Capita di svegliarsi un giorno, a Milano, e di trovarla tappezzata di manifesti rossi con la scritta “Fuori le br dalle procure”. Qualcosa, nel nostro paese, sta andando storto, e più passa il tempo, e meno si raddrizza. I manifesti sono in giro per la città, e stanno vicino alle facce Letizia Moratti, Giuliano Pisapia e Manfredi Palmeri, candidati sindaci. “Associazione dalla parte della democrazia” – lo stesso che invitava Berlusconi a resistere su altri manifesti visti nelle settimane scorse – ha infatti invaso gli spazi dedicati alla campagna elettorale, per invitare i “i brigatisti” a lasciare le procure.
I brigatisti per il movimento “democratico” sono i pm e, per sfortunata coincidenza, proprio oggi i senatori del Pdl hanno chiesto al ministro della Giustizia Alfano se non ravvisi la necessità di mandare un’ispezione alla Procura della Repubblica di Milano. Proprio negli stessi minuti in cui Edmondo Bruti Liberati, capo della stessa Procura, manifestava la propria comprensibile indignazione per quei manifesti offensivi dell’intelligenza di molti e della Costituzione di tutti.
Qui a Linkiesta non siamo sospetti di essere iscritti al “partito dei giudici”. Abbiamo scritto più volte che la riforma della Giustizia è una questione da mettere seriamente in agenda, perché riteniamo che i limiti del nostro sistema giudiziario nascano prima del berlusconismo, e in qualche modo perfino ne abbiano favorito la durata. Non ci piace il conservatorismo del Partito democratico in materia di politica giudiziaria, e ci piace ancor meno chi pensa che le procure della Repubblica siano un angolo di resistenza civile in un paese turpe e abietto.
Però pretendiamo rispetto per la memoria dei tanti magistrati che le Br hanno ucciso. Pensiamo a Emilio Alessandrini, solo per fare un nome. E pensiamo più in generale a quell’avamposto della lotta al terrorismo che fu Magistratura Democratica, cioè la corrente organicamente “di sinistra” del corpo giudiziario italiano. Fu una guerra vera e propria – è qui appena il caso di ricordarlo in fretta – che vide spesso isolata Magistratura Democratica anche da quella sinistra in cui qualcuno parlava dei “compagni che sbagliano”.
Sarebbe bello, giusto, civile, che quei manifesti sparissero. Sarebbe poi onesto che questa Associazione dalla parte della democrazia ci spiegasse da chi è composta e finanziata, visto che in democrazia è anonimo il voto, e rigorosamente pubblico tutto il resto. Sarebbe poi auspicabile, sempre in democrazia, che qualcuno nel Pdl si dissociasse pubblicamente da questa idiota istigazione a delinquere.