NAPOLI – Vista da Napoli, con due bambini, l’emergenza rifiuti appare un po’ diversamente da come alcuni media provano a rappresentarla. Per quel che viviamo ogni giorno, per la puzza certo, ma anche per quel che il sindaco Luigi de Magistris sta provando a fare (con gli errori, anche gravi, che ha commesso) e per le innumerevoli resistenze che sta incontrando. Proviamo a fare un quadro della situazione.
Si è tanto parlato di responsabilità. Istituzionalmente, l’unico compito (e responsabilità) del Comune è quello di avviare la raccolta differenziata, mentre l’individuazione dei siti e delle modalità di smaltimento spetta a Regione e Provincia (e per fortuna si sono finalmente avviate le indagini sulle responsabilità delle omissioni, non ultima quella che coinvolge il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro). Ci sono poi le responsabilità nazionali e il dibattito attualissimo sullo sblocco del decreto relativo ai flussi di rifiuti che permetterebbe alle regioni del Centro-Sud, soprattutto, di accogliere, temporaneamente, la spazzatura che ricopre interamente le nostre strade e che è bloccato dalla Lega che, a causa del patto di sangue siglato con Berlusconi diversi anni fa, non ha ancora fatto cadere il governo (d’altra parte, Berlusconi ci aveva promesso che se avesse perso a Napoli ce ne saremmo pentiti: sembrava un monito, in realtà era una minaccia).
Vediamo dunque quanto attuato da De Magistris nei pochi giorni da quando è stato eletto. Un’ordinanza per tamponare l’emergenza (la n. 972 del 23 giugno) che ai più sembra simile a quelle susseguitesi finora, con l’unica differenza, credo, che i camion davvero stavolta non si sono fermati un attimo nel raccogliere la spazzatura per le strade, facendo quanto umanamente possibile per ripulire il più. Ovvio che se una parte dell’Asia e alcuni dipendenti di Lavajet non collaborano perché mossi da “forze oscure” il gioco è fatto nel non mostrare il volto della città interamente pulito.
Tra l’altro, singolare appare anche che analoghe proteste non erano state inscenate ai tempi dell’ultima ordinanza del sindaco Jervolino, quasi si sapesse che non ce ne sarebbe stato bisogno, dato che, per il gioco dei poteri politici e del braccio di ferro tra una giunta comunale di sinistra (tra l’altro arrivata alla fine del suo mandato) ed una giunta regionale di destra, si era sempre saputo che non si sarebbe trovato alcun accordo, dunque non c’era bisogno di affrettarsi a protestare e a bloccare il “nuovo che avanza”, dato che di nuovo non c’era nulla.
Non è un caso che le zone in cui si attua la singolare protesta di Asia e Lavajet (la prima documentata da eloquenti video reperibili su Youtube che mostrano i camioncini nell’atto di riversare – piuttosto che ritirare – la spazzatura dai cassonetti in mezzo alla strada) sono quelle che in campagna elettorale erano tappezzate dai cartelloni di oppositori di De Magistris, in odore di vecchia gestione dei rifiuti. Non è un caso che i camion per il ritiro della spazzatura abbisognino, in alcune zone (le stesse), di scorta, altrimenti non riescono ad accedere alla rimozione dei rifiuti.
Sulla rimozione dei rifiuti, dunque, l’unica colpa che si può attribuire al sindaco, è di non aver (ancora) avuto la forza di utilizzare le forze dell’ordine per penetrare nelle enclaves dei suoi oppositori politici e del loro detestabile entourage, che cerca di affossare questa città. Il tempo stringe, d’altra parte, e anche il gioco di chi rema contro ha un tempo di scadenza: se De Magistris non riuscirà a varare la legge di bilancio comunale sarà costretto ad abbandonare il campo ad un commissario e tutto tornerà al punto di partenza.
Le novità della giunta De Magistris, dicevamo. La spazzatura va depositata tra le 19 e le 22, dato che i camion iniziano il loro giro alle 22,30: ora, se i cittadini continuano a depositarla la mattina presto è ovvio che giacerà sotto il sole per la restante parte della giornata. Ridurre al minimo il consumo di piatti e bicchieri di carta negli esercizi pubblici: ovvio che se i gestori non rispettano l’ordinanza continuando ad utilizzare monouso non se ne uscirà mai. Dunque anche in questo caso occorrono controlli e multe ferree: l’unico modo per impedire loro di violare l’ordinanza è richiamarli all’ordine a suon di denaro da pagare in multe (500 euro a chi trasgredisce). L’ordinanza entrerà in vigore in tutte le sue parti martedì 28, dunque appelliamoci tutti al buon senso dei cittadini napoletani, gli unici a risentire dell’emergenza spazzatura: è roba nostra, solo nostra, di tutti noi, appunto. A Milano o a Roma non ne arriva neppure la puzza.
Sono state istituite isole itineranti per la raccolta differenziata, per le quali, nell’ordinanza, sono dettagliati orari, luoghi di passaggio e tipologia di rifiuti raccolti: dunque la raccolta differenziata può partire – laddove ancora non funziona –, niente più alibi per i napoletani accusati di inciviltà da milioni di persone che ci guardano attraverso la tv. La differenza, rispetto alle precedenti emergenze ed alle loro precedenti gestioni, è che i cittadini di alcune zone si sono organizzati per attuarla.
