NAPOLI – Niente documenti? Niente rating. Standard and Poor’s sospende la sua analisi sul Comune di Napoli: una decisione che non ha precedenti per una amministrazione comunale italiana. L’agenzia statunitense ha spiegato la decisione in una nota: «Il rating è stato sospeso per mancanza di informazioni; confermiamo il nostro giudizio “BBB-” con previsioni negative, attendiamo di poter riprendere le valutazioni una volta ricevute tutte le informazioni che richiede la nostra attività di sorveglianza».
Dal Comune di Napoli il commento è affidato a Riccardo Realfonzo, l’assessore della giunta di Luigi de Magistris che per la seconda volta (è stato assessore con Rosa Russo Iervolino, poi dimessosi in polemica col sindaco) occupa la poltrona di responsabile del Bilancio comunale.
«Sapevo della questione che ovviamente non è da imputare a questa amministrazione, insediatasi poche settimane fa – commenta -. È mia intenzione riprendere il rapporto con S&P, visto che la giunta Iervolino aveva addirittura rotto il contratto con questa società di rating».
Tuttavia nella nota dell’agenzia c’è anche una stoccata alla nuova amministrazione de Magistris: «Non abbiamo ancora avuto – scrive Standard and Poor’s – accesso al “piano d’azione” della nuova Amministrazione eletta nel maggio di quest’anno. In particolare non sappiamo come si intendano affrontare questioni-chiave come scarsa riscossione delle imposte e la gestione della liquidità».
L’assessore comunale al Bilancio conferma a Linkiesta che «l’analisi di Standard and Poor’s sull’attuale situazione finanziaria del Comune è fondata». Già, ma qual è quest’analisi? Presto detto: «Il Comune – si legge – deve dare priorità alla gestione del debito e ai pagamenti fondamentali come quelli degli stipendi dei dipendenti». Il rischio paventato è che con le tante cose da pagare ogni mese e restando così bassa la capacità dell’Ente di far cassa, la massa debitoria che grava sulle sue casse resti praticamente la stessa. Di qui l’outlook negativo.
Standard & Poor «riconosce l’aumento degli incassi e del pagamento delle imposte per il 2010, tuttavia – si legge ancora – a causa della assenza di informazioni aggiornate nel 2011, non si può valutare se questo miglioramento è strutturale».
Infine, l’ultima pesante preoccupazione: l’aumento delle cosiddette “passività potenziali”. Ovvero i debiti fuori bilancio che spesso si creano quando il Comune perde in tribunale ed è costretto a pagare pesanti contenziosi oppure per i debiti delle sue società partecipate.
Proprio in queste ore a Palazzo San Giacomo si svolgono riunioni su riunioni (per lo più notturne) allo scopo di definire i conti che saranno portati nel bilancio consuntivo 2010 da approvare entro 7 giorni. La situazione è disastrosa, se si pensa che alla fine del 2010 ci si sono messe anche le banche: dopo il no della Cassa depositi all’accensione di alcuni mutui, l’Ente si è rivolto agli istituti di credito, che però hanno negato i quattrini. Motivo: proprio il basso rating del Comune di Napoli.