Ieri la nube, oggi i lavori per l’autostrada Pedemontana riportano la paura diossina a Seveso. Trentacinque anni fa, era il 10 luglio 1976, dalla fabbrica chimica Icmesa la fuoriuscita di una nube di diossina, una tra le sostanze tossiche più pericolose, investì una vasta area di terreni nei comuni limitrofi della bassa Brianza. Non vi furono morti, ma circa 240 persone vennero colpite una dermatosi provocata dall’esposizione al cloro e ai suoi derivati. L’incidente catapultò l’attenzione dell’Italia e del mondo per la cittadina brianzola di Seveso, a 30 chilometri a nord di Milano.
Oggi da quei terreni, che nel frattempo sono diventati un bosco, passerà l’autostrada Pedemontana. Per la Regione Lombardia e i suoi cittadini è una delle priorità infrastrutturali per smaltire il traffico diretto all’aeroporto di Malpensa e della Brianza: un collegamento di 157 chilometri tra la provincia di Varese a quella di Bergamo, tracciando un grande arco a Nord di Milano. Un’opera attesa da 40 anni e con appalti stimati da 5 miliardi di euro. La posa della prima pietra a febbraio 2010 e l’incubo dell’inquinamento da diossina che ritorna. Perchè il Parco naturale Bosco delle Querce è un’area rinaturalizzata da 40 ettari sorta nella ex Zona “A” (quella più colpita dalla nube che si sprigionò) dove il terreno inquinato dalla diossina fu asportato e sostituito da terra proveniente da altre aree non inquinate.
Ma ora rischia di perdere un terzo della sua superficie per gli espropri e i lavori per la riqualificazione della Milano-Meda, che nel curvone dell’uscita per Barlassina si sovrappone alla Pedemontana, con una carreggiata più ampia di dieci metri. Opere che comporteranno l’abbattimento di centinaia di piante, un sacrificio di 12 ettari, secondo i comitati ambientalisti locali, quando sarebbe sufficiente non «raddrizzare» il curvone e pensare di spostare la viabilità locale al di fuori del bosco. «Una vasta porzione del Parco – spiega Gemma Beretta del coordinamento ambientalista Insieme in rete- verrà cancellato solo per rettificare una curva dell’attuale superstrada Milano-Meda e per realizzare un nuovo sistema di svincoli: si tratta di un vero e proprio sacrilegio, a fronte del sacrificio imposto alla comunità di Seveso che fu espropriata dei terreni contaminati, e dei costosissimi interventi realizzati per bonificarli».
Il Bosco delle Querce è infatti uno dei più grandi investimenti ambientali mai attuati in Lombardia: oltre ai costi per la bonifica dei suoli, la sola piantagione e gestione del bosco è costata 5,2 milioni di euro. E la Regione Lombardia che ha sostenuto quei costi e nel 2005 aveva decretato l’inviolabilità della zona con l’istituzione del Parco? Fa sostanzialmente una marcia indietro e solo tre anni dopo concede una deroga al divieto assoluto di costruire nel Parco, mettendo le basi per il progetto dell’autostrada regionale. Nonostante il Cipe avesse condizionato l’approvazione del progetto alla salvaguardia del bosco con precise prescizioni. Ma insieme alla tutela del bosco la preoccupazione è ora per il cantiere che andrà a sventrare le aree verdi mai bonificate tra Seveso, Desio, Cesano Maderno e Meda, contaminate dalla nube del 1976. Zone nelle quali i rilievi del campioni di terra effettuati dall’Agenzia regionale per l’ambiente di Monza (e diffusi da Pedemontana spa) dimostrano che la diossina c’è ancora e che due prelievi su tre i dati superano i limiti fissati dalla legge.
«Dai risultati delle indagini eseguite tra aprile e giugno 2008 si osserva che 52 campioni sono risultati superiori al limite per siti ad uso verde pubblico e privato e di questi 10 sono superiori anche al limite per siti ad uso commerciale industriale» si legge a pagina 2 del rapporto. In pratica gli sforamenti sono stati rilevati sia in aree del Bosco delle Querce (ex zona A) sia in aree limitrofe all’attuale sedime della superstrada (ex zona B e di rispetto), nonché futuro tracciato dell’autostrada. I dati più allarmanti sono i dieci campionamenti dove la concentrazione di diossina supera il secondo limite: 0,0001 milligrammi ogni chilo di terra. Nella tratta della Pedemontana che tocca Seveso la chiusura della gara d’appalto arriverà a fine luglio e i carotaggi saranno delegati totalmente alle ditte che faranno i lavori. Con l’incubo diossina che ritorna. «I rilevi dicono che c’è una presenza ancora alta – conclude Beretta – e toccando l’area sarebbe necessario una bonifica come quella del 1976, perchè sotto i dieci centimetri c’è ancora diossina».
Il tracciato degli interventi previsti per la Pedemontana. Nel riquadro il tratto fra Seveso e Meda