Probabilmente in tanti lo riterrete un dettaglio, ma non c’è bisogno di scomodare il tenente Colombo per sottolineare l’importanza del frammento, della minuzia, di quel che magari a un occhio meno pignolo appare una ingenua superficialità. E capita che sfogliando il Fatto quotidiano ci si imbatta in un boxino a pagina 10, così titolato: «Chiesta l’archiviazione, Morcone si candida?». Titolo per addetti ai lavori, direte voi. Per familiari, aggiungeremmo noi.
E comunque nel boxino, non firmato, si scrive che «alla fine è arrivata la richiesta di archiviazione. Proprio quando il caso Letta-Morcone era tornato d’attualità con la candidatura del prefetto Mario Morcone a sindaco di Napoli, la procura di Lagonegro ha deciso di chiedere l’archiviazione per entrambi».
Messa così, fa venire i brividi. Già si scorgono in lontananza i fili del gran burattinaio, ancora una volta però smascherato dai giornalisti con la schiena dritta che si battono come un sol uomo per la purezza del nostro amato Paese. E proprio loro due giorni fa, sul Fatto Quotidiano ovviamente, hanno gridato indignati – in prima pagina con tanto di apertura all’interno a firma Marco Lillo, mica con un boxino a pagina 10 come oggi – che Morcone era indagato, insieme con Gianni Letta, perché accusati di aver favorito una cooperativa vicina a Cl nell’affidamento di un centro richiedenti asilo a Policoro, provincia di Matera. Reati contestati: abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti (sì, proprio così) e frode. Inchiesta avviata dal pm Henry John Woodcock, ora trasferito a Napoli e dalle cui stanze sta conducendo l’indagine sulla P4 (non la R4) di cui, ça va sans dire, il giornale di Padellaro e Travaglio si occupa diffusamente.
Ma torniamo a Morcone. Notiziona sparata: il Pd candida un indagato a sindaco di Napoli. E prevedibile can-can di polemiche. Strano che, solo due giorni dopo, il Fatto scriva di una richiesta di archiviazione della Procura di Lagonegro. Sia per Morcone che per Letta. Anche perché oggi c’è un altro quotidiano che torna sulla vicenda. Ed è il Corriere del Mezzogiorno. Gianluca Abate, giornalista del panino napoletano del Corriere della Sera, sente addirittura il procuratore Vittorio Russo che spiega: «Abbiamo chiesto un’archiviazione totale, ritenendo che gli elementi emersi nel corso delle indagini non fossero sufficienti per l’azione penale». Richiesta – scrive il quotidiano napoletano sul sito – che da giovedì mattina è sulla scrivania del gip. Protocollata. Quindi, con ogni probabilità, preparata già prima dalla Procura.
Ora, noi qui siamo un po’ maliziosi. Ovviamente siamo certi che la volontà della Procura non fosse nota ai giornalisti del Fatto, ci mancherebbe. Altrimenti mica avrebbero sparato la notizia (formalmente inappuntabile) di Morcone indagato in prima pagina sapendo che proprio quella mattina la richiesta di archiviazione sarebbe stata protocollata nell’ufficio del gip competente? Non si sbatte mica il “mostro” in prima pagina così. Magari dando voce a chi potrebbe accusarli di favorire l’altro candidato alla poltrona di sindaco di Napoli, quel Luigi De Magistris, ex pm. Ma no, ma no, non c’è nemmeno da discuterne. È ovvio che quelli del Fatto della richiesta d’archiviazione della Procura hanno saputo solo ieri. Certo, a questo punto non possono più dire che i pm si sono mossi dopo aver letto il loro articolo, ma questi sono dettagli, chi vuoi che li noti.