NAPOLI – Il decreto sull’emergenza rifiuti in Campania non piace a nessuno, nemmeno a Giorgio Napolitano che ha chiesto di «fare di più» al governo. «Non è rispondente alle attese e tantomeno risolutivo» dice il Quirinale, ben sapendo che le poche righe vergate ieri da Palazzo Chigi con gli aut-aut della Lega Nord non servono né a trasferire la spazzatura napoletana in altre regioni né tanto meno all’estero.
La Regione Campania ieri ha parlato di “primi contatti” con 6 regioni: Puglia, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Ma si riuscirà ad arginare la castastrofe ambientale con un decreto che assomglia più ad un pannicello caldo che ad una soluzione? A testimonianza dell’ostilità leghista, fra pochi giorni al Municipio di Napoli arriveranno via corriere espresso 10 chilogrammi di immondizia dalla provincia di Savona. Destinatario il sindaco di Napoli, mittente Eraldo Ciangherotti assessore leghista ai Servizi Sociali del Comune di Albenga. «Una provocazione – spiega l’assessore -. De Magistris impari da noi come si fa».
Però c’è una grande sorpresa a Napoli, finora tenuta ben nascosta, quasi per pudore, è che all’azienda rifiuti cittadina sta accadendo qualcosa di mai visto: negli ultimi giorni – spiega a Linkiesta una fonte accreditata – si sta verificando il calo della spazzatura prodotta in città.
Un calo non esorbitante, si parla di 30-50 tonnellate. Ma spiegabile in un solo modo: l’appello della giunta di Luigi de Magistris a ridurre la produzione di spazzatura e a riciclare di più ha fatto breccia nei napoletani. Sindaco e assessori in questi giorni, i primi, della consiliatura, hanno il vento in poppa: non è stato necessario nemmeno imbastire una campagna di comunicazione a pagamento. È dal web, in particolare dai social network che è nata l’iniziativa.
E i risultati si vedono, la città è molto più pulita dei giorni scorsi. L’orgoglio partenopeo non è solo dunque sugli spalti dello stadio San Paolo: ieri 50 persone facevano la fila all’isola ecologica del Rione Traiano, periferia Occidentale, per gettare quantitativi di materiale da differnziare: ingombranti, plastica, vetro e cartone.
In queste ore il sindaco Luigi de Magistris sta facendo fuoco e fiamme contro la chiusura degli impianti di smaltimento nel fine settimana: «È assurdo. Noi predisponiamo turni di 24 ore per la raccolta e gli impianti invece sono chiusi il sabato pomeriggio e la domenica perché non si riesce a pagare gli straordinari ai lavoratori». La patata bollente è in mano alle Province che gestiscono gli impianti.
E sempre sul fronte degli impianti, mentre la A2A snocciola i dati del termovalorizzatore di Acerra, sostenendo che l’inceneritore funziona al 100 per cento e nei primi sei mesi sono state trattate 300mila tonnellate di immondizia nonché immessi in rete 450 GWh di energia elettrica, pari al fabbisogno di 150 mila famiglie, slittano i tempi per l’altro inceneritore, quello che de Magistris non vuole, a Napoli Est. È stato difatti prorogato il termine per la presentazione delle offerte relative alla realizzazione dell’impianto. La scadenza, inizialmente prevista per metà luglio è stata ora fissata al 20 settembre prossimo.