Una frode al Camembert nel passato di Lactalis

Una frode al Camembert nel passato di Lactalis

Un’altra grana si abbatte sulla delicato dossier Parmalat. Mentre infuria la battaglia per il controllo futuro di Parmalat, la memoria del web riesuma dal dimenticatoio una notizia risalente a quattro anni fa, che riguarda molto da vicino il principale azionista del gruppo di Collecchio. Cioè, al momento, il gruppo Francese Lactalis.

Si tratta di una condanna a sei mesi comminata nell’aprile 2007 a Marcel Urion, all’epoca amministratore delegato del gruppo francese, per «frode sul latte». Pena poi sospesa a fronte del pagamento di una multa di 37.500 euro. Le indagini prendono il via nel 1998, quando Lactalis si chiamava ancora Besnier, in seguito ad un esposto da parte dell’autorità antifrode francese (Dccrf), che dipende dal ministero dell’Economia. Gli inquirenti francesi scoprono che il latte utilizzato dal colosso alimentare, utilizzato anche per produrre il prelibato camembert «Le president», un’istituzione gastronomica in Francia, veniva adulterato attraverso i residui di latte rimasti nelle tubature delle latterie durante la pulitura con acqua calda. In sostanza, il latte “vero” veniva microfiltrato per estrarre le proteine, reinserite in un secondo momento in un composto di latte in polvere e acque di scarto. Obiettivo: arrivare alla quota minima di 29 proteine a litro fissata dalla legge europea. Un’operazione che incrementò la produzione del 5 per cento. Il latte destinato alla produzione del burro, inoltre, veniva potenziato con acqua ossigenata, battericida già in uso per la disinfezione delle vasche nella fabbrica di Retiers, allo scopo di ottenere una maggiore durata di conservazione.

Un metodo utilizzato per abbassare i costi di produzione in cinque fabbriche (Gap, Vitré, Parigi, Montauban e Laval) e mantenere il passo con la concorrenza. Secondo la sentenza della Corte d’Appello di Angers (città vicino a Nantes, nel nord della Francia), il sistema Urion avrebbe generato profitti illeciti per 11 milioni di euro, in violazione di tutte le normative comunitarie in materia alimentare. Sempre nel 2000, quando l’attuale ceo Emmanuel Besnier prese il posto del padre Michel come presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo, finì nella bufera anche il direttore dei macelli della Tendriade – controllata del gruppo che commercializza carni – per una vicenda di falsificazione della data di scadenza di centinaia di pezzi di vitello, venduti nel 1997 ma già scaduti da due anni. Proprio nel 1997, Marcel Urion fu protagonista di un’altra battaglia legale che vide i Besnier contrapposti a Entremont, società leader sul mercato dell’Emmenthal transalpino con il 40% della produzione. Il Tribunale di Annecy condannò Lactalis al pagamento di una multa di 50mila franchi francesi per «falsa pubblicità», in quanto l’Emmenthal prodotto dai Besnier non rispettava il procedimento di fabbricazione fissato dalla legge francese nel 1988. 

Nella sentenza del 2007 – allora i francesi aveva già portato a compimento la campagna acquisti dei marchi Invernizzi, Galbani e Vallelata – Urion fu inoltre condannato per aver occultato le prove della pratica illegale agli ispettori della Dccrf, ordinando ai propri dipendenti di eliminare 10mila galloni di latte adulterato, oltre alle registrazioni dei materiali utilizzati per “allungare” il latte. Al termine del procedimento, i Besnier sborsarono 826mila euro di risarcimento danni alle associazioni dei consumatori, degli agricoltori e per i danni d’immagine all’industria casearia d’Oltralpe.  

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