Tommaso Sodano è stato presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato nella XV legislatura. Nel 2003 ha denunciato irregolarità nella gara che ha assegnato alla Fibe la costruzione dell’inceneritore di Acerra e alla società madre, la Impregilo, la gestione del ciclo industriale dei rifiuti in Campania. Grazie alle sue denunce sono partite le inchieste sui vertici della Impregilo e sul governatore Antonio Bassolino. Nel 2008, dopo aver denunciato le connivenze fra camorra e politica nella gestione dei rifiuti in Campania, ha ricevuto minacce di morte ed è stato messo sotto scorta. È autore del libro «La peste» (edito da Rizzoli e scritto a quattro mani con il giornalista Nello Trocchia). Oggi è vicesindaco di Napoli e assessore all’ambiente con delega ai rifiuti.
De Magistris ha esordito come sindaco con l’impegno di portare la raccolta differenziata al 70% in sei mesi. Oggi Napoli è ferma al 18,6% secondo dati Istat 2010, come arrivarci?
È evidente che possiamo raggiungere gli obiettivi gradualmente. Con la prima delibera daremo una scossa: no al termovalorizzatore, raccolta differenziata porta a porta e potenziamento del trattamento della frazione umida. Azioni immediate che i coinvolgeranno anche le associazioni di categoria e il mondo dei comitati che in questi anni si sono dati da fare. Vogliamo dare una scossa con un cronoprogramma preciso: chi fa cosa e in quali tempi.
Un obiettivo da raggiungere senza la costruzione del termovalorizzatore di Napoli est..
È inutile e dannoso per la città perchè prevede di bruciare 450mila tonnellate all’anno con un contratto capestro: un affare solo per chi si aggiudica la gara. Io penso che gli inceneritori non siano affatto a basso impatto ambientale. Quella zona ha bisogno di bonifiche non di altri impianti (nella stessa zona è funzionante un impianto a Turbogas) che risulta dal Piano regolatore zona di riqualificazione urbana. Siamo stati votati per non costruire gli inceneritori..
Come conciliare i vostri piani con la volontà del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro che spinge per il secondo termovalorizzatore nella regione?
Noi speriamo di convincerlo che è inutile con il nostro piano dei rifiuti. Lo stesso che presenteremo anche all’Unione Europea per sbloccare i 300 milioni di fondi. Sicuramente anche le altre istituzioni devono fare la loro parte.
Al quotidiano «Il Mattino» ha dichiarato che «servono almeno cinque impianti di compostaggio e l’obiettivo è discariche zero». Ma in tutta la Campania esiste solo l’impianto di Salerno per il trattamento della frazione organica e il sito di Pomigliano d’Arco, alle porte di Napoli, non è mai partito..
A Napoli ogni anno si producono 550mila tonnellate di rifiuti, di questo 35% è umido. Nel primo anno contiamo di realizzare tre impianti per il compost perchè sono i più facili da realizzare. Dobbiamo fare di tutto per arrivare alla quota di 70% di differenziata, che poi in termini di quantità corrisponde a quanto si produce in un solo un quartiere di Napoli. Per questo abbiamo deciso di cambiare i vertici della municipalizzata per l’igiene urbana, proprio per avere maggiore “sintonia” e condivisione delle linee strategiche.
La Lega ha bloccato in consiglio dei ministri il decreto per trasferire fuori Napoli i rifiuti che non si riescono a smaltire in Campania, uno sgambetto per la nuova giunta?
Io penso che sia un atto sconsiderato e irresponsabile contro di noi e tutta la Campania. È chiaro che viene utilizzato in maniera strumentale dalla maggioranza: l’assurdità sta tutta nella stessa motivazione (Secondo fonti di governo c’è il rischio per le regioni del Nord di vedersi arrivare sul proprio territorio anche rifiuti speciali provenienti dalla Campania, ndr). Spero che la Regione si faccia sentire con il Governo.
Come presidente della commissione ambiente ha detto che «il problema non si risolverà con l’esercito e l’imposizione delle discariche, senza un’opposizione in Parlamento che dica come stanno le cose e, purtroppo, con un accordo tacito con il Pd e con le amministrazioni locali che non hanno saputo come venirne fuori». E questo il motivo della mancata elezione del candidato Pd a Napoli e dell’esclusione dalla giunta dei democratici?
Sicuramente hanno pagato le responsabilità di questi anni. Con la giunta De Magistris siamo di fronte ad una rivoluzione culturale. Le altre valutazioni si faranno in seguito sul nostro operato.