montecitorio: secondo loro la delegazione iraniana è giunta in Italia su specifico invito.

Pochi dubbi sul fatto che sarà un incontro prettamente politico. La conferma arriva dalla Camera di Commercio e industria italo-iraniana, dove una zelante impiegata ammette di non essere stata neppure avvisata del vertice. Pierluigi d’Agata, dirigente di Confindustria e segretario generale della Camera bilaterale conferma: «Agli incontri non parteciperà nessuna personalità imprenditoriale. Anche perché altrimenti ce l’avrebbero fatto sapere».

Se da noi si fa finta di niente, in Iran la stampa ha dato ampio risalto alla due giorni italiana. Prima di partire per Roma, il presidente della Commissione Esteri Boroujerdi ha fatto visita all’ambasciatore Alberto Bradanini. Un’occasione per fare il punto sul vertice. «La visita della delegazione iraniana in Italia – ha spiegato Boroujerdi – aiuterà ad avvicinare i nostri Paesi e a rimuovere eventuali incomprensioni. Si tratta di un incontro che preparerà il terreno per un ulteriore sviluppo della cooperazione politica, economica e culturale». Dello stesso tenore l’intervento del nostro ambasciatore. «Lo scambio di visite tra parlamentari e delegazioni politiche – le sue parole – aiuterà ad ampliare la cooperazione politica e culturale». Per discutere di diritti civili, ci sarà tempo la prossima volta.

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