E dopo Strauss-Kahn il Fmi si dota di regole etiche

E dopo Strauss-Kahn il Fmi si dota di regole etiche

Guai a commettere atti impuri, ma estrema attenzione ai comportamenti che possano indurre dubbi sulla bontà “etica” della propria condotta. Poche ore fa Christine Lagarde è entrata nel suo ufficio da neodirettore del Fondo monetario internazionale, e l’istituzione di Washington rende note le regole d’ingaggio dell’ex ministro delle Finanze transalpino, attraverso un comunicato stampa in cui spicca – secondo quanto rivela l’agenzia Afp – una clausola totalmente assente nel contratto siglato da Dominique Strauss-Kahn. Ovvero: «Come Direttore Generale, deve rispettare i più alti standard etici di condotta, in linea con i principi di integrità, imparzialità e discrezione. Deve inoltre evitare anche l’apparenza di comportamenti impropri» (vedi a fondo pagina).

Nel giorno in cui l’impianto accusatorio contro l’ex numero uno del Fondo si indebolisce ulteriormente dopo le rivelazioni di una stretta collaboratrice del procuratore capo di Manhattan al Wall Street Journal, secondo cui il caso verrà abbandonato a breve, l’ex ministra di Sarkozy veniva accompagnata dal vice John Lipsky ai piani alti dell’istituzione Onu, come si vede nelle foto pubblicate su Flickr.  Mentre l’indiscrezione del Journal veniva confermata dal New York Post, per il quale la decisione sul non luogo a procedere arriverà il 18, la cameriera del Sofitel ha querelato proprio il tabloid della Grande Mela, che l’ha accusata di fare la prostituta per “arrotondare”

Nessuno scandalo, si diceva. Lo prevede il contratto. Peccato che, ironia della sorte, all’ascesa del primo direttore generale di sesso femminile hanno contribuito non poco i peccati altrui. Christine Lagarde percepirà un emolumento annuo netto pari a 467.490 dollari, oltre a 83.760 dollari per «mantenere uno stile di vita degno del suo ruolo», ovvero per le spese correnti. Niente male: quasi 70mila dollari in più dello stipendio del presidente Usa Barack Obama. 

Soddisfazioni economiche a parte, saranno settimane complesse per l’undicesimo direttore generale del Fondo: dopo il via libera alla tranche di luglio di aiuti congiunti con l’Ue, oggi a Parigi le banche d’affari europee si riuniranno per discutere tempi e modi del loro coinvolgimento “volontario”, come previsto dal piano di riacquisto di bond ellenici – 64 miliardi di euro in scadenza nei prossimi tre anni – a trazione franco-tedesca. Una situazione che richiede capacità di mediazione ben più consistenti dei nuovi standard etici messi nero su bianco.  

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