«Le azioni si pesano, non si contano». Adattando il vecchio motto di Enrico Cuccia alle amministrative milanesi, i voti non sono tutti uguali. Che a Milano ci sia differenza nelle forze economiche messe in campo dai diversi candidati e partiti, non è un mistero. A guardare i risultati del primo turno e mettendoli in relazione con le spese dichiarate da liste e candidati ci sono diverse sorprese. Il ritorno sull’investimento è tutto a favore di Pisapia.
Per il centrodestra, Letizia Moratti ha raccolto un po’ più del 41% dei voti. In termini assoluti la sindaco uscente ha totalizzato 273.401 voti, dichiarando una spesa di 6 milioni: ogni voto, quindi è “costato” circa 22 euro. Anche tra le liste legate agli assessori della giunta uscente e che sostengono il sindaco, come Milano al Centro di Mariolina Moioli e Giovanni Terzi o Progetto Milano Migliore di Edoardo Croci, i conti non sono migliori. Anzi. I voti espressi hanno un “costo unitario” per voto che oscilla fra i 101 euro di Milano al Centro ai 184 euro della lista dell’ex assessore all’ambiente, Croci. La lista, che mirava a «rimettere l’interesse e la cura per la nostra città al centro», ha raccolto il 2,43% dei voti con spese per quasi un milione e mezzo di euro, il secondo budget all’interno del centrodestra. Più di Milano al centro ha speso solo il Popolo della Libertà, che dichiara spese per 3 milioni di euro. Alla Lega Nord, che ha preso 57 mila voti pari al 9,63%, ogni voto è “costato” 6,2 euro, la più economica fra le liste a supporto della Moratti, ad eccezione de La Destra, che ha detto di aver speso 5 mila euro.
La lista dell’ex assessore Edoardo Croci, poco più di 3 mila voti (pari allo 0,5%) ha speso 557 mila euro, e così si arriva alla cifra di 184 euro spesi per ogni voto ricevuto. Una terza lista fra quelle di centrodestra, quella di Giovani per l’Expo, fatta di «ragazzi che si avvicinano per la prima volta alla politica», ha speso quasi un milione di euro (970 mila euro) per 1.208 voti pari allo 0,20%. Ogni voto costa ben 803 euro. Si tratta di più di quanto hanno speso tutte le liste del centrosinistra messe insieme, esclusi i costi legati al candidato, Giuliano Pisapia.
I voti a sostegno di Pisapia sono stati 315.862, e sono costati ciascuno 2,7 euro. Nel centrosinista, il Partito Democratico ha totalizzato 170.551 voti “costati” ognuno 1,7 euro. Dieci volte meno di quanto abbia investito per un voto il Popolo delle Libertà, che ha raccolto 171.222 voti, ma impegnando per ciascuno 17 euro e 52 centesimi. Fra le liste, non brilla il rapporto fra spesa e voti ricevuti della Lista Milly Moratti per Pisapia, che ha speso 93 mila euro, seconda in coalizione. Il risultato alle urne è stato quasi 8 mila voti, con un costo per ciascuno di 11 euro circa.
Molto interessante è guardare al rapporto fra Italia dei Valori e il vero outsider di queste elezioni: il Movimento 5 Stelle. Al di là delle affinità, rimane il fatto che il partito di Di Pietro ha speso 14 mila euro arrivando a 15 mila voti, mentre i “grillini” hanno speso solo 7 mila euro portando a casa oltre 20 mila voti. Tutto questo avendo anche un candidato sindaco, Mattia Calise.
In questa tornata elettorale a Milano il totale dei voti per i candidati sindaci è stato di 657.379, mentre le liste hanno raccolto poco meno di 600 mila voti. Per quanto riguarda le spese, Letizia Moratti ha detto che spenderà una cifra uguale a cinque anni fa, 6 milioni di euro. Giuliano Pisapia ha dichiarato spese per 874 mila euro. Oltre alla diversa forza economica, i dati dicono che il centrosinistra ha speso molto meno e molto meglio del centrodestra e della sua candidata. E mancano ancora 9 giorni al ballottaggio.