NAPOLI – Dare i numeri sui rifiuti porta male: dopo i famosi «cinque giorni per Napoli pulita» ora il sindaco Luigi de Magistris “rischia” anche su un’altra promessa, ovvero sul 70 per cento di percentuale di raccolta differenziata in sei mesi. Già, perché negli ultimi mesi – pur se non per colpa del Comune – la differenziata a Napoli è praticamente crollata. Ora è a meno del 16 per cento.
La fonte che rivela questo dato è autorevole e incontrovertibile: Raphael Rossi, il giovane manager torinese che da meno d’un mese si è calato nella bolgia partenopea per cercare di mettere ordine nel caos spazzatura. Rossi, presidente dell’Asìa, l’azienda partecipata che si occupa di rifiuti, parla durante una semideserta commissione Ambiente, snobbata anche dall’assessore ai rifiuti, il vicesindaco Tommaso Sodano. Snocciola dati e guai: «La raccolta differenziata è in calo da due anni a Napoli – spiega -. La colpa è dell’emergenza. Nei cumuli di spazzatura è difficile trovare le condizioni per separare il materiale da riciclare. Ci sono anche problemi economici, si pensi ad esempio che per molti mezzi non possiamo fare manutenzione visto che non paghiamo le ditte. Col risultato che il 50 per cento dei mezzi non esce». Infine, la questione delle campane e dei bidoncini distrutti a centinaia durante i roghi di spazzatura nel pieno delle rivolte per l’emergenza.
Quello della raccolta differenziata, tema cruciale durante la campagna elettorale di maggio è ora in secondo piano. Non potrebbe essere altrimenti con centinaia di tonnellate di sacchetti in strada. C’è una guerra fredda tra gli uffici del Comune e della sua azienda rifiuti, l’Asìa e l’ufficio «flussi» della Regione Campania. Una guerra di cifre: oggi Asìa lamentava giacenze per circa 2mila tonnellate, mentre per l’Ufficio flussi erano 1.600. In questo quadro e senza un decreto rifiuti per portare la spazzatura fuori regione, ieri il governatore Stefano Caldoro e il capo dell’opposizione in Consiglio comunale, Gianni Lettieri, hanno incontrato il premier Silvio Berlusconi. Il tema è il seguente: il Cavaliere vedrà martedì prossimo il sindaco de Magistris. Ma Palazzo Chigi cosa porterà al sindaco per evitare che, al termine dell’incontro, il primo cittadino dica che il premier non ha fatto nulla per Napoli, troppo preoccupato dei veti della Lega Nord?
Il presidente del Consiglio, da quando c’è de Magistris, si è guardato bene dal tornare a Napoli: vorrebbe farlo – riferiscono fonti in casa Pdl Campania – ma soltanto quando la situazione sarà oggettivamente migliorata. Di certo c’è che la prossima settimana all’ombra del Vesuvio arriverà un altro sindaco protagonista della “rivoluzione arancione”: Giuliano Pisapia, che sarà qui il 29 luglio per una iniziativa con Roberto Vecchioni e Lucia Annunziata. E in quel caso molto probabilmente ci sarà un nuovo appello mediatico al governo per salvare Napoli. A dispetto della Lega.