11.03.2011
Vai a capire se si tratti di un fatto casuale ma all’improvviso gli italiani a Bruxelles iniziano a contare. Il che suona strano già di per sé, abituati come siamo all’incapacità della nostra classe politica di muoversi in maniera coordinata ed efficace nei consessi internazionali. Se poi questa maggiore rilevanza dei nostri connazionali accade nel settore bancario, si sente già il coretto: vedete, è stata premiata la maggiore solidità del nostro sistema bancario. O meglio ancora: si sta preparando il terreno per lo sbarco di Mario Draghi all’Eurotower. Ma entrambe le teorie potrebbero presto rivelarsi false.
I fatti li ha messi in fila l’European Voice, il giornale, pubblicato dal gruppo Economist, che è uno dei punti di riferimento della comunità internazionale di Bruxelles. La nomina la settimana scorsa di Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, a capo dell’Economic and Financial Committee (Efc) è infatti solo l’ultima in ordine di tempo. Il ruolo dell’ex professore di Yale incensato il 15 dicembre da una Lex Column del Financial Times, sarà infatti molto importante visto che l’Efc è il comitato di alti papaveri dei dicasteri economici che si incontra mensilmente per preparare le riunioni dei ministri delle Finanze dell’Ecofin.
Il mese precedente era stata la volta di Andrea Enria, un bocconiano con Master a Cambridge ora in forza a Bankitalia dopo essere stato anche direttore della divisione di Vigilanza finanziaria della Bce. A lui è andata la poltrona di presidente dell’European banking authority, il nuovo regolatore del credito bancario nel Vecchio Continente.
C’è poi anche Marco Buti, studi a Firenze e Oxford, che dal dicembre 2008 è Direttore generale della divisione Affari Economici e Finanziari della Commissione europea. Alla lista viene da aggiungere anche il milanese Mario Nava, classe 1966 con studi a Lovanio e a alla London School, che a Bruxelles dal novembre 2009 è a capo della divisione che monitora banche e conglomerati finanziari parte della Direzione generale del Mercato interno. Un ruolo che lo rende il rappresentante della Commissione nel Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. È infatti considerato uno dei padri della Mifid, la direttiva entrata in vigore in Italia nel 2007 che mira alla costruzione di un mercato finanziario integrato a livello europeo. E non è il caso di dimenticare che un italiano siede già in posizione centrale nel Board della Banca Centrale Europea, cioè Lorenzo Bini Smaghi.
Jean-Claude Trichet lascerà Francoforte a novembre ma per capire se tutto ciò sia davvero di buon auspicio all’inquilino di via Nazionale bisognerà aspettare solamente fino a giugno, quando il suo successore verrà scelto dal Consiglio Europeo. Il sospetto, a pensar male della burocrazia europea, è che il solo modo per bloccarlo sia nominare così tanti italiani da rendere inopportuno assegnare a Roma pure il banchiere centrale. Ma a pensare davvero male.