ROMA – «Non ho la più pallida idea di chi possa essere stato. Riteniamo che questa è una città dove ci sono molte cose da costruire ed è opportuno che chi intende solo distruggere venga messo da una parte e che noi ci dedichiamo a continuare l’attività e tutto quello che stiamo facendo. È una sorta di considerazione e di appello a tutti quanti». Queste le prime dichiarazioni appena dimesso dall’ospedale di Andrea Antonini, il consigliere circoscrizionale del XX municipio di Roma (zona Cassia-Flaminia), vicepresidente di CasaPound Italia, organizzazione della destra radicale, gambizzato oggi pomeriggio con una sparachiodi all’uscita di un centro commerciale. Gli investigatori stanno vagliando le immagini delle telecamere a circuito chiuso, senza escludere né la pista politica né quella personale
Ex missino, impiegato all’Astral, l’agenzia regionale per la gestione delle strade e iscritto all’Ugl, consigliere eletto a suo tempo con La Destra di Storace, Antonini è tra i 12 indagati che il 4 novembre 2008 irruppero alla Rai tentando un blitz negli studi di “Chi l’ha visto?”, trasmissione ritenuta colpevole di avere mandato in onda immagini inedite degli scontri avvenuti a piazza Navona pochi giorni prima tra studenti di destra e di sinistra. Oltre a lui, è indagato anche il presidente del centro sociale di destra Casapound Italia, Gianluca Iannone.
Anche se impegnato in Kenya insieme alla Onlus “Solidaritè identità” in una missione di solidarietà internazionale a favore di alcuni orfanotrofi di Nairobi, Iannone ha rilasciato alcune dichiarazioni :«Abbiamo dato fastidio a qualcuno. Non sappiamo a chi, potrebbero essere tanti. Noi non puntiamo il dito contro nessuno. Ma qualunque follia ci sia dietro tutto questo, l’unica cosa certa è che CasaPound Italia non si lascia intimidire. CasaPound ha oltre cinquanta sedi in tutta Italia, ha occupato decine di palazzi pubblici e privati dal Nord al Sud del Paese, è scesa in campo con azioni concrete e d’impatto a favore dei soggetti più deboli, come disabili e detenuti, ha portato avanti proposte fattive e realizzabili che, se messe in atto, potrebbero essere un enorme passo avanti per risolvere una questione tragica come l’emergenza abitativa».
Il ferimento arriva dopo che nei primi giorni del mese CasaPound era tornata a far parlare di sé con occupazioni molto contestate nella capitale. Per non parlare delle presentazioni in giro per l’Italia del romanzo-manifesto di Domenico Di Tullio “Nessun dolore”: dopo aver costretto l’editore Rizzoli con minacce a sospendere l’evento fissato alla libreria Battei, a Parma per paura di incidenti hanno dovuto chiudere la via della nuova sede che ospitava l’incontro.
A Palermo una manifestazioni di protesta a febbraio davanti alla libreria Mondadori di via Ruggero Settimo ha fatto rimandare la presentazione del libro al mese successivo. Puntuali il 23 marzo le scene di guerriglia davanti alla libreria, annunciate il giorno prima da stelle a cinque punte e scritte “Combatti il fascismo, boicotta Mondadori” sulle due vetrine della libreria e con i muri tappezzati di manifesti per annunciare un “presidio democratico” contro Casapound e la Mondadori. Lanci di pietre, bottiglie, fumogeni e una bomba carta contro poliziotti in tenuta antisommossa: nove agenti e un manifestante feriti lievemente.
Anche a Roma il clima non è da meno. Il 5 aprile un centinaio di militanti di CasaPound occupa la scuola elementare Parini di piazza Capri, a Montesacro, un edificio pubblico abbandonato da due anni e mezzo, che deve servire a risolvere la grave emergenza abitativa di 17 famiglie. L’occupazione della Parini provoca la reazione violenta dei centri sociali. Gli antagonisti danno vita a una manifestazione non autorizzata per la quale vengono denunciati in cinquantatré.
Tre giorni dopo sono 13 i manifestanti dell’area antagonista denunciati dalla questura per manifestazione non preavvisata e danneggiamento. La causa è l’occupazione dell’ex edificio dell’Enel di via Val D’Ala con striscioni e tricolori da parte del Blocco Studentesco, l’organizzazione giovanile di CasaPound. Anche qui sono dovuti intervenire gli agenti in tenuta antisommossa. Ventinove gli occupanti denunciati.
Ora arriva l’atto gravissimo contro Antonini. «Non vorrei che questo gravissimo episodio ci riportasse a un clima da anni di piombo» ha dichiarato il sindaco Alemanno. «Dobbiamo dare il tempo agli inquirenti di verificare la natura di questo grave attentato ma, se fosse confermato il movente politico, sarebbe la riprova di un brutto clima di tensione generato da un livello troppo alto di polemica politica». Proprio ieri una lettera minatoria con tanto di proiettile è stata recapitata ad Alemanno. A detta del sindaco conteneva un volantino didascalico «ma dentro quelle due pagine – ha sottolineato Alemanno– c’è la perfetta spremitura di tutte le sciocchezze che la sinistra romana continua a riversare ogni giorno contro la mia persona e la mia amministrazione. C’è insomma un tentativo di demonizzazione che crea una sorta di riverbero».
Intanto per domani a Ostia è prevista un’altra presentazione del libro di Di Tullio, avvocato di CasaPound, nella sala conferenze della biblioteca Elsa Morante, un evento in collaborazione con Comune di Roma e Biblioteche di Roma. La polizia è già allertata da tempo.