Post SilvioLa Bergamini, il burlesque. I nostri errori, le vostre critiche

La Bergamini, il burlesque. I nostri errori, le vostre critiche

Cari lettori, vi siete arrabbiati. E di brutto. Ci avete fatto sentire, sulla nostra pelle e in modo netto, cosa vuol dire fare un giornale online. Quello che sapevamo in teoria e annusavamo in pratica ce l’avete spiegato a chiare lettere: quando si fa una cosa che non piace, non si capisce, non si sa spiegare per bene, le vostre parole arrivano dritte, chiare, non interpretabili. Ieri, con evidente intento provocatorio, abbiamo pubblicato un articolo di Deborah Bergamini sulla sua passione del burlesque.

Ci sembrava chiaro, implicito, che far scrivere la deputata del Pdl ed ex dirigente della Rai di Burlesque e di messa a rischio della dignità delle donne esponesse lei, e non noi, a un’ondata di critiche. Tanto più nei giorni in cui si leggevano le sue intercettazioni – risalenti ad alcuni anni fa – in cui l’allora dirigente Rai Deborah Bergamini mostrava profondo disinteresse se non concreta ostilità per l’azienda di stato per cui prestava servizio e percepiva lo stipendio. Evidentemente – i vostri commenti lo testimoniano in modo inequivocabile – quello che a noi sembrava chiaro senza bisogno di ulteriori esplicitazioni, chiaro non era affatto. Ce l’avete spiegato senza mandarcela a dire, e avete messo alla prova – come è vostro diritto – la nostra umiltà, professionalità e rapporto col mezzo.

Anche il riferimento all’ipotesi di dare un blog alla deputata Bergamini ha scaldato ulteriormente gli animi. Un’idea, quella di dare un blog a politici diversissimi tra loro, che coltiviamo da tempo. Anche su questo: non ve l’abbiamo affatto spiegata; non vi abbiamo dato un contesto; vi abbiamo servito l’idea di un blog alla Bergamini in una giornata in cui, oggettivamente, era digeribile come una peperonata fredda mangiata di prima mattina, all’ora del cappuccino.

Ci colpisce un po’ – in alcune vostre reazioni – la durezza dei toni, il paragone con Provenzano, la tendenza a leggere un articolo sul burlesque come un articolo di programma politico o – peggio – come un pulpito da cui indottrinare le masse. Ma – appunto – non vi abbiamo spiegato lo spirito e non abbiamo a fondo capito il mezzo: mentre del paese in cui viviamo, della classe dirigente e dei decenni che faticosamente ci lasciamo alle spalle abbiamo detto più volte – crediamo, in modo chiaro – quello che pensiamo.

Insomma, forse questo è un mea culpa; forse semplicemente un’ammissione di errori e piccole o grandi inesperienze; magari anche un invito a un po’ di lievità e ironia – che qualche commentatore ha in effetti colto – in un paese che spesso, da molti punti di vista, vive sospeso tra la tragedia e la farsa. Di certo, dopo ieri, abbiamo sentito attorno una comunità di gente vera: di persone che si arrabbiano, si indignano e alzano la voce con noi perchè da noi si aspettano tanto. Proprio oggi leggiamo che il Cardinal Scola, prossimo Arcivescovo di Milano, indica il rischio di “spersonalizzazione” proprio della rete. Ieri, da persone, ci avete fatto sentire persone, e in qualche modo importanti. A meno di sei mesi dalla nostra nascita, in fondo, è un traguardo che non era scontato raggiungere e che ci stimola a fare sempre meglio. Con le nostre idee e le vostre critiche.

L’articolo di Deborah Bergamini sul burlesque coi commenti

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