Due debacle in meno di quindici giorni. John Hopper, corrispondente da Roma del Guardian, scrive che a parte l’effetto – Fukushima il raggiungimento del quorum significa che gli elettori italiani hanno voltato le spalle al proprio ruspante primo ministro.
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Sul Financial Times Guy Dinmore spiega che nonostante nei giorni scorsi Berlusconi avesse dichiarato che il Governo sarebbe andato avanti lo stesso a dispetto del risultato del referendum, l’esito delle urne ha un significato ben preciso: gli elettori vogliono fare sentire la loro voce.
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Il Wall Street Journal si concentra soprattutto sulla vittoria del no al nucleare, cercando di capire quali saranno le implicazioni per la politica energetica italiana.
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Sull’agenzia finanziaria americana Bloomberg, la vittoria dei sì al referendum potrebbe minare ulteriormente la credibilità della coalizione di Berlusconi: le elezioni anticipate non sono più una possibilità così peregrina.
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Per il quotidiano francese Les Echos il responso delle urne è un giudizio severo sulla coalizione guidata da Berlusconi. Anche il foglio economico transalpino ora punta l’attenzione sulla Lega Nord.
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Per El Paìs il raggiungimento del quorum in tutti i quesiti referendari indica che «è evaporata la fiducia tra Berlusconi e gli elettori che lo hanno votato tre anni fa». Ora diventa centrale il ruolo della Lega Nord.
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