Da Roma il partito della pajata va all’attacco di Pontida

Da Roma il partito della pajata va all’attacco di Pontida

ROMA – Ministeri, Raccordo anulare e pajata. Il «partito romano» scende in campo per difendere i simboli della Città Eterna. L’asse è collaudato e rigorosamente trasversale: con il sindaco della capitale Gianni Alemanno si sono schierati il presidente della Provincia Nicola Zingaretti (Pd) e la governatrice del Lazio Renata Polverini. 

Esclusa la battaglia per il tradizionale piatto a base di frattaglie – bandito dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare dopo l’emergenza mucca pazza – sugli altri fronti chi rischia è il governo Berlusconi. Per scongiurare il trasferimento dei ministeri al Nord e l’introduzione di pedaggi sulla tratta autostradale attorno alla città, i tre sono pronti allo scontro. E per avere conferma basta leggere le loro bellicose dichiarazioni.

«Da Pontida non esca fuori una provocazione contro Roma – ha ammonito l’Esecutivo Alemanno – perché reagiremo con estrema durezza. La misura è già ampiamente colma». E ancora: «Non è solo la Lega che può porre condizioni – ha concluso il sindaco – c’è anche un partito romano che è altrettanto in grado di porre condizioni». La sensazione è che nella Capitale, come al Nord, qualcuno abbia iniziato a pensare al dopo-Berlusconi. E stia cercando disperatamente di riguadagnare un po’ del consenso elettorale perduto.

Le accuse di Alemanno sono tutt’altro che campate in aria. Esemplare il caso delle ultime amministrative, quando la lista civica “Città Nuove” di Renata Polverini ha presentato – proprio con l’appoggio di Alemanno – alcuni candidati sindaci alternativi al Pdl. Un affronto. Sufficiente ad alzare lo scontro tra le correnti del Popolo della libertà romano. E a creare i presupposti per una prossima, possibile, scissione sotto l’ombra del Colosseo.

Ai referendum, poi, la coppia Polverini-Alemanno ha sfidato apertamente il premier. Non solo i due sono andati regolarmente a votare (anche se il sindaco ha voluto precisare di aver ritirato solo la scheda sul nucleare). Ma il giorno dopo la governatrice si è persino permessa di mettere il dito nella piaga: «Invitare gli italiani a restare a casa e andare al mare – il suo commento sul Corriere della Sera – è stato un errore. Un errore grossolano, soprattutto dal punto di vista politico. Mi spiace per Berlusconi, ma questo per lui non è un gran momento».

Ma non ci sono solo i trasferimenti dei ministeri al Nord. A Roma si discute anche dell’introduzione di pedaggi sul Grande Raccordo Anulare. I tre esponenti del «partito romano» sono già al lavoro sul dossier. «Con Zingaretti e Alemanno – ha spiegato poche ore fa il presidente Polverini – stiamo già cominciando a lavorare su un documento». A breve dovrebbe essere pronta una lettera da inviare a Palazzo Chigi. Per difendere i pendolari e scongiurare la costruzione di caselli sul Gra, la Regione è pronta ad acquistare la tratta. O quantomeno «a farsi carico della manutenzione». Un’ipotesi di difficile realizzazione, ma sempre più civile della proposta di Alemanno. «Se mettono i caselli – aveva annunciato qualche mese fa – li sfondo io con la macchina».

Il bello è che qualcuno lo prende pure in parola. È il caso di Veronica Cappellaro, presidente della commissione Cultura della Regione Lazio. «Così si fa! – il suo commento alle affermazioni di Alemanno su Pontida – Finalmente il sindaco ha lanciato il grido d’attacco alle valli longobarde, ribellandosi alle rivolte dei territori occupati. Siccome non è difficile immaginare cosa uscirà dalle barbare bocche degli alleati leghisti contro la Capitale a Pontida, propongo un’invasione preventiva del luogo sacro ai padani, con alla testa del corteo proprio Alemanno, novello Carlo Magno». Roba da far impallidire Borghezio.

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