Silenzio elettorale? Avremmo preferito quello amministrativo

Silenzio elettorale? Avremmo preferito quello amministrativo

L’ultima polemica della campagna elettorale ha riguardato la supposta violazione del silenzio elettorale da parte di Giuliano Pisapia. Un comunicato di poche righe per ricordare la figura di Walter Tobagi, vittima del terrorismo rosso, ha scatenato la piccata reazione del sindaco Letizia Moratti, che ha tirato in ballo addirittura il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Sproporzioni e scompostezze che lasciano perplessi, tanto più che arrivano alla fine di una campagna elettorale che ha mostrato in molti casi –  Lassini e calunnie in diretta a Sky – che gli attacchi scomposti non pagano, o forse non pagano più.

Più del silenzio elettorale, in verità, a noi starebbe a cuore, in questi giorni, il silenzio amministrativo. Una giunta uscente, che ha perso il primo turno in modo netto e si gioca il tutto per tutto al secondo turno, dovrebbe forse astenersi dal prendere – o anche solo dal ratificare – decisioni strategiche che hanno molto da dire della Milano che verrà. Tanto più che, anche in caso di vittoria, la Moratti governerà con una squadra tutta diversa, che potrebbe legittimamente voler ripensare tattiche, strategie e singole scelte. Ci si aspetterebbe insomma un “fermi tutti, le cose importanti le vediamo dopo le elezioni”.

E invece non va così. Pensiamo all’assegnazione a Impregilo (controllata da Ligresti, gruppo Gavio e Benetton)dei lavori della Metropolitana 4, avvenuta ieri, o della discussione (prima sembrava decisiva poi è stata derubricata in informativa) che si terrà domani in A2A – controllata dal Comune di Milano insieme a quello di Brescia. Si discuterà dei destini della quota rimanente di Metroweb (23,5%), ora controllata maggioritariamente dal fondo inglese Stirling Square. Sulla trattativa per Metroweb, peraltro, tra smentite e rumors, non si è ancora ben capito se ci sia una trattativa in esclusiva con Intesa Sanpaolo e F2i. L’ultima presa di posizione ufficiale di A2A registra che ci sono colloqui, ma nessuna eslcusiva. Con il dovuto rispetto del mercato e della sua riservatezza, qualche dettaglio in più ai cittadini milanesi – azionisti di A2A in quanto elettori del Comune – non farebbe male.

Non vogliamo naturalmente affermare che nelle due questioni “ci sia del marcio”, per carità. È però una questione di rispetto sostanziale della democrazia cittadina e della volontà degli elettori. Davvero un mese in più, con la nuova giunta di qualunque colore, avrebbero creato disastri alla città? Davvero non si poteva valutare tutta la vicenda-Metroweb con maggiore serenità appena insediata la nuova giunta, magari valutando seriamente – una volta per tutte – se cinque anni fa Aem (allora come oggi guidata da Giuliano Zuccoli) aveva venduto al meglio Metroweb, oggi assai rivalutata nelle mani di Stirling Square Capital Partners?

Sono domande che sorgono spontanee, in una città che in questi cinque anni di amministrazione ha accumulato grandi ritardi su partite importanti, a cominciare dall’Expo. E adesso, di colpo, si trova a veder decise e improvvisamente accelerate altre questioni, proprio a cavallo del secondo turno. Quasi un recupero tardivo della nostra proverbiale efficienza: da milanesi avremmo aspettato volentieri 48’ore in più.

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