Bendandi, l’uomo che ha previsto il terremoto di Roma

Bendandi, l’uomo che ha previsto il terremoto di Roma

Roma sarà distrutta da un terremoto l’11 maggio 2011. La previsione è attribuita a Raffaele Bendandi, sismologo autoproclamato, astronomo amatoriale, scopritore novantanove anni fa di quattro pianeti che ancora non sono stati individuati da nessuno. L’uomo che (non) prevede i terremoti nasce in quel di Faenza nel 1893 e vi muore nel 1979. Nel 1931 deposita una busta all’Accademia pontificia delle scienze che viene aperta da un notaio all’indomani della sua morte. «Il sismologo autodidatta ha lasciato appunti, molto ermetici, su eventi fino al 2025», scrive il Corriere della Sera del 28 dicembre 1979. Tra gli eventi previsti un terremoto che colpirà l’Europa «molto marginalmente» nel 1980. Ora, prevedere che ci sarà un terremoto in un determinato anno è un po’ come preconizzare che pioverà: ogni anno si verificano centinaia di terremoti; oppure è come predire un’acqua alta a Venezia (cosa che Bendandi ha peraltro fatto, prevedendone una eccezionale per il 17 e 18 febbraio 1980: non c’è stata; invece qualche mese prima, il 22 dicembre 1979, si è verificata la seconda acqua alta del secolo, ma Bendandi non l’aveva annunciata). La previsione per il 1980 diceva che il sisma avrebbe colpito l’Europa soltanto alla lontana. Il terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia ha provocato 2.900 morti: alla faccia del «molto marginalmente».

Raffalele Bendandi viene da una famiglia molto povera, arriva appena alla quinta elementare, impara a fare il falegname intagliatore, fa l’apprendista orologiaio, ma la sua vera passione sono gli astri e il sottosuolo. Si dedica all’astronomia e ai terremoti tanto che viene anche ammesso nella Società sismologica italiana, salvo venirne poi cacciato quando i terremoti si mette in testa di prevederli. Da lì ne deriva una rabbia sorda contro la “scienza ufficiale” che si porterà dentro fino alla morte. Diventa una specie di star durante il fascismo, il prototipo dell’italiano che si fa da sé, tanto che Mussolini lo fa cavaliere nel 1927. Gli impone però di starsene a bocca chiusa perché prevedere che, per esempio, Roma sarà rasa al suolo da un terremoto potrebbe avere conseguenze spiacevoli per il regime. Arriva in suo soccorso l’agenzia americana Upi che gli fa un contratto e così lui continua a prevedere terremoti per la gioia dei lettori d’oltreoceano: in effetti gli archivi del New York Times riportano parecchi articoli che scrivono di sismi predetti dall’«intagliatore italiano».

Su cosa si basi il suo metodo per prevedere i terremoti è presto detto: i pianeti eserciterebbero sulla crosta terrestre un’azione simile a quella della Luna sulle maree. Quando raggiungono un determinato allineamento la sollevano e sotto fa crac, originando le scosse telluriche. Tutto ciò il faentino lo deduce studiando le macchie solari (che sarebbero strettamente legate ai terremoti). Nel Popolo d’Italia del 1° agosto 1931 (per i distratti si tratta dell’organo del Partito fascista) firma di persona un lunghissimo articolo intitolato «Bendandi annunzia una sua importante scoperta», con la spiegazione che il ciclo undicennale delle macchie solari è dovuto all’allineamento di Venere, Terra e Giove che si verifica, per l’appunto, ogni undici anni. Interessante notare che la lunga sbrodolata astronomica viene preceduta da un distico in cui la redazione afferma: «pubblichiamo di buon grado», aggiungendo «senza tuttavia entrare nel merito della dettagliata esposizione scientifica, non essendo nostro compito di farlo». Della serie: mettiamo le mani avanti.

Ma per spiegare come avvengano i terremoti non basta questo allineamento planetario, è necessaria pure l’influenza di altri quattro corpi celesti, quattro pianeti «ultranettuniani» della cui esistenza Bendandi sarebbe stato sicuro fin dal 1912, ma che annuncia «con certezza» soltanto nel 1939. La Stampa di lunedì 27 novembre 1939 annuncia trionfante: «La vastità del sistema solare ampliata cinquanta volte dai nuovi quattro pianeti». Capito? Scettici miscredenti: ecco cosa può l’italica scienza. Proseguendo nella lettura dell’articolo si scopre anche che lo scienziato autodidatta ha già deciso come battezzarli: «I quattro cosmici neonati portano i nomi augurali di Italia, Roma, Rex e Dux». Più avanti c’è anche scritto quanto i pianeti siano grandi, quanto distino dal Sole e quanto duri il loro anno (ovvero una rivoluzione attorno al Sole): 385 anni terrestri per Italia, 782 per Roma, 1357 per Rex, mentre per Dux, il più lontano di tutti, un anno equivale a 2865 rivoluzioni terrestri. Bendandi aggiunge anche che qualora qualcuno gli dia uno strumento adatto (leggasi: potentissimo telescopio) lui sarebbe pure in grado di individuarli, questi pianeti.

Qualche mese dopo l’Italia entra in guerra, la gente ha altro per la testa, i bombardamenti aerei provocano più morti dei terremoti e, trascorso qualche anno, un giornalista dell’Europeo piuttosto conosciuto, Gian Carlo Fusco, si ricorda di quell’ometto perennemente col basco in testa, un po’ incazzoso, che preannuncia terremoti qua e là per il globo. Il contenuto dell’articolo, nel numero del 12 marzo 1953, è sorprendentemente simile a quello di quattordici anni prima: se qualcuno gli desse lo strumento adatto, Bendandi sarebbe in grado di vedere i «corpi oscuri», come ora li nomina. Solo che nell’Italia repubblicana e antifascista non è più il caso di chiamarli Rex e Dux e così decide di battezzare il primo dei pianeti individuati con il nome di Mr Taylor, il canadese che avrebbe dovuto inviargli un supertelescopio. Inutile dire che nel nostro firmamento non esistono né il pianeta Taylor, né gli altri corpi oscuri ipotizzati da Bendandi.

I giornalisti continuano a interpellarlo in occasione dei terremoti che si susseguono nei decenni e le sue previsioni terrorizzeranno i friulani nell’estate del 1976, ovvero nell’intervallo intercorso tra le scosse del 6 maggio (900 morti) e del 15 settembre (nuovi crolli ed esodo della popolazione durante l’inverno successivo). La vulgata vorrebbe che Bendandi abbia previsto il terremoto del Friuli, ma la cosa proprio non risulta. In ogni caso va sottolineato che l’Osservatorio Bendandi di Faenza smentisce con forza la predizione di un terremoto a Roma l’11 maggio.

Resta la domanda di fondo: quale credibilità possono avere previsioni formulate basandosi sugli allineamenti di quattro pianeti che non esistono? Forse la stessa attendibilità con la quale Bendandi ha calcolato la data dello sprofondamento di Atlantide (10431 a.C) e quella della fine del mondo (2521). I romani l’11 maggio stiano tranquilli: *gl’uomo del sole*h, come qualcuno l’aveva ribattezzato, sembra piuttosto essere *gl’uomo delle sóle*h. 

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