Mba a rischio per Khamis Gheddafi, figlio minore del Raìs libico. Un effetto collaterale che deriva dall’aver assoldato mercenari per sparare sulla folla che manifestava a Benghazi. Due giorni fa, secondo quanto riferiva l’emittente Al Arabiya, l’ultimogenito del dittatore nordafricano avrebbe infatti organizzato gruppi di combattenti provenienti dal Ciad e dall’Africa sub-sahariana per reprimere con la forza le crescenti proteste nel paese, che finora avrebbero causato mille morti. Come spiegano telefonicamente a Linkiesta alcune fonti interne all’Istituto de Empreza, alta scuola di formazione madrilena (terzo posto in Europa secondo la classifica del Financial Times) a cui sarebbe stato ammesso Khamis nell’aprile del 2010 – usando il cognome della madre «Muhammer» per motivi di privacy – qualora queste indiscrezioni venissero confermate, l’Università spagnola, applicando il codice etico interno, sarebbe costretta ad annullare il titolo accademico.
Terminato il periodo di studio sui banchi di scuola, lo scorso dicembre, l’ex comandante dei reparti motorizzati della Libian Army avrebbe dovuto cominciare un periodo di stage presso un’azienda texana con una sede anche in Libia, ma da quindici giorni l’istituto spagnolo non riesce a contattarlo. La settimana prossima, inoltre, spiegano a Linkiesta, Khamis sarebbe dovuto volare in Sud Africa, per frequentare un seminario di un mese circa. Una situazione che avrebbe potuto mettere in cattiva luce l’istituzione, che ieri sera ha così deciso di convocare un’assemblea plenaria per spiegare agli studenti dei master come gestire la situazione, e di contattare alcune testate internazionali, tra cui El Pais, Expansion, El Mundo, Financial Times e The Economist, per informarle tempestivamente sull’evolversi degli eventi.
Dagli uffici madrileni dello IE, inoltre, affermano che il Governo di Zapatero sarebbe stato messo al corrente per tempo della presenza di Gheddafi junior, che – come è stato spiegato ieri durante l’assemblea con gli studenti – in queste ore sarebbe in stretto contatto con i servizi segreti iberici, libici e americani. Allo stato dell’arte, infatti, lo IE ritiene di non avere in suo possesso delle prove evidenti di quanto riferito dagli organi di stampa sul coinvolgimento di Khamis Gheddafi nell’arruolamento dei mercenari. Anche per questo, non è stata ancora diramata una posizione ufficiale sulla vicenda.
Intanto, in Libia la situazione rimane tesa sotto una cortina di calma apparente, dopo gli scontri di ieri. Sul suo sito web, l’armatore francese Cma-Cgm comunica che tutti i porti e i terminal del paese sono stati chiusi, mentre in un’intervista rilasciata ad Al Arabiya, il ministro dell’Interno, Abdel Fattah Yunis, avrebbe denunciato di essere sopravvissuto ad un tentativo di assassinio ordinato dal Colonnello, specificando poi «di non essere responsabile delle stragi dei giorni scorsi, avendo ordinato alla polizia di non aprire il fuoco, ed ora che mi sono dimesso da ogni incarico sono solo un soldato al servizio del popolo». A Roma, durante gli Stati generali, Silvio Berlusconi pensa già alla transizione, affermando che: «dobbiamo essere attenti a quello che accadrà dopo, quando saranno cambiati questi regimi con cui noi trattiamo e che sono per noi importanti per la fornitura di energia».