NAPOLI – Per la prima volta, oggi, il telefono ha squillato e non era una lamentela. Qualcuno ha contattato Palazzo San Giacomo, l’ufficio dell’assessore comunale ai Rifiuti, e non per inveire contro la mancata raccolta ma per ringraziare di aver trovato il suo vicolo pulito, per la prima volta.
Il problema del Comune di Napoli versione Luigi de Magistris è far sì che questo standard sia costante nel tempo. Si vaglia ogni possibilità: nell’ufficio del vicesindaco con delega ai Rifiuti Tommaso Sodano il computer vomita decine di mail al giorno. Per lo più sono di cittadini e aziende che propongono metodi più o meno fantasiosi per risolvere il problema della spazzatura. Proprio ieri mattina a Palazzo San Giacomo si sono palesati, convocati dopo una lettera, gli emissari di un’agenzia di Montecarlo, la “Fissore”, che rappresenta un gruppo d’aziende specializzate nello smaltimento senza inceneritore. Per far sparire i sacchetti, quest’impresa chiede uno spazio a Napoli sul quale costruire alcuni impianti integrati, ideati da un ingegnere indiano. Impianti che sarebbero capaci di recuperare tutto il riciclabile – ferro, plastica, vetro – dalla spazzatura indifferenziata (il cosiddetto “tal quale”) e col resto creare una sorta di olio combustibile. Insomma, un miracolo?
Ieri a Palazzo San Giacomo l’incontro è stato solo interlocutorio, non senza un pizzico di delusione. La verità è che questa “macchina miracolosa” non c’è. O almeno c’è un prototipo (da una tonnellata di pattume al giorno). Dando per certo il suo funzionamento, occorrerebbe ovviamente testarlo con quantità di gran lunga maggiori e con la spazzatura napoletana, dentro la quale c’è di tutto. Miracolo rimandato: ci sarà un prossimo confronto quando la società monegasca porterà progetti, numeri e carte a Napoli.
La priorità è fare presto: la nuova crisi nello smaltimento è temuta; il tempo, del resto, rema contro. Stamane ha chiuso la discarica di Chaiano, l’unica della città. È satura. Come se non bastasse, la “SapNa”, società della Provincia di Napoli incaricata di gestire il ciclo integrato ha perso per strada il secondo presidente. Dopo il prefetto Corrado Catenacci, finito agli arresti domiciliari nel gennaio scorso, ora va via anche colui che l’aveva sostituito, l’ex questore Umberto Vecchione. Ufficialmente per motivi familiari, ma l’opposizione di centrosinistra nella Provincia guidata da Luigi Cesaro non crede a questa motivazione.
Intanto l’Italia si dive tra chi aiuta e chi no a smaltire la spazzatura partenopea. La mappa per ora segna un sì della Regione Liguria e uno del Friuli Venezia Giulia. Entrambe devono però dare il nullaosta e non è affatto scontato, viste le pressioni della Lega Nord. I rapporti della Campania con gli altri enti locali potrebbero subire a breve una rivoluzione: 14 regioni hanno firmato un documento che dice sostanzialmente tre cose. Le prime due sono tecniche. Ovvero: il governo deve rafforzare il decreto rifiuti, troppo debole (l’ha detto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) e la Campania deve accettare nuove discariche. La terza è politica: se Palazzo Chigi vuole l’aiuto delle Regioni perché «’o miracolo» non si può fare, lo deve dire chiaramente. Il documento è stato sottoscritto dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e da 14 presidenti di Regione: Claudio Burlando (Liguria), Vito De Filippo (Basilicata), Vasco Errani (Emilia-Romagna), Roberto Formigoni (Lombardia), Michele Iorio (Molise), Raffaele Lombardo (Sicilia), Catiuscia Marini (Umbria), Renata Polverini (Lazio), Augusto Rollandin (Valle d’Aosta), Enrico Rossi (Toscana), GianMario Spacca (Marche), Giuseppe Scopelliti (Calabria), Renzo Tondo (Friuli Venezia Giulia) e Nichi Vendola (Puglia). Il premier Silvio Berlusconi ha detto chiaramente che ora sta alle Regioni aiutare e ha definito quella rifiuti «un’emergenza nazionale».
Per tutta risposta il governatore leghista del Veneto, Zaia, si è affrettato a ribadire il suo no a Napoli e alla sua monnezza. Da Milano il sindaco Giuliano Pisapia ha inviato sette autocompattatori meneghini (i grandi camion che raccolgono la spazzatura). La situazione resta difficile in molte zone, soprattutto nell’area Occidentale (il quartiere di Fuorigrotta, dove c’è lo stadio di calcio) e nell’area Flegrea (Pozzuoli). E questi disagi si potrebbero presto estendere nuovamente al centro antico.