Sull’Italia spirano venti di contagio. Da stamattina sono sotto pressione i titoli di Stato e gli istituti di credito. L’apertura delle Borse è stata pesante per i listini europei, specialmente per Piazza Affari, trainata al ribasso dal segmento bancario, sull’onda delle mosse delle agenzie di rating. Moody’s, dopo aver declassato ieri sera a piazze chiuse il debito portoghese a livello spazzatura – mentre oggi le banche d’affari si riuniscono a Parigi per discutere su come partecipare al rollover greco – poche ore fa ha diramato un comunicato con i risultati dei propri stress test sulle banche Ue, e i risultati non sono lusinghieri. «Delle 91 banche soggette agli stress test Eba 2011, Moody’s ritiene che 26 istituti quotati hanno incrementato il rischio di aver bisogno di un ulteriore supporto esterno», recita la nota, ma il punto vero, sebbene finora le indiscrezioni trapelate da Bruxelles stimassero in 15 le banche bocciate nelle pagelle comunitarie, è un altro. L’agenzia di rating, infatti, afferma che «gli stress test avranno implicazioni molto limitate, a fronte di una varietà di effetti positivi per le banche». Tradotto: non ci crediamo per niente.
Ieri era stata l’americana Standard &Poor’s a spegnere gli entusiasmi franco-tedeschi sul rollover del debito greco, 64 miliardi di euro in scadenza nel prossimo triennio, sostenendo che un coinvolgimento dei privati sarebbe interpretato dai suoi analisti come un “default selettivo”. L’agenda di questi giorni è dunque scadenzata dai giudizi delle società di rating sui debiti sovrani, e non per niente sui listini europei è proprio il comparto bancario a subire le perdite maggiori. Stamani il Ftse Mib ha aperto le contrattazioni in negativo di quasi due punti percentuali, mentre intorno alle 12.30 Ubi cede il 4,18%, UniCredit il 4,46%, titolo, quest’ultimo, piuttosto volatile oggi a causa di un incremento del valore nozionale dei Cds (i contratti derivati che fungono da assicurazione contro il default di un’emittente), e Mps, -4,82 per cento. Male anche Intesa Sanpaolo, -3,49%, e Banca Popolare di Milano, -3,20 per cento. L’indice Stoxx Europe 600 alle 12.30 cede lo 0,2% limando le perdite rispetto alla prima mattina, mentre il paniere del comparto bancario Bloomberg Europe 500 banks perde l’1,7 per cento. In rosso anche le altre piazze continentali, anche se in risalita rispetto al brutto risveglio odierno: a Londra il Ftse 100 cede lo 0,4%, a Francoforte il Dax è da poco tornato in parità mentre il Cac 40 a Parigi è a -0,2 per cento.
Il tema del giorno nelle sale trading rimane tuttavia solo uno: l’epidemia della crisi europea dei debiti sovrani. Nel mirino, stamattina, è entrata l’Italia. La pressione dei mercati è più evidente sul mercato obbligazionario. Nell’arco di poche ore il rendimento dei titoli di Stato decennali italiani è schizzato fino al 5,08 per cento. È stato quindi toccato un nuovo record storico per i Btp. Il differenziale fra le obbligazioni italiane e i Bund tedeschi, il benchmark europeo di stabilità finanziaria, si è ampliato fino a toccare quota 220 punti base, correggendo il massimo di sempre.
Il contagio italiano è avvenuto anche nel mercato dei Credit default swap. I Cds sull’Italia, ovvero i derivati che immunizzano dall’insolvenza di un titolo, hanno avuto un incremento, nei primi scambi mattutini, di 24 punti base, fino a quota 220 sulla piattaforma Markit. Ciò significa che occorrono 220mila dollari per assicurarsi contro l’insolvenza italiana su un titolo di Stato quinquennale del valore di 10 milioni di dollari. In molti parlano già di contagio, specialmente nelle sale operative dei broker londinesi, e non è escluso che si possa innescare un circolo vizioso di profezie autoavveranti. Quello che è certo, nel frattempo, è che per l’Italia non si era mai verificata un’analoga tendenza rialzista sui Cds.
Il giudizio degli analisti continua a non essere positivo. A preoccupare, oltre all’esposizione delle banche italiane alla crisi ellenica e alle rinnovate esigenze di finanziamento, è la manovra economica. Michael Hewson, analista di Cmc Markets a Londra, spiega a Linkiesta che «le preoccupazioni in merito alla vacillante crescita a fronte di possibili downgrade dei rating in Europa hanno attirato l’attenzione dei mercati sulla terza economia Ue». Secondo Hewson «la nuova correzione di bilancio potrebbe non essere sufficiente a placare i timori delle piazze finanziarie sia perché deve ancora essere approvato dal Parlamento sia perché il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è visto in una posizione sempre più precaria». All’aumentare delle incertezze sulla reale efficacia della manovra da 50 miliardi di euro, le aspettative sono quelle di uno scenario di ulteriore sofferenza per i nostri bond. «Prevedo altri allargamenti dello spread Btp/Bund», ha detto Hewson. Per ora, tutti attendono le mosse del Governo italiano. O si riescono a convincere i mercati sulla bontà delle misure di austerity o il rischio è che il contagio possa essere effettivo.