Sotto i rifiuti di Napoli nasce l’asse de Magistris-Caldoro

Sotto i rifiuti di Napoli nasce l’asse de Magistris-Caldoro

NAPOLI – La strana coppia vuole “scassare” ancora. Il primo, Luigi de Magistris, sindaco di Napoli a scassare c’è già riuscito, riducendo in poltiglia il Partito Democratico e i vendoliani di Sel. Il secondo, Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania si rivela in queste ore un alleato formidabile. Anch’egli vuole scardinare qualcosa: la leadership ingombrante di Nicola Cosentino nel centrodestra campano. Primo cittadino e governatore si sono già visti, in questi giorni. E come per ogni passione che sboccia, presto ci sarà la fuga d’amore: destinazione Bruxelles. In quella sede chiederanno lo sblocco dei 150 milioni di euro che l’Unione Europea ha bloccato a causa della procedura di infrazione avviata nei confronti dell’Italia proprio a causa dell’emergenza rifiuti a Napoli.

L’emergenza si aggrava ora dopo ora: gli impianti per il trattamento dell’immondizia sono paralizzati, oggi a Napoli ci sono circa duemila tonnellate di spazzature a terra. Ieri de Magistris, il suo vicesindaco Tommaso Sodano e il neo-presidente dell’azienda di nettezza urbana, Raphael Rossi, hanno annunciato con una delibera l’estensione della raccolta differenziata in città ad oltre 300mila mila cittadini e presto ci sarà un accordo proprio con la Regione per fare arrivare otto milioni di euro “sgarrupate” casse comunali e dunque avviare la differenziata. Il problema di base, tuttavia, resta sempre lo stesso: i cumuli di monnezza dove li mettiamo?

De Magistris e i suoi hanno un tono assolutamente diverso rispetto a quello dell’ultima Iervolino, rassegnata e silenziosa sulla vicenda. «Ci auguriamo che il presidente Berlusconi, che in campagna aveva detto di aver a cuore le sorti di Napoli e della sua provincia, superata Pontida, nel prossimo consiglio dei ministri si assuma le sue responsabilità» attacca l’ex pm. Nel mirino c’è soprattutto la Lega Nord che nel governo si oppone al nuovo decreto rifiuti, ma anche la Provincia di Napoli e il suo presidente, quel Luigi Cesaro uomo-ombra di Cosentino. A Cesaro devono essere fischiate le orecchie, visto che ieri ha reagito tirando pure in ballo il suo partito. «È ora di smetterla coi tatticismi geopolitici. Il Pdl è un partito nazionale che non può essere schiavo di chi vuole rispondere solo agli interessi di una parte del Paese. Al Nord, per dirla in maniera più elegante, vogliono fare i duri? Noi potremmo, se vogliamo, essere durissimi. Ma sarebbe una prova di forza idiota, che non porterebbe a nulla di buono».

Al di là delle posizioni politiche, il problema è un cumulo di spazzatura che cresce col passare delle ore. Serve un buco nel quale gettarla. Ma la parola “discarica” è bandita dal nuovo vocabolario di Palazzo San Giacomo: Sodano è uno dei signornò delle discariche e degli inceneritori. Però ammette che occorrerà individuare siti di trasferenza – dove la spazzatura può sostare al massimo 72 ore – e di stoccaggio,  dove invece si arriva a 6 mesi di pattume a parcheggio. Oggi c’è stato un sopralluogo nella periferia orientale, nell’area ex Icm di via delle Brecce, dove si potrebbe portare la spazzatura per qualche tempo. Bocciate invece le ipotesi dell’ex depuratore di San Giovanni a Teduccio e di un terreno a Scampia: troppo impopolare far arrivare la monnezza lì?

“Giggino ‘o sindaco”, come oramai lo chiamano i suoi fan, promette che in cinque giorni la città sarà ripulita e pure che gli spazzini faranno gli straordinari. Ma oggi nella prima riunione del consiglio d’amministrazione dell’azienda rifiuti, il sindaco e i suoi hanno dovuto fare i conti con un bilancio drammatico. Considerando che ogni sera l’assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo, relaziona de Magistris sulla manovra consuntiva da presentare entro il 30 giugno in Consiglio comunale e sera dopo sera la situazione è sempre più drammatica, occorrerà davvero un “aiutino”, dal governo Berlusconi o dalla Regione per scongiurare il patatrac. 

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