A Napoli il Pd si arrende alle condizioni di De Magistris

A Napoli il Pd si arrende alle condizioni di De Magistris

NAPOLI – La sala dell’ex Metropolitan, glorioso cinema dei Napoli, è piena all’inverosimile. Duecento e passa posti a sedere, ma dentro ci sono almeno trecento persone: è la prima volta durante questa campagna elettorale che Luigi de Magistris, candidato a sindaco di Napoli, si presenta ad una platea convocata ufficialmente da un esponente del Partito Democratico. Si tratta di quell’Umberto Ranieri che la scorsa estate aveva querelato l’ex pm al culmine d’uno scambio al vetriolo d’accuse nello psicodramma delle primarie del centrosinistra. Lo stesso che oggi è diventato il passepartout per accreditare De Magistris verso quella borghesia democrat che male ha digerito l’amministrazione di Rosetta Iervolino ma anche la candidatura Pd-Sel del prefetto Mario Morcone, sconfitto al primo turno.

L’appuntamento è alle 10 ma. si sa, la Napoli domenicale ha il risveglio lento: solo poco prima delle 11 fa capolino Ranieri. Con lui, i suoi fedelissimi come Amedeo Lepore. C’è l’ex segretario provinciale Pd annegato nella vicenda primarie, Nicola Tremante. Dell’estabilshment bassoliniano e cozzoliniano poco o nulla in sala. Gli ex assessori dell’era di don Antonio e Rosetta ci sono, ma divisi dalle correnti e fedi politiche: con Lepore (che fu assessore all’Edilizia) c’è Raffaele Tecce che però ora è dirigente della Federazione delle Sinistre da subito schierata con De Magistris. C’è Amato Lamberti, già assessore con Bassolino nonché presidente della Provincia di Napoli. Degli assessori comunali uscenti ci sono l’ex Guardasigilli Luigi Scotti e Mario Raffa, il primo responsabile della Legalità, il secondo con la delega al Lavoro.

Il Pd, insomma, è con De Magistris. Dopo l’endorsement di Massimo D’Alema in un’intervista al Mattino, arriva anche un documento firmati dai vertici locali, il commissario provinciale Andrea Orlando e il segretario regionale Enzo Amendola. In politica questo vuol dire che in caso di vittoria al Pd non potrà sfuggire la poltrona di vicesindaco. Per ora è un affronto non da poco per il partito di Bersani, visto che l’ex pm di “Why not” non ha voluto sentire nemmeno parlare di apparentamento con Pd e vendoliani: domani ufficialmente scade il termine formale per consegnare le dichiarazioni di “patto elettorale”. Sulla scheda non ci saranno altri simboli. De Magistris corre da solo. Ranieri incassa e abbozza: «A lui non chiediamo né posti né poltrone, ma solo di far bene il sindaco di Napoli». E giù applausi di fronte ad una platea difficile: quella della borghesia partenopea, scontenta e un poco lamentosa (ma guai a dirlo in campagna elettorale). 

Non va tutto liscio, però: la sala è davvero piccola per le esigenze e non c’è il microfono. E l’episodio si trasforma in un esperimento in vitro di quello che potrebbe succedere di qui a poche settimane a Palazzo San Giacomo. Insomma: c’è una esigenza (sala piccola e afosa, niente microfono) e la gente borbotta e fa pressione: vuole respirare e ascoltare. De Magistris sale su un gradino e urla da capopopolo: «I luoghi chiusi non ci contengono più, andiamo fuori, in piazza!». Standing ovation. Tutti in piazza, quindi? Macché. Ci vogliono i permessi per il comizio all’aperto. non si spostano mica trecento persone così. Dunque, bisogna arrangiarsi con quello che c’è. Ranieri si sgola e poi il candidato sindaco fa l’istesso, fin quando arriva fortunosamente il microfono.

Ed è allora che Luigi de Magistris dà il meglio di sé. E in una mezcla arrembante unisce i rifiuti di Napoli e Gheddafi, le rivolte d’Egitto e il federalismo municipale, le centrali nucleari e il dissesto di bilancio. Le frasi-chiave come il «no al partito unico della spesa pubblica» e «aprire le finestre del Palazzo far entrare aria nuova» fanno presa: nessuno lascia la sala prima che “Giggino” abbia concluso il suo intervento. Tra il pubblico, ovviamente, Gerardo Marotta, direttore dell’Istituto degli studi filosofici, personalità di spicco a Napoli, sostenitore da sempre della candidatura dell’ex pm. Nel primo pomeriggio, poi, De Magistris ostenta sicurezza nel confronto tv con Gianni Lettieri su Raitre nel salotto di Lucia Annunziata. «Parli come se io avessi già vinto», dice all’uomo del Pdl al termine della mezz’ora tivvù.

«Il Pd non chiede nulla a De Magistris» ribadisce Ranieri che qualcuno aveva indicato come possibile vicesindaco. E l’europarlamentare Idv rincara: «Sono di sinistra, ma sono il sindaco di tutti, voglio anche l’appoggio della gente di destra, dobbiamo liberare Napoli». Ma fuori l’affollato cinema di Chiaia una lunga sequenza di manifesti chiarisce bene quella che sarà la linea del centrodestra di Nicola Cosentino in questi ultimi frenetici giorni: «Bassolino, Iervolino, De Magistris: ancora la sinistra?».

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