Esito scontato all’assemblea della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La mobilitazione della “cooperazione rossa” ha pagato, così come la costituzione di una lista del Sud. Vince, come ampiamente previsto, la continuità dell’attuale assetto di governo che fa perno sull’alleanza fra il gruppo dirigente storico, oggi guidato dal presidente Ettore Caselli, e il mondo rappresentato dalla Legacoop. Con buona pace di chi, anche durante l’assemblea, ha rimarcato come caduta di stile l’organizzazione delle navette gratuite per raggiungere l’assemblea da parte della Coop Estense. Una calata di “truppe cammellate” che ha avuto ragione degli avversari, senza troppa difficoltà. Gianpiero Samorì, “elemento di rottura”, come ama definirsi, esce sconfitto, seppur con un bottino di 5001 voti. Per la quarta volta consecutiva, dunque, fallisce l’assalto dell’avvocato modenese al vertice della Popolare.
Si sono presentati in 12 mila soci nelle quattro sedi dell’assemblea (Modena, Ravenna, Avellino e Lamezia Terme). Includendo le deleghe, si è arrivati intorno a 32 mila voti: probabilmente l’assise più partecipata nella storia delle banche popolari. La tensione nella gremita sala dei Padiglioni della Fiera di Modena esplode, una prima volta, alle 10 del mattino, quando, scaduto il tempo a disposizione per iscriversi a parlare, i sostenitori di Samorì contestano alla presidenza di aver ammesso a intervenire “solo” 328 soci. Ma le regole sono ferree: 2 minuti a disposizione per ogni socio che desidera intervenire, 5 per i capilista. E quando la gestione prende una brutta piega, il presidente Caselli fa addirittura intervenire le forze dell’ordine per calmare gli animi.
È successo un po’ di tutto a Modena: grida, cori da stadio, contestazioni, insulti, finanche una scazzottata (guarda video qui). Dei sei amministratori da rinnovare, cinque consiglieri vengono assegnati alla lista n.1, guidata da Piero Ferrari, il figlio del Drake, che ottiene 18.537 voti; mentre l’unico posto in palio per le minoranze va alla lista n. 3, quella espressione dei soci del Sud, capeggiata dall’ex pm Manfredi Luongo (8.074 voti). Una bella soddisfazione, appena guastata sul finale dagli insulti (“mafiosi, mafiosi”) urlati dai soci delusi.
Ferrari ha espresso la necessità di confermare la fiducia all’attuale cda mettendo in luce i buoni risultati ottenuti nonostante la congiuntura sfavorevole. E quali sono questi buoni risultati? L’utile netto consolidato è volato a 327,4 milioni, di cui però ben 136 ascrivibili ai proventi straordinari derivanti dalla cessione della quota di controllo di Arca ed Arca Assicurazioni a Unipol, compagnia controllata dalle Coop rosse. Il dividendo deliberato torna a livello del 2008 (0,18 euro contro i 0,15 del 2009), anche se è lontanissima la cedola di 0,48 euro del 2007. I crediti verso la clientela sono pari a 47,8 miliardi, in aumento del 5,2%, mentre è salito del 9,6% l’ammontare di crediti deteriorati (3,5 miliardi), con una componente di sofferenze pari a 1,2 miliardi (+33,8%).
«La situazione – evidenzia con forza Samorì – sta scivolando verso una china di ingestibilità, ci sono diversi fronti aperti come la posizione giudiziaria del dg Guidotti (raggiunto proprio ieri da un avviso di fine indagini per un‘ipotesi di falso in bilancio relativo alla vicenda Italease, ndr) e le vicende di riciclaggio (il riferimento è alla Cassa di Risparmio dell’Aquila, coinvolta in un presunto giro di frodi assieme ad altri istituti, ndr)». Samorì sfida Viola a concordare un piano industriale e a legare il suo compenso al raggiungimento degli obiettivi.
Ma l’amministratore delegato Viola non risponderà né a Samorì né alla critiche degli altri soci. Perché alle 13, dopo una breve sospensione dell’assise, il Presidente Caselli annuncia la fine del dibattito. A quel punto esplode la gazzarra, inscenata dai sostenitori della lista di Samorì. La presidenza viene investita da una bordata di fischi e insulti; sotto il palco scoppia addirittura una rissa, sedata dal servizio d’ordine non senza difficoltà. Alla faccia dell’opportunità di intraprendere un percorso di “riappacificazione tra le diverse fazioni”, a cui ha fatto riferimento Samorì nella conferenza stampa convocata prima dell’annuncio dei risultati.
*giornalista e dirigente di un’associazione di categoria