La ragione ufficiale per non parlare più dell’Expo è che non interessa a nessuno. Questo fanno sapere dall’entourage del sindaco di Milano Letizia Moratti che si avvia verso la campagna elettorale. In realtà le cose non stanno proprio così, almeno a consultare un sondaggio che Legacoop Lombardia ha commissionato all’istituto Iard.
Su un campione di 800 giovani milanesi, di età compresa tra i 18 e i 29 anni, l’esposizione internazionale calendarizzata per il 2015 gode invece di grande popolarità e resta – nonostante i silenzi e i ritardi – assai carica di attese. Il 92% degli intervistati, anzitutto, conosce l’evento, sa di cosa si parla quando si parla di Expo. Il dato non era scontato, vista la confusione che regna sui tempi e i modi di realizzazione di Expo e la “scelta” del silenzio che le istituzioni sembrano rivendicare anche in vista della prossima campagna elettorale.
E quali obiettivi o funzioni può rivestire l’Expo per i giovani milanesi? Anzitutto, secondo i risultati dell’indagine, è fondamentale per il rilancio di Milano. E poi, con un punteggio di intensità di 64 in una scala da 1 a 100, può essere importante per l’apertura di nuove prospettive per il mondo giovanile.
Non mancano anche di una certa informazione sui rischi collegati all’evento, gli under 30 milanesi, se è vero che al primo posto tra i pericoli vedono un dilagare dei fenomeni di corruzione, e l’indagine è stata svolta tra il primo e il 4 marzo scorsi, cioè prima che le infiltrazioni della ’Ndrangheta tornassero sulle pagine delle cronache locali. Gli intervistati da Iard sottolineano che, a beneficiare in prospettiva dell’iniziativa, potranno essere anzitutto la dimensione europea e internazionale della loro città, e poi – a testimonianza di un bisogno sempre più sentito – un miglioramento della mobilità cittadina.
Per tutte queste ragioni, evidentemente, alla domanda sull’utilità di un grande investimento della città su Expo, il 52% risponde “molto”, il 30% “abbastanza”. Tutto bene, allora? Non proprio, visto che sul tema dell’Expo regna una certa confusione e solo il 33% del campione definisce in maniera abbastanza precisa e corretta l’ambito della grande manifestazione internazionale, intitolata “Nutrire il pianeta”. Anche questa, forse, è una mancanza della strategia comunicativa, imputabile alla nuova linea del silenzio che sta prevalendo a Palazzo Marino.
Non tutti i politici locali tacciono, per la verità. Proprio oggi, ad esempio, Roberto Formigoni ha parlato: «Insomma, non tutte le notizie che arrivano sono positive, i prossimi consigli d’amministrazione dovranno essere l’occasione per fare chiarezza». In particolare, il Presidente della Regione (che come il Comune detiene il 20% di Expo, mentre il Tesoro ha il 40%) ha fatto riferimento alle «dichiarazioni del presidente della Provincia di Milano (sempre più scettico su una partecipazione dell’ente da lui guidato all’Expo, ndr), che pur giustificate in sé mettono però in allarme per la mancanza, in tutto o in parte, dei fondi della Provincia». Formigoni ha confermato che la Regione Lombardia ha già stanziato i propri fondi ed è «pronta a versarli» ma «in attesa di capire che cosa fanno gli altri soci». «So che il Comune è impegnato in questa direzione – ha proseguito – e credo che si affiancherà presto alla Regione nel mettere a disposizione i fondi. Attendiamo che la camera di commercio chiarisca la sua posizione e che il governo, anch’esso, manifesti la disponibilità ai versamenti». La conclusione di Formigoni non è rassicurante: «I versamenti in questo 2011 iniziano ad essere significativi e quindi non facilmente rimpiazzabili ove mancassero. Per questo, i prossimi Cda saranno l’occasione per confrontarci su tutto questo». E non ha mancato di sottolineare il ruolo di Camera di Commercio e, soprattutto, del Governo, che deve mettere il grosso dei soldi: e ancora si attende, ha detto il governatore lombardo, di capire la loro posizione.
Le lentezze della politica, insomma, continua a dominare la scena di un Expo sempre più in ritardo. La novità, stando al sondaggio, è che qualcuno a Milano potrebbe accorgersene.