Il Gay pride non è un attentato ai valori borghesi

Il Gay pride non è un attentato ai valori borghesi

Ieri lo stato di New York ha approvato le nozze tra persone dello stesso sesso. Sarà una festa speciale quella per molti newyorkesi, che parteciperanno domani alla marcia finale del NYC Pride del 2011. Proprio a New York, dal bar Stonewall Inn, nella Christopher Street del Greenwich Village, iniziarono nel 1969 le prime rivolte significative contro la repressione omosessuale. Lo Stato americano della costa orientale ha seguito analoghe decisioni già prese da Connecticut, Massachusetts, Vermont, New Hampshire, Iowa e dalla capitale, Washington.

In Europa, il matrimonio gay è ammesso in Olanda, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia. Altri Paesi, come Germania e Francia, riconoscono unioni legali tra omosessuali. In Germania e Svizzera le feste dell’identità gay prendono spesso il nome di Christopher Street Day, come riconoscimento delle “Rivolte di Stonewall”.

In molte città con una comunità omosessuale integrata e riconosciuta, queste feste raramente assumono il profilo di “provocazione” che gli si attribuisce in Italia. Gay Pride non è associato con tentativi di “attentato” ai costumi borghesi. Gran parte delle celebrazioni è aperta a tutti: dalle sfilate per le strade, alla musica in piazza.

È forse segno anche del fatto che l’omosessualità, soprattutto in Nord Europa, non è più considerata una componente eccentrica dell’essere persona, che si tratti di un artista o di un serio professionista. Auspichiamo che, presto, anche in Italia il dibattito sull’omosessualità possa elevarsi oltre il discorso retrogrado sul fatto che sia “contro natura” o meno. In celebrazione del Christopher Street Day che si tiene oggi a Berlino, così come del contemporaneo Pride cittadino di Milano, proponiamo ai lettori de Linkiesta una galleria di foto di coppie gay celebri. Abbiamo scelto di non proporre immagini di attori, cantanti o artisti in generale, ma di persone che hanno scelto lavori squisitamente “borghesi”, fino a eccellere nei propri campi – senza dover mascherare o nascondere la propria identità.

Il Ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle (a sinistra) con il compagno Michael Mronz, manager sportivo

Il sindaco di Berlino Klaus Wowereit (a destra) con il compagno Jörn Kubicki, neurochirurgo

Il membro del congresso americano Tammy Baldwin (a destra) con l’ex compagna Lauren Azar, procuratore alla commissione per i servizi pubblici del Wisconsin

Il primo ministro islandese Jóhanna Sigurðardóttir (a sinistra) e la compagna Jónína Leósdóttir, giornalista e scrittrice

Il membro del congresso americano Barney Frank (a destra) e il compagno Jim Ready

La deputata del Pd Paola Concia (a sinistra) con la compagna Ricarda Trautman, psicologa

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