Aspettando Obama, De Magistris riceve nomi dai partiti

Aspettando Obama, De Magistris riceve nomi dai partiti

NAPOLI – «Arriva Barack Obama? E gli facessero fare uno spot col sacchetto della differenziata…». La caustica ironia di uno degli ex assessori comunali coglie in pieno lo spirito di questi ultimi giorni di fine dell’impero a Palazzo San Giacomo, per quindici anni dominato da Antonio Bassolino prima e Rosetta Iervolino poi. Oggi si è insediato Luigi de Magistris. Ma il suo sogno di emulare i fasti del G7 («vorrei a dicembre Obama qui a Napoli») magari per offrire al presidente degli Stati Uniti una “pizza a portafoglio” passeggiando lungo il Decumano (come fece Bassolino con Bill Clinton) cozza con una serie di problemi quotidiani che renderanno difficile il cammino del sindaco “scassatutto”.

«A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?: questa frase di don Lorenzo Milani è stata uno degli slogan più riusciti della campagna dell’europarlamentare (dimissionario) di Italia dei Valori. Che le mani dalle tasche dovrà togliersele, soprattutto per firmare: delibere ma non solo. Anche bandi di gara. E, soprattutto, rinnovi di manager delle società partecipate e dirigenti. Ci sono quasi 80 tra presidenti, amministratori delegati, consiglieri d’amministrazione, presidenti e componenti dei collegi di revisione delle 22 società nelle quali il Comune di Napoli ha una partecipazione o in alcuni casi il controllo totale.

Alla voce “debiti”, tra spa, consorzi, srl e scarl, la cifra è da capogiro: 1,3 miliardi e 9.200 dipendenti sul groppone. La madre di tutti i bubboni si chiama bilancio: entro il 30 giugno la giunta prima e il Consiglio poi dovranno licenziare il consuntivo 2010 e dunque certificare il lavoro fatto dall’Amministrazione Iervolino. Se la manovra non dovesse essere approvata, il rischio sarebbe il commissariamento record del Comune. Il centrodestra napoletano, incattivito dalla clamorosa sconfitta di Gianni Lettieri, già sta lavorando per non dar tregua alla nuova amministrazione su questa vicenda. Tuttavia de Magistris ha dalla sua una maggioranza che definire bulgara è un eufemismo.

I problemi però sono tanti: qualche mese fa Iervolino, trovandosi nella necessità di dover bandire un concorso interno per dirigenti ha pensato bene di saltare a pie’ pari il problema rinnovando tutti i contratti in scadenza fino al 30 giugno. Si tratta di 105 dirigenti a tempo determinato, persone che sono in ruoli chiave (comunicazione, contratti, welfare, tanto per dirne alcune). Cosa farà il sindaco che ha promesso “aria nuova” nelle stanze del Palazzo? Spoil system o concorsi? Proroghe o tagli? Metterà mano anche all’assetto degli uffici disponendo trasferimenti, cambi di ruolo e di competenze? La paura fa 90 e fra molti dirigenti del Comune serpeggia la preoccupazione di dover staccarsi dalla poltrona che occupano da anni.

E ancora: riuscirà a licenziare i bandi di gara per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade cittadine che sempre più spesso vanno deserti a causa della fama di cattivo pagatore dell’Ente? Ente che tra l’altro non gode più nemmeno della fiducia delle banche che non accendono più mutui, se non in presenza di garanzie patrimoniali. Non abbiamo parlato dei rifiuti: quello è il banco di prova fondamentale per il neoeletto primo cittadino: lo aspettano tutti al varco. Occorrerà farsi venire un’idea anche forte, di comunicazione, dove troppi hanno clamorosamente fallito.

Questo è dunque lo scenario di riferimento per de Magistris che da venerdì sarà sindaco operativo al cento per cento. Già, ma gli uomini? Oggi c’è stato un vertice a Roma e i primi a consegnare non uno, ma due foglietti (uno nazionale e uno locale) con le indicazioni di papabili assessori è stata la Federazione delle Sinistre. Poi c’è il Pd, col quale de Magistris al ballottaggio non ha siglato un apparentamento formale ma solo sostanziale, rispettato dai Dem (lo dicono i dati elettorali che il neoeletto sindaco ha analizzato ieri pomeriggio). Archiviata l’opzione Umberto Ranieri, l’accordo dovrebbe essere quello dell’indicazione di un vicesindaco donna, al massimo 40enne e non organica al Pd ma “di area” e di tradizione riformista: il nome è quello di Paola De Vivo.

Insieme a questo, l’accordo col Pd prevede un “pacchetto dirigenti e partecipate”: almeno fino alla fine del 2011 non si mette mano in nessun modo a quest’aspetto, in particolare a Bagnolifutura, dov’è in corso il delicatissimo iter della vendita dei suoli. Con Italia dei Valori, originario partito di riferimento già accantonato, de Magistris ha il rapporto più conflittuale: Antonio Di Pietro vorrebbe un suo assessore di peso, un nome politico. Il sindaco nicchia e chiede agli altri partiti nomi di area e non legati al passato della politica partenopea: «Entro dieci giorni – promette – avrete la giunta».

Il totoassessori vede dei punti fermi, come i docenti universitari Riccardo Realfonzo e Alberto Lucarelli con le deleghe al Bilancio e ai Beni comuni, Raffaele Del Giudice di Legambiente al Decoro urbano, Sergio D’Angelo, presidente del gruppo di imprese sociali Gesco, al Welfare. Possibile l’inserimento in squadra anche di Alessio Postiglione (delega ai giovani), consigliere politico dell’ex pm già a Bruxelles. Incognita per Tommaso Sodano: l’ex senatore vuole che siano i vertici nazionali FdS a indicarlo come assessore ai rifiuti, de Magistris teme che il suo nome generi (dal centrodestra) accuse di continuità col piano rifiuti di Pecoraro Scanio. Poi, c’è sempre l’idea di avere in giunta Roberto Saviano. Insomma, prima di sognare l’Obama natalizio, di lavoro ce n’è. Nel frattempo, la President’s schedule del mese di dicembre è prudentemente vuota. Aspettando l’invito ufficiale di ’o sindaco.

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