E così capita di vedere i disoccupati che volontariamente ripuliscono il lungomare oppure i commercianti dei Quartieri Spagnoli che chiudono la spazzatura in sacchetti più resistenti del solito e li ammonticchiano ordinatamente nei pressi dei luoghi di raccolta. Qualcuno, in alcune zone cittadine (che non a caso risultano più pulite) si è organizzato privatamente per la pulizia di intere aree limitrofe ai palazzi e per la rimozione dei rifiuti. Intere squadre di ragazzi giovanissimi che puliscono strade, piazze e fontane (“Cleanap piazza pulita” è una di queste, la più attiva e meglio organizzata) addirittura abbellendole. Se poi si assiste a scene di guerriglia urbana da parte di sconosciuti con il volto coperto che rovesciano gli stessi sacchetti, non credo davvero possa indicarsi in questo un segno di protesta contro la loro mancata raccolta. Se voglio protestare lo faccio a visto scoperto e mi piazzo lì fin quando non vengono a ritirare la spazzatura che ho sparso per la strada: perché dovrei inscenare una protesta a volto coperto e poi scappar via se non avessi niente da nascondere? Il passo a definire camorristi quelli che agiscono secondo questa modalità, per cittadini di buon senso, è davvero breve. O almeno dovrebbe esserlo.
In una città in cui, a causa della crisi economica, durante l’ultimo turno elettorale il tam tam sulla presunta vendita di voti fissava il prezzo a 20 euro anziché ai 50 delle precedenti elezioni (ci svendiamo pure noi, in tempi di crisi), come si può pensare che non esistano collusioni così radicate da remare contro una nuova giunta che si è presentata con il motto “amma scassà”?
Certo, il sindaco ha commesso errori di ingenuità talmente banali da diventare gravissimi: quando ha promesso di ripulire Napoli in 5 giorni e quando ha parlato di “oscuro complotto” ai suoi danni. Ha prestato il fianco non solo ai suoi oppositori, ma anche a tutti quelli che, astenutisi alle ultime amministrative, si sono rivelati ancor più incattiviti e si sono trasformati in folli detrattori. Ma sulla differenziata sta agendo come si deve: una scorsa al sito del Comune mostra già quanto sia aumentato il dettaglio delle notizie in proposito. Tra l’altro, ai più è sfuggito che De Magistris è riuscito a siglare un accordo con Provincia e Regione per sbloccare i famosi otto milioni di euro che, appunto, potranno essere utilizzati per avviare la differenziata porta a porta. Strano che la stampa abbia dato scarso rilievo alla notizia. Si è preferito puntare alla condanna dei proclami, sorvolando sulla mobilitazione dei comitati civici e di una parte enorme della cittadinanza. Si è perpetrato un tipo di informazione – distorta ed incompleta – tipica dell’era Berlusconi, ma è stato fatto a sinistra più ancora che a destra.
Molti hanno sorriso quando i sostenitori di De Magistris e lo stesso sindaco hanno parlato di complotto. Caso vuole che Caldoro, nella conferenza stampa seguita alla notizia del suo coinvolgimento nell’indagine sulla spazzatura, abbia detto che non ci sta a pagare per quindici anni di ricatti e boicottaggi attuati da camorra e amministratori collusi e che tutti devono prendersi le proprie responsabilità, a partire dai Comuni. Non credo, come hanno ipotizzato alcuni, che Caldoro ce l’avesse con De Magistris, in carica da poco più di un mese, immagino piuttosto si riferisse alla precedente giunta, di centrosinistra. Ritengo che sia scandaloso, osceno, sicuramente offensivo nei confronti di tutti noi cittadini che il governatore della regione Campania ammetta solo oggi, a distanza di un anno dalla sua elezione, di essersi sottomesso a logiche di potere e camorristiche e solo dopo che il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati. Insomma, dov’era Caldoro fino ad oggi? Ha mai denunciato tali collusioni? L’omissione e il mettere la testa sotto la sabbia non fanno di lui uno meno colpevole di chi ha fatto accordi con la camorra (politica o meno).
Da tutta Italia si domandano perché noi napoletani lasciamo che ci facciano questo, perché non proviamo semplicemente ad alzare la testa, a prendere in mano noi le sorti della città. Noi napoletani chiediamo più partecipazione e adesso che abbiamo un sindaco che tramite il suo assessore, Sodano, incontra ogni giorno i comitati e i presìdi a sostegno, non ne approfittiamo come dovremmo. Insomma, la situazione napoletana è una sconfitta nazionale, dato che finora aziende di tutta Italia (e in particolare quelle del Nord leghista che oggi tenta di affossarci) hanno sversato i loro rifiuti illegali nella nostra terra, avvelenando tutto ciò che avevamo di buono, è una sconfitta delle amministrazioni locali succedutesi fin qui, ma è e sarà una sconfitta soprattutto dei napoletani per bene che esistono ancora e sono quelli che lavorano e sui quali si basa l’economia di questa città, che, però, prolifera grazie ai soldi della camorra, su cui finora si è basata l’emergenza rifiuti, appunto.
I clan puntano agli appalti, ai soldi. Gli appalti, in emergenza, riguardano pure la fornitura dei mezzi per raccogliere la spazzatura. Per non parlare dei guadagni che già intravedeva la camorra per l’inceneritore previsto a Napoli Est, su cui si è basata in parte la campagna elettorale di Lettieri e rifiutato a gran voce dal nuovo sindaco. Ora che De Magistris ha escluso perentoriamente la sua costruzione (che tra l’altro non è l’unico modo per risolvere il problema spazzatura), chi assicurerà ai clan i guadagni che avevano ipotizzato sulle forniture di materiali, mezzi di movimento terra, calcestruzzo e manodopera? Complotto o no, c’è di che riflettere. Un’impalcatura da smantellare. E tocca a noi cittadini farlo, per una volta che abbiamo un sindaco che intende farlo anche lui.