NAPOLI – Gli immigrati nordafricani che occupavano quel tugurio sono stati sistemati in fretta e furia altrove. Ci voleva l’emergenza rifiuti per ottenere questo regalo: in quella zona di Napoli, via Brin, periferia orientale della città, andranno i rifiuti che nuovamente assediano le strade del capoluogo campano. Un sito di stoccaggio transitorio prima del definitivo smaltimento e temporaneo: durerà 180 giorni, sei mesi.
Dunque dopo la raccolta differenziata, la mobilitazione civica per ripulire la città e le accuse di sabotaggio, Luigi de Magistris pensa alla fase operativa del ritorno alla normalità di una metropoli in perenne crisi igienico-sanitaria. E questa fase operativa passa per due mosse: discariche e siti di stoccaggio.
Per le discariche, Napoli da oggi può contare sui trasferimenti di spazzatura in altre regioni: oggi è stata depositata la sentenza del Consiglio di Stato che sospende la decisione del Tar Lazio con la quale erano stati bloccati i trasferimenti fuori dai confini della Campania dei rifiuti tritovagliati provenienti dagli stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti (i cosiddetti Stir). «È la chiave dell’acqua» spiega soddisfatta una fonte comunale a Linkiesta, utilizzando un modo di dire tutto partenopeo per far capire che è una decisione fondamentale. Già, perché con la decisione del Consiglio di Stato sarà possibile riprendere i trasferimenti – che però il decreto legge varato dal governo aveva previsto solo con accordi tra le Regioni – e così sarà possibile svuotare i magazzini degli Stir ormai quasi al collasso. Svuotati i magazzini, gli stir potranno riprendere a ricevere a pieno regime la spazzatura raccolta dalle strade.
Ancora una volta la lotta è contro il tempo: le 2.400 tonnellate di spazzatura che ammorbano Napoli dal fine settimana scorso stanno calando per effetto dei primi trasferimenti fuori regione, ovvero in Liguria. Occorre fare i conti con tanti problemi: «Stiamo constatando tentativi di sabotaggio contro di noi» denuncia ancora una volta Luigi de Magistris. Che non vuole rivelare dove andranno i rifiuti destinati all’estero e che saranno portati fuori Italia a bordo delle navi.«A fine settimana firmeremo l’accordo – ha affermato – e, allora, comunicheremo il Paese e il costo dell’operazione. Non lo diciamo adesso perché man mano che andiamo avanti con il piano per rendere Napoli autonoma stiamo constatando che gli impianti si fermano, i quantitativi di flussi sono ridotti e ci sono tentativi di condizionare i lavoratori addetti alla raccolta». Come già spiegato da Linkiesta, è la Scandinavia che dovrebbe accogliere il pattume made in Napoli per incenerirlo nei termovalorizzatori del Nord Europa; negli ultimi giorni anche dalla Germania sono arrivate concrete offerte in tal senso: si tratta di Paesi in cui gli inceneritori, grazie a una raccolta differenziata spinta, hanno sempre meno materiale per lavorare. E proprio sulla raccolta differenziata, ieri il sindaco ha reso note le nuove zone nelle quali sarà attivato il porta a porta. Tra questi ci sono i Quartieri Spagnoli, dove è nato un movimento che si dedica alla sensibilizzazione sul fronte della differenziata.
Insomma l’obiettivo di Palazzo San Giacomo è dare una sferzata sul versante dell’emergenza. Il motivo è semplice: de Magistris non vuole arrivare all’autunno con un problema risolto a metà. Per una questione di igiene e buona amministrazione, ma anche per una questione mediatica (il sindaco della rivoluzione arancione al tema è particolarmente sensibile): l’emergenza spazzatura sta mettendo in secondo piano le questioni politiche lanciate dal sindaco che «ha scassato» alle elezioni ma non riesce a prendere il volo con il lavoro amministrativo.
In tal senso si inscrive un corposo incremento dello staff di «Giggino»: alla portavoce del primo cittadino, Marzia Bonacci, protagonista della campagna elettorale dell’ex pm (stipendio 91mila euro lordi all’anno) si affianca Thalassa Vona, giornalista proveniente dal master di Urbino, nominata «assistente giornalista per curare le comunicazioni nelle materie d’interesse dell’amministrazione» (stipendio 50mila euro lordi all’anno). Con loro i già nominati Alessio Postiglione e Alessandro Di Rienzo, il primo già capostaff di de Magistris al Parlamento Europeo, il secondo già videomaker della campagna elettorale. In questa tornata le altre nomine sono quelle di collaboratori (Vincenza Sammarco, Sarah Terracciano e Felice Balsamo, esperto di social network e web) , infine Sergio Marotta, docente universitario e fra gli animatori dell’Assise di Palazzo Marigliano: sarà reponsabile dello staff. De Magistris ha già un capostaff, Alessandro Nardi, ex fedelissimo di Alfonso Pecoraro Scanio (e tra i firmatari a marzo scorso, di un appello in favore del candidato a sindaco del centrodestra, Gianni Lettieri). Sorpresa: Nardi ha ottenuto un altro incarico: sarà un revisore dei conti della Acam, l’Agenzia Campana per la Mobilità. Si tratta di una controllata dalla maggioranza di centrodestra alla Regione Campania: il decreto è stato firmato dal presidente del Consiglio regionale Paolo Romano, uomo del Pdl.