FRANCOFORTE – Tutto come previsto. La Bce ha alzato i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portandoli all’1,5%, elevando anche i tassi dell’Emergency lending facility – il programma di acquisto di bond sul mercato secondario introdotto esattamente un anno fa – di 0,25 punti percentuali, portandoli al 2,25%, e i depositi overnight allo 0,25 per cento. Si tratta della seconda volta che l’istituto centrale di Francoforte opta per un incremento dei tassi d’interesse di un altro quarto di punto percentuale. Tuttavia, è sempre il contagio della situazione greca a tenere banco. In particolare, dopo il downgrade del debito portoghese da parte di Moody’s, i premi sui rischi sono aumentati in tutti i Paesi periferici. Trichet ha preferito non rispondere a chi parla di effetto domino per i Paesi periferici della zona euro, contribuendo ad aumentare il clima d’incertezza. Di riflesso è aumentato il livello dei Credit default swap (derivati che fungono da assicurazione contro il default di un’emittente) portoghesi, che in mattinata avevano superato quota 1.000 punti base per la prima volta. Di tutta risposta, l’inquilino dell’Eurotower ha dichiarato che la Bce accetterà come collaterale qualsiasi asset lusitano, senza eccezioni di rating. Una misura già adottata per Atene nell’arco dell’ultimo anno.
Le decisioni di oggi, dunque, non hanno stupito gli analisti. I tassi sono stati alzati per la seconda volta del 2011 e si sta continuando a combattere l’inflazione, che cresce a un ritmo superiore a quello previsto dalla Bce. Nel mentre, durante la conferenza stampa, Trichet ha sottolineato che nel primo trimestre dell’anno il Pil dell’Eurozona è cresciuto dello 0,8% rispetto agli ultimi tre mesi del 2010, quando la crescita segnata dai 17 Paesi che adottano l’euro è stata dello 0,3 per cento. Il numero uno della Bce, usando le consuete perifrasi, ha sottolineato come «il momento positivo che stanno vivendo le attività economiche europee è messo a rischio da un contesto di elevata incertezza […] in alcuni segmenti dei mercati finanziari». Ulteriori rischi inflattivi (a giugno ha toccato il 2,7% secondo le stime flash Eurostat) ha proseguito Trichet – che ha chiesto azioni incisive in termini di politiche fiscali – sono legati all’aumento dei prezzi delle commodities, alle pressioni protezionistiche e soprattutto «a una disordinata correzione degli squilibri globali». Scontato il riferimento alla Grecia.
Sull’innalzamento dei tassi, il presidente Bce ha affermato che «il mercato non ha già incorporato nessun cambiamento prima delle nostre decisioni che riguardano la politica monetaria», mentre sull’altra informazione che attendono i mercati con ansia, ovvero la pubblicazione degli stress test condotti dall’European banking authority (Eba) sulle banche europee, il presidente Bce ha spiegato che «verranno pubblicati nella seconda metà della prossima settimana, li stiamo aspettando e abbiamo estrema confidenza nell’authority (presieduta dall’italiano Andrea Enria)».
Per quanto riguarda l’Italia, sono stati toccati nuovi record nello spread fra Btp e Bund. I titoli di Stato italiani hanno registrato un rendimento del 5,19%, ovvero 228 punti base di differenza con quelli tedeschi, benchmark di solidità finanziaria europea. La pressione dei mercati si è sentita anche nel mercato dei Cds. Con Madrid, è stata quella di Roma la peggiore performance. Sono stati sfiorati i 230 punti base, con un incremento di 20 punti rispetto alla chiusura di ieri. Proprio in merito alla questione italiana, Trichet ha spiegato che il piano di austerity adottato dal Governo italiano va nella «giusta direzione e serve per dare un segnale a tutti i Paesi che soffrono bassa crescita e hanno conti pubblici poco ordinati». Del resto, Trichet ha sottolineato che «sono i Governi ad avere la responsabilità delle misure da adottare, noi ci occupiamo di politica monetaria globale».
Tuttavia, a Francoforte si continua a parlare di come gestire l’affaire greco. La quinta tranche di aiuti del pacchetto congiunto Bce, Ue e Fondo monetario internazionale sarà erogata con ogni probabilità entro la fine della prossima settimana, ma poi l’emergenza non sarà ancora conclusa. Sebbene si vada verso un rollover del debito ellenico, per Trichet «non ci sarà un default selettivo, non ci sarà un evento creditizio, non ci sarà una bancarotta». Il territorio su cui si muove Francoforte, in ogni caso, è paragonabile a un campo minato. Dopo la Grecia, ora è il Portogallo, l’ultimo a ottenere un salvataggio dell’Ue, a essere sotto pressione. All’interno dell’Eurotower, l’impressione è che i prossimi sulla lista saranno Irlanda e Italia. L’obiettivo della Bce è quindi quello di limitare la diffusione endemica del virus del debito.
Proprio sul fronte dell’intervento dei privati nella ristrutturazione del debito greco, c’è stato un implicito riferimento di Trichet. «Sarà necessario che alcuni istituti bancari provvedano a ricapitalizzarsi, in quanto i loro requisiti di capitali sono troppo bassi», ha detto il numero uno dell’Eurotower. Fra i dirigenti della Bce c’è molta incertezza su questo punto. Tanti pensano che, nonostante l’esborso finanziario dei privati non sarà elevato, ci saranno ripercussioni negative per l’Eurozona. Questo perché non conoscono gli effetti della misura che si vuole adottare. Il paragone con il crac di Lehman Brothers è quello più frequente e cresce il timore che il contagio possa non essere controllato. La soluzione francese, cioè quella del rollover, è fortemente voluta anche da Berlino, che ha già calcolato che l’esborso delle banche tedesche potrebbe essere pari a 3,2 miliardi di euro. Troppo, considerato il rischio di navigare in territori sconosciuti. E proprio per questo, quasi sottovoce, Trichet ha rimarcato uno dei leit motiv del suo mandato: «Faremo tutto quello che sarà necessario per sostenere l’Eurozona».