NAPOLI – L’emergenza rifiuti di Napoli fa paura anche ai marines: la Marina degli Stati Uniti avrà un “ispettore di sicurezza dell’acqua” col compito di fare controlli a campione fuori dalla base militare partenopea. Obiettivo: accertare la qualità dell’acqua potabile e stabilire un lavoro congiunto con i servizi sanitari italiani, parte necessaria degli impegni a lungo termine presi per salvaguardare la salute dei militari di stanza all’ombra del Vesuvio. La Marina americana sta lavorando a un programma d’istruzione che serva come promemoria su come salvaguardare la salute dei marines e delle loro famiglie da potenziali rischi.
Non è la prima volta che la Us Navy getta ombre sul rapporto fra il dramma rifiuti – in particolare le discariche abusive – e la qualità dell’acqua in Campania. La notizia odierna, riportata da Stars and Stripes, il giornale delle truppe americane all’estero, giunge in un momento drammatico sul fronte “monnezza”: solo nel capoluogo campano a terra ci sono 2.400 tonnellate di sacchetti e i siti di trasferenza dell’immondizia, indicati dal presidente della Provincia Luigi Cesaro sono aperti solo sulla carta. Sia ad Acerra che a Caivano è rivolta dei residenti contro l’arrivo dell’immondizia partenopea; addirittura a Caivano il sindaco ha firmato un’ordinanza per contrastare la decisione della Provincia passando dallo scontro di piazza a quello istituzionale.
Un brutto affare per il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che venerdì scorso aveva incautamente promesso «città pulita entro 4-5 giorni»: all’ostilità della Lega Nord sul decreto emergenza si sono aggiunte le rivolte dei comuni che dovrebbero ospitare le piattaforme di trasferenza del pattume e le inefficienze strutturali della macchina comunale. Insomma: la giunta deve affrontare i “signori del no” e i flop delle aziende di igiene in subappalto alla municipalizzata comunale, l’Asia.
«Mi viene da pensare che qualche malintenzionato stia tentando di far fallire il nostro piano – accusa il vicesindaco di Napoli con delega ai rifiuti, Tommaso Sodano -. Stiamo lavorando per trovare soluzioni che ci rendano autonomi perché vogliamo sganciarci da questo meccanismo che non funziona. Voglio sfuggire alla logica di guerra tra i territori, c’è un sito di trasferenza che sta lavorando, la responsabilità di chi deve decidere dove sversare non è la nostra».
Come se non bastasse, un nuovo schiaffo arriva dall’Europa: de Magistris aveva annunciato una missione a Bruxelles insieme al presidente Regione Campania Stefano Caldoro per sbloccare 150 milioni di euro di fondi congelati a causa della procedura d’infrazione avviata contro l’Italia per i rifiuti a Napoli. Ebbene: il Commissario Ue per l’Ambiente, Janez Potocnik, ha fatto sapere che nessun incontro è in calendario ma che sulla questione l’Europa deciderà presto. Il rischio è che coi cumuli di sacchetti che arrivano ai secondi piani dei palazzi e terrorizzano perfino i militari americani, la decisione della Ue sarà ancora una volta di condanna per l’Italia e per Napoli.