Niente memoria, senza quattrini: costa troppo, secondo la Regione Campania, l’adesione all’Istituto emiliano “Alcide Cervi” che dagli anni Settanta custodisce la memoria dei sette fratelli Cervi trucidati dai fascisti nel 1943 ed è diventato archivio e punto di riferimento sulla storia della Resistenza italiana. Dunque il presidente della Regione, Stefano Caldoro, esponente di una maggioranza di centrodestra ha deciso con una delibera di cassare l’adesione all’Istituto, varata nel 2003 con una delibera dell’allora governatore Antonio Bassolino.
Il motivo, stando all’atto, è la “preminente esigenza di contenimento della spesa”. In parole povere: la Regione Campania avendo sforato il patto di stabilità non ritene “indispensabile” restare nell’elenco dei soci dell’Istituto Cervi. Elenco lungo e variegato: decine di amministrazioni comunali, provinciali e regionali fanno parte della struttura con sede a Gattatico in Emilia. Nel comitato scientifico dell’Istituto patrocinato dalla Presidenza della Repubblica spicca anche il nome di Walter Ganapini, ex assessore all’Ambiente e ai rifiuti della giunta Bassolino.