Nucleare, la rabbia di Murakami: e Tokyo non è più blues

Nucleare, la rabbia di Murakami: e Tokyo non è più blues

Scelto fra una rosa di duecento, Haruki Murakami ha vinto il premio Premi Internacional Catalunya. Il romanziere ha ringraziato parlando del Giappone, del momento di estrema difficoltà del paese dopo lo tsunami e il disastro nucleare di Fukushima e l’ha definito «uno sbaglio commesso con le nostre mani». Autore, sessantunenne, ha scritto oltre dieci romanzi, fra il 1979 e il 2009, quando ha pubblicato L’arte di correre.

Lo scrittore ha sottolineato che il Giappone, l’unica nazione ad aver sofferto la devastazione delle radiazioni con i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, avrebbe dovuto continuare a dire no al nucleare. «L’incidente è stato il secondo grande disastro nucleare che il popolo giapponese. Tuttavia questa volta non ci è stta lanciata addosso una bomba, ma un errore creato dalle nostre stesse mani». Murakami ha scelto di devolvere gli 80 mila euro del premio alle vittime. Murakami ha sottolineato il suo rimorso. «Devo dire che non posso sentirmi pienamente felice per aver ricevuto questo premio, perchè i miei compatrioti stanno vivendo un momento difficilissimo, soffrendo le conseguenze di un terremoto feroce e i suoi effetti».

Non ha mancato di parlare anche di coloro che in Giappone, prima di Fukushima, si opponevano all’energia nucleare. «Coloro che mettevano in dubbio la sicurezza dell’energia nucleare erano messi ai margini e bollati come ‘sognatori irrealistici’ mentre il governo giapponese e le compagnie di utility mettevano l’accento su ‘efficienza’ e ‘convenienze’». Secondo Murakami, perseguire una politica energetica alternativa rispetto al nucleare sarebbe stato un modo per assumersi una responsabilità collettiva rispetto alle vittime di Hiroshima e Nagasaki.