I dolori di Mediaset, nel semestre previsti utili e margini in calo

I dolori di Mediaset, nel semestre previsti utili e margini in calo

Raccolta pubblicitaria, reti di trasmissione e futuro di Endemol. In estrema sintesi, sono queste le incognite dove si concentrerà l’attenzione degli investitori, quando domani Mediaset presenterà i conti relativi al primo semestre, a mercati chiusi. Oggi, invece, si alzerà il velo sui risultati di Telecinco e Quatro, i due canali del Biscione nell’etere spagnolo.

Gli analisti sono concordi nel ritenere che ci sarà un netto calo di utili e margini rispetto al 2010. Secondo un sondaggio Reuters condotto con 10 broker italiani ed esteri, l’utile netto consolidato scenderà di circa il 30% a 168 milioni (media) a fronte di un calo di pari entità dell’Ebit a 337 milioni di euro, e di ricavi totali in lieve contrazione (-1%) a 2,2 miliardi di euro (2,254 la mediana). «Ci aspettiamo un altro trimestre debole, con limitate speranze di ripresa», commenta Banca Akros in una nota diffusa dall’agenzia Reuters. «I costi stanno crescendo e i ricavi scendendo, questo significa che l’utile diminuirà a fine anno se non si riprende la pubblicità», affermava il 30 giugno scorso Marco Giordani, direttore finanziario di Cologno Monzese. Il calo semestrale, per Giordani, dovrebbe aggirarsi intorno al 2-2,5% (-3/3,5% i soli canali sulla tv analogica e digitale terrestre free), mentre in Spagna il mercato è «molto peggio» di quello italiano, e la contrazione della raccolta è stimata intorno al -4/5% rispetto al 31 dicembre 2010. L’anno scorso, la raccolta pubblicitaria lorda delle reti Mediaset è ammontata a 2,76 miliardi di euro, registrando un incremento pari al 4,8% rispetto al 2009. Tradotto in cifre, un calo del 2,5% significa 69 milioni di euro in meno.

Sempre a fine giugno, era arrivata l’ammissione – da parte del vicepresidente Mediaset, Pier Silvio Berlusconi – dei problemi di due diligence (valutazione gestionale, patrimoniale e finanziaria) sull’acquisizione delle torri di trasmissione di Dmt. La quale, forte di un’ottima performance in Piazza Affari (+35% a/a) tramite i suoi soci di minoranza, tra cui il fondo Permian, avrebbe deciso di muovere battaglia contro quello che giudica un accordo poco premiante, considerando che la proprietà dell’infrastruttura di trasmissione del segnale digitale terrestre sarà sempre più remunerativa con l’arrivo del gigante Sky, previsto l’anno prossimo.

La terza questione concerne Endemol, la casa di produzione di reality show – dal Grande Fratello ad Affari Tuoi – acquisita nel 2007 per 2,7 miliardi di euro da un consorzio composto da Mediaset, la controllata Telecinco, dal Cyrte Fund di John de Mol, e Gs Capital Partners VI Fund, fondo di Goldman Sachs (che ha ammesso di aver perso il 60% del suo investimento iniziale). Una mossa sfortunata, ricorrere alla leva a ridosso della peggiore crisi finanziaria dal ’29. «Il problema è il debito», aveva specificato Pier Silvio Berlusconi un mese fa, riferendosi ai 2,8 miliardi di euro, più del doppio della sua valutazione, pari a 1,2 miliardi di euro, in deciso calo rispetto ai 3,1 miliardi di tre anni fa. Una difficile ristrutturazione, soprattutto alla luce della crisi dei debiti sovrani europei. 

Infine, pesa sulla holding Fininvest, ma non sui conti Mediaset nello specifico, il risarcimento da 560 milioni di euro pagato oggi alla Cir del rivale Carlo De Benedetti Un impatto pari al 20% circa del patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2010, a quota 2,525 miliardi di euro. Ovvero, oltre il 25% del margine operativo lordo (utile al lordo di tasse e ammortamenti) 2010, cresciuto dell’8,4% sul 2009, a quota 2,1 miliardi di euro, a fronte di un debito pari a 1,35 miliardi di euro, rispetto agli 1,17 milioni del 2009. 

Spulciando i conti approvati il 29 giugno 2010, salta all’occhio la nota finale, che recita: «In riferimento alla vicenda Lodo Mondadori, Fininvest Spa conferma la propria convinzione che non sussista un danno risarcibile di cui debba rispondere e quindi, sotto il profilo delle appostazioni di bilancio, ritiene che non ci siano i presupposti per dar luogo ad alcun accantonamento». Tradotto: l’anno scorso non sono state prese misure per bilanciare un eventuale esito negativo della vicenda. Forse perché, come sostiene Giovanni Pons su Repubblica: «A fine 2009 nel portafoglio di Mediaset c’erano contanti per 701 milioni di euro. Quanto resta dei 2 miliardi incassati nel 2005 con il collocamento a Piazza Affari del 16,6% di Mediaset, a valle degli investimenti degli ultimi anni». 

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