La calda estate dei magistrati che litigano via e-mail

La calda estate dei magistrati che litigano via e-mail

«Caro collega, non capisco né il richiamo alle questioni di “bottega” né il riferimento all’ipocrisia che non ti piace. L’Anm in rappresentanza di TUTTI i colleghi ha organizzato un ricorso collettivo sulla manovra economica. Un gruppo (Magistratura Indipendente) ha scelto di organizzare ricorsi distinti da quelli della Anm. Una scelta legittima che però io non ho condiviso, perché, appunto come dici tu, fa diventare battaglia di UNA PARTE quella che è una battaglia di TUTTI. Mi sembrava giusto dunque rimarcare che il ricorso accolto era quello della Anm e non quello di una parte della Anm. Quanto alla questione economica ti assicuro che il nostro impegno in queste ore per cercare di capire cosa prevede la manovra e per cercare di evitare ulteriori interventi sui nostri stipendi è massimo. Come ho detto altre volte suggerimenti, stimoli e critiche sono non solo graditi, ma anche richiesti. Ma la demagogia propagandistica di chi si presenta come “anti-tutto” quella la sopporto meno dell’ipocrisia. Saluti, Giuseppe Cascini».

C’è un fuoco che cova sotto la cenere dello scontro tra politica e magistratura, come dimostrano queste poche righe scritte dal segretario nazionale dell’Anm, Giuseppe Cascini (Magistratura democratica), impegnato a testimoniare – di fronte all’incalzante azione dei colleghi di Magistratura indipendente – l’impegno della giunta dell’associazione magistrati a tutela delle condizioni economiche dei togati, penalizzati dalla manovra economica.

Il fuoco consuma i rapporti interni all’associazione magistrati in vista delle elezioni interne per il rinnovo del comitato direttivo e, con esso, della dirigenza del sindacato unico delle toghe. Luca Palamara, il giovane magistrato indicato a capo dell’Anm per rappresentare la novità del gruppo associativo della corrente moderata di Unità per la Costituzione, ha deciso di non ripresentarsi come leader dell’associazione. Conta di potersi candidare tra tre anni alle elezioni per il Consiglio superiore della magistratura. Intanto il voto per il Csm dell’estate scorsa ha visto bocciata la linea di Magistratura democratica e l’aumento di consensi per la corrente moderata di Magistratura indipendente, oggi guidata dal combattivo Cosimo Ferri, con l’ingresso a palazzo dei Marescialli anche dell’outsider veneto Paolo Corder, togato “centrista” di recente uscito da Unità per la Costituzione.

La forte esposizione di Cascini – interna ed esterna all’Anm – prelude dunque alla possibilità che sia lui a guidare l’associazione per i prossimi quattro anni. Questa volta, però, a governare l’associazione non sarebbe l’asse Unicost-Md, che costituisce un maggioranza di fatto anche al consiglio superiore della magistratura, ma un nuovo asse tra Magistratura democratica e Magistratura indipendente. Il precedente storico, per la verità, esiste eccome: proprio in anni non molto dissimili da questi, gli anni delle inchieste di Tangentopoli, fu il moderatissimo Mario Cicala (Mi) a presiedere l’Anm in una giunta con Md e Unità per la Costituzione all’opposizione.

La confusione, tuttavia, regna sovrana e rende assai difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni, figuriamoci nei prossimi mesi. Ciò che è certo è che all’Associazione magistrati non sanno più cosa inventarsi per disorientare una base sempre più lontana e sfiduciata dai propri rappresentanti. Ultima ma non meno importante è stata l’incredibile soluzione approvata dalla commissione del Csm con il 50% di candidate donne e di alternanza di elezione fra sessi che – se come molto probabile verrà approvata dal comitato direttivo – finirà con lo stravolgere le preferenze espresse dai magistrati in occasione del voto di ottobre.

Di certo giudici e pm hanno i nervi a fior di pelle per i tagli alle loro retribuzioni (si parla di un 30% in meno per i togati di prima nomina, ndr). E ad essere messi in discussione non sono soltanto Cascini e Palamara – incalzati dalla corrente da sempre più attenta alle condizioni di lavoro dei colleghi, Magistratura indipendente – ma anche il governo, “colpevole” di aver disposto la riduzione dei salari. Così nelle mailing list volano parole grosse contro l’esecutivo: «… e dopo nuovi tagli agli stipendi si vota l’emendamento Pini, che introdurrà la responsabilità civile dei magistrati per la nebulosa manifesta violazione del diritto. La guerra di sterminio continua, come prima più di prima». Avete letto bene, guerra di sterminio.