Gli stress test non tutelano le banche dalla valanga greca

Gli stress test non tutelano le banche dalla valanga greca

Il futuro di Atene è deciso. Per il debito ellenico, circa 350 miliardi di euro secondo le stime di Goldman Sachs, arriverà il rollover, ovvero il concambio peggiorativo dei bond in scadenza. E questa operazione provocherà un default selettivo che, secondo il ministro delle Finanze olandese Jan Kees de Jager, è stato avallato anche dalla Banca centrale europea (Bce). Questo nonostante il presidente dell’Eurotower, Jean-Claude Trichet, nell’ultima riunione sui tassi d’interesse dello scorso 7 luglio, avesse detto il contrario: «Non ci sarà un default selettivo, non ci sarà un evento creditizio, non ci sarà una bancarotta». Ora si navigherà nel mare dell’incertezza, dato che non si sa quali potranno essere gli effetti di questa operazione nell’eurozona. Nel frattempo, il buco di bilancio di Atene cresce sempre di più e per il primo semestre dell’anno supera i 4,5 miliardi di euro.

Nella mattinata il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha parlato in modo esplicito di fallimento. «Il default selettivo è una possibilità», ha detto poco prima del vertice straordinario. Parole cui fanno eco quelle dell’olandese de Jager, che ha ribadito come la Bce sia pronta ad accettare tale soluzione. Questo, per le banche coinvolte nel rollover, significherebbe solo una cosa: perdite. Secondo gli ultimi dati della Banca dei regolamenti internazionali, l’esposizione complessiva delle banche europee è di circa 162,428 miliardi di euro, sulla Francia 64,777, sulla Germania 39,923 e sull’Italia 5,778 miliardi. In Europa le banche più esposte sono sei: le francesi Bnp Paribas (5 miliardi di euro) e Société Générale (2,7 miliardi), le tedesche Commerzbank (3 miliardi) e Deutsche Bank (1,6 miliardi), la belga Dexia (3,5 miliardi) e, infine, l’olandese Ing (2,4 miliardi). Ma più va avanti il tempo, più emerge quanto è profondo l’abisso di Atene. La banca statunitense Morgan Stanley ha reso noto oggi che ha in portafoglio 5 miliardi di dollari di obbligazioni di Grecia, Irlanda e Portogallo. Non è stato specificato, tuttavia, il dato disaggregato.

In aprile la banca svizzera Ubs aveva pronosticato un fallimento greco nel 2012. Questo, stando a quanto si apprende, avverrà prima del previsto. L’ipotesi che sta prendendo piede è quindi quella del rollover, il cambio dei bond in scadenza con altri a tassi e durata differenti. Ma se il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble un mese fa aveva parlato di «prolungamento di sette anni per tutti i bond emessi dalla Grecia», ora si parla di nuove emissioni trentennali, con default selettivo di quelli in scadenza da qui al 2020, che avverrà sotto forma di rimodulazione del 90% degli stessi. In altre parole, le obbligazioni elleniche detenute in portafoglio dalle banche, una volta arrivate a maturazione, non saranno rimborsate completamente. «Stimiamo che in media gli investitori possano recuperare fra il 30 e il 50% della somma investita inizialmente», ha spiegato Standard & Poor’s nella nota con cui annunciava l’ultimo downgrade di Atene, da B a CCC, lo scorso 13 giugno. E questo è in linea con quanto si sta prefigurando, ovvero un haircut del valore nominale delle obbligazioni in maturazione compreso fra il 50 e il 70 per cento. Parallelamente, gli istituti di credito sottoscriveranno nuovi bond per lo stesso ammontare iniziale. Il tutto a condizioni più favorevoli per la Grecia, che in questo modo avrà il tempo di completare il processo di consolidamento fiscale. Ma cosa succederà alle banche europee?

Gli stress test condotti dall’European banking authority (Eba) hanno evidenziato che i problemi, in caso di scenario avverso per l’eurozona, sono limitati. In altre parole, le banche hanno un elevato grado di resistenza agli shock. Ma questo solo in linea teorica, perché un default selettivo, come ha rimarcato un report di Bank of New York Mellon dello scorso mese, «può avere un impatto sconosciuto sui portafogli degli istituti di credito». E questo potrebbe essere elevato dato che nell’esercitazione dell’Eba sono stati considerati gli effetti di uno stress solo sul trading book (portafoglio di negoziazione) e non sul banking book, cioè quello in cui sono inseriti i bond a maturazione. Secondo la banca americana J.P. Morgan, a patire in modo rilevante sarebbe la Bce. L’esposizione di Francoforte, che da oltre un anno continua a irrorare Atene di liquidità, è pari a 194 miliardi di euro. In caso di rollover, con conseguente haircut e default selettivo, per l’Eurotower «potrebbero esserci perdite fino a 35 miliardi», nel caso il taglio al valore dei bond sia di media entità, cioè del 50 per cento. Diverse le prospettive per le banche elleniche. Secondo le stime di J.P. Morgan in caso di default selettivo potrebbero essere pari a 25 miliardi di euro le perdite.

A peggiorare la situazione ci ha pensato la stessa Grecia. Il primo semestre dell’anno ha registrato un rosso di bilancio pari a 4,5 miliardi di euro per l’Amministrazione centrale ellenica. Secondo il Tesoro di Atene sono stati completamente mancati gli obiettivi prefissati. Le entrate dovevano essere pari a 25.081 miliardi di euro e sono state invece di 21.814 miliardi. Sul fronte delle uscite, la spesa pubblica stimata doveva essere di 31.880 miliardi di euro, non dei 33.155 miliardi registrati. Nel complesso, il buco è stato di 4,53 miliardi di euro. Il deficit tocca quindi quota 12,74 miliardi di euro, cioè 2,37 miliardi in più delle stime del ministero delle Finanze e 2,75 in più rispetto al 2010. L’abisso di Atene è sempre più profondo. 

X