NAPOLI – Nella giunta della revolucion la fetta più dolce Luigi de Magistris se l’è tenuta per sé: le deleghe che garantiscono più visibilità sono tutte nelle mani del sindaco: promozione della Pace; difesa e attuazione della Costituzione; cooperazioni e relazioni internazionali; grandi eventi; forum delle culture; riforma
della macchina comunale; attuazione del programma e organizzazione. Perfino
comunicazione e promozione dell’immagine di Napoli. Per le grane, invece, rivolgersi ad Alberto Lucarelli che dovrà “dialogare” con la piazza, coi movimenti e i comitati civici. Riuscirà il mite professore universitario a parlare coi Carc, i comitati per il comunismo o con i disoccupati organizzati? A lui anche il compito di organizzare le “Assemblee del popolo”. Occorrerà capire come vorrà impostarle: se come quelle in uso nella Repubblica popolare Cinese o quelle più pittoresche, dell’ultra leghista “Parlamento del popolo Veneto”.
La vera chicca è Giuseppina Tommasielli, assessore alle Politiche Giovanili. Di professione la Tommasielli è geriatra, oltre che la più anziana della squadra. In realtà alle politiche giovanili sarebbe dovuto andare il consigliere dell’ex pm, Alessio Postiglione. Bocciato per una colpa tremenda: è troppo giovane. E così nella giunta della rivoluzione arancione e di Facebook non c’è un assessore trentenne.
Di Sergio D’Angelo, l’asso pigliatutto delle cooperative rosse si è già parlato per via delle accuse di conflitto d’interesse. Ieri pomeriggio con tempismo la società di D’Angelo, Gesco, ha cambiato presidente, nominando Antonio Gargiulo, un fedelissimo del neoassessore. D’Angelo per vent’anni è stato il leader dei privati nel welfare comunale, maturando una esperienza importante. Da oggi dovrà dirigere al meglio anche la società pubblica del comparto, la Napoli Sociale. Ovvero una “avversaria” di Gesco.
Il sindaco di Napoli ha separato i vigili urbani dalla delega alla viabilità, la politica della casa dalle competenze al patrimonio comunale. Quest’ultimo bubbone andrà invece a Bernardino Tuccillo, che si preannuncia come l’assessore Fantozzi. Per lui un carico di lavoro non indifferente: un giorno le case comunali, un giorno i sindacati, un giorno i dipendenti del Comune e un altro giorno (forse per riposarsi nell’ascolto) i cimiteri. Cosa significa poi la delega all’anticorruzione varata dall’ex giudice di Why not e affidata al suo ex collega, il pubblico ministero Giuseppe Narducci? «Con me al Comune si è spezzato il collegamento tra politica e camorra» ha detto ieri de Magistris presentando la sua squadra. Scatenando le ire di molti di quel centrosinistra che per 15 anni ha governato a Palazzo San Giacomo e che di sentirsi accomunati alla malavita non ne vogliono sapere. Come se Bassolino e Iervolino avessero invece comportamenti diversi.
Qualcosa è effettivamente cambiato, a Palazzo San Giacomo: i vigili urbani presidiano i varchi d’accesso, mettendo in attesa anche i giornalisti che non possono più accedere liberamente al Municipio. Per partecipare alle sedute del Consiglio comunale i cronisti avranno bisogno di un accredito, sul portone, riesumando una vecchia norma, è scritto a chiare lettere che chi ha pantaloncini corti o i sandali o comunque «abbigliamento non adeguato» non potrà accedere al Municipio.
Intanto il sindaco prepara la sua prima riunione di squadra, prevista per giovedì, dopo la prima seduta del Consiglio comunale: la delibera numero uno riguarderà il ciclo dei rifiuti. Cosa potrà decidere, de Magistris, sull’argomento, che non sia già stato provato, nella città della cronica emregenza? Toccherà al vicesindaco Tommaso Sodano cacciare il coniglio dal cilindro. La prima mossa è stata cambiare i vertici dell’Asìa, l’azienda dei rifiuti: ieri è stato formalizzato il ruolo di presidente per Raphael Rossi, giovane manager torinese di area Federazione delle Sinistre. Si tratta di quel Rossi che qualche tempo fa denunciò un tentativo di corruzione, una mazzetta di 150mila euro quando era all’Azienda multiservizi di Torino, per acquistare un costoso e inutile macchinario. De Magistris ha però intenzione di metterci del pepe, nella prima riunione di giunta, deliberando un giro di vite antisprechi con varie iniziative.
Resta da capire, una volta terminata la “luna di miele” elettorale e l’entusiasmo referendario sapientemente cavalcato ieri dal nuovo sindaco, quali saranno i rapporti di forza con i partiti. In particolare con l’ala dipietrista dell’Idv, intenzionata a “controllare” il più possibile il lavoro del primo cittadino e poi con Partito Democratico e Sinistra e Libertà che hanno optato per l’appoggio esterno (numericamente non rilevante) ma che una volta definitivamente assorbita la batosta elettorale inizieranno il lavoro ai fianchi della giunta. Pd e Sel entro questa settimana riuniranno i loro vertici per capire il da farsi. E sabato, in un incontro organizzato dall’area dei rottamatori Pd di Pippo Civati, confronto fra i vertici democrat campani, l’area Sel e il sindaco che scassò Napoli.