Dsk, il mostro si dimette ma continua a negare

Dsk, il mostro si dimette ma continua a negare

Banchieri inglesi, occhio al bonus. Sulla prima pagina del Financial Times di oggi spazio alla riforma della Fsa, l’autorità che supervisiona la finanza londinese. L’organo di vigilanza sarà diviso in due: la Fca, che monitorerà le operazioni di mercato e si riferirà alla Bank of England, e la Pra, che si occuperà di dividendi e bonus al management.
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Sempre in prima sul Ft i timori che il riscadenziamento del debito greco, una “ristrutturazione soft”, sia l’anticamera di una ristrutturazione “hard”. Secondo quanto rivela il quotidiano della City, a Jean-Claude Trichet non sarebbe piaciuta la decisione presa dall’Ecofin su Atene.
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La storiaccia di Dsk non ci voleva per l’Egitto. Il Ft spiega che il Paese ha chiesto un prestito da 4 miliardi di dollari al Fmi per tentare una ripartenza dell’economia dopo l’uscita di scena del leader Mubarak, che ha lasciato un buco di bilancio di 12 miliardi di dollari.
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Apertura del Wall Street Journal ancora una volta dedicata a Dominique Strauss-Kahn, che ha rassegnato le dimissioni da direttore del Fmi continuando però a negare le accuse. Secondo il quotidiano americano, al segretario al Tesoro Tim Geithner non dispiacerebbe rimpiazzare Dsk con l’attuale ministro dell’Economia francese Christine Lagarde.
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In prima sul Wsj anche la quotazione del colosso svizzero Glencore, fondo specializzato in commodities. L’Ipo arriva in un momento in cui le materie prime segnano continui rialzi, per questo è molto atteso dagli investitori. Il prezzo dovrebbe essere di circa 8,60 dollari.
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Vienna non vuole versare alla Grecia ulteriori 26 miliardi. Il Wsj raccoglie le perplessità di cittadini e autorità austriache nei confronti di un prestito pubblico garantito da dichiarazioni di riforme da parte di Atene. Molto meglio applicare la Vienna Initiative. Ecco di che si tratta:
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Sul New York Times interessante lettura dei parallelismi tra la vicenda di Dks e la scoperta del figlio segreto di Schwarzenegger, all’origine della sua separazione dalla moglie. In entrambi i casi, scrive il Nyt, le due donne, entrambe cameriere, sono rimaste in silenzio e ai margini delle ricostruzioni giornalistiche.
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Il Washington Post analizza la longevità delle coppie americane. In Usa ci si sposa più tardi con un livello di reddito e di formazione maggiori rispetto agli anni ’90, per questo i matrimoni durano di più. Il Census, l’ufficio statistico Usa, rileva che un terzo delle coppie sposate lo sia da più di 15 anni.
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Anche su Usa Today spazio a un’analisi sulla longevità degli americani. Secondo il Census, dal 2000 al 2010 la fascia della popolazione compresa tra i 55 e i 64 anni è raddoppiata in alcune grandi città come Denver o Atlanta.
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Sull’Independent magistrale analisi dello storico inviato Robert Fisk sul discorso che terrà oggi Obama per ridefinire le strategie Usa nell’area mediorientale. Per Fisk la primavera araba ha reso oltremodo difficile la situazione dell’alleato israeliano.
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Sul Guardian spazio al messaggio postumo di Osama bin Laden. Il leader di Al Quaida mostrava compiacimento per le rivolte in Tunisia, Egitto, Libia e Siria, un “vento nuovo” nel mondo arabo.
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Su Le Monde spazio alla possibile linea difensiva che gli avvocati di Dsk stanno studiando in questi giorni. Alcune similitudini tra la vicenda di Dsk con quella che ha coinvolto il rapper Jay-Z potrebbero tradire alcune mosse a effetto degli avvocati.
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Spunta un testimone chiave nell’affaire Dsk. Come rivela il quotidiano conservatore Le Figaro, un altro dipendente del Sofitel sarebbe entrato nella suite di Dsk dopo la cameriera, spingendo la porta lasciata socchiusa dalla collega, per continuare la pulizia della stanza.
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Der Spiegel raccoglie il risentimento dei partiti di opposizione all’ennesima ancora di salvataggio lanciata alla Grecia con l’assenso tedesco. L’europeismo di Angela Merkel potrebbe costare caro alla Cdu, scrive il settimanale.
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El Economista dedica ampio spazio all’oceanica manifestazione di ieri in Plaza del Sol a Madrid. Migliaia di giovani del movimento “15 maggio” (simile ai grillini italiani) hanno invaso la capitale a pochi giorni dalle amministrative. La disoccupazione record è la principale preoccupazione.
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Nell’anno di Fukushima, a ricevere il “nobel nepalese” per la pace i sindaci delle città di Hiroshima e Nagasaki, per il loro impegno contro la proliferazione nucleare e nel ricordo delle vittime della bomba atomica. Il reportage del Japan Times.
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