È un Tabacci più rilassato, disponibile al dialogo e che si lancia perfino in qualche battuta, quello che stamane, alla presenza completa della giunta e davanti al Sindaco Pisapia, ha illustrato la manovra di Bilancio del comune di Milano. L’assessore ha fatto una lunga premessa per spiegare le ragioni che hanno indotto il comune a recuperare i 186 milioni di euro di disavanzo nella spesa corrente, lasciati dalla precedente giunta, con soluzioni che rimandano a un unico indirizzo: l’aumento delle imposte per i cittadini. Qualche promessa espressa in campagna elettorale è così sfumata per ragioni di realpolitik. Tabacci spiega: «Non abbiamo voluto fare la macelleria sociale che ha fatto Tremonti nella finanziaria dei servizi, ma rischiavamo di non rispettare il patto di stabilità. Occorre tener presente che, in tal caso, avremmo una riduzione di oltre 90 milioni di euro, di trasferimenti dal governo centrale. Abbiamo l’obbligo di ridurre la spesa corrente consolidata per 353 milioni nel 2012. Il buco che abbiamo ereditato ci ha costretto, quindi, a una manovra di riorganizzazione che evitasse il taglio dei servizi indiscriminato. Siamo arrivati all’amministrazione della città solo da poche settimane e dobbiamo operare sui prossimi sei mesi. Abbiamo già tagliato le spese degli assessorati, evitando robusti colpi di cesoie ai servizi».
Considerando gli attuali 22 milioni di euro di tagli, più i 28 previsti dalla precedente giunta, si parla di una cifra complessiva che si aggira attorno ai 50 milioni di euro al bilancio di previsione. Il comune di Milano ha inoltre previsto, in vista del bilancio 2012, un intervento strutturale che rinnova le procedure di calcolo. Soluzione adottata di concerto con il comune di Torino e Genova. Azioni, queste, che si ricollegano alla riorganizzazione della camera comunale.
Per ripianare il disavanzo, dunque, l’attuale giunta – dice Tabacci – mette le mani in tasca ai cittadini, perché quella precedente le ha messe «addosso». Tradotto? «Siamo costretti a intervenire fiscalmente».
A partire dal 2012, il Comune introdurrà, quindi, l’addizionale IRPEF dello 0,2 per cento per i redditi sopra i 26mila euro l’anno. Si conta di recuperare, in questo modo, 41 milioni di euro da 121 mila residenti. Il costo totale? Tabacci minimizza: «57 euro in più all’anno a testa». Ma cerca di indorare la pillola, guardando l’altra faccia della medaglia: «Gli altri 400mila cittadini, che hanno un reddito inferiore, sono esentati. In realtà, non è una tassa così gravosa se si dà un occhiata alle altre grandi città italiane. A Roma è dello 0,9 per cento, a Palermo dello 0,4, a Varese dello 0,7, nella ricca Bergamo dello 0,6».
Questo, per cominciare. Si parla anche di “imposta di soggiorno”. «Verrà applicata a partire dal 2012 – annuncia l’Assessore – È prevista dalla finanziaria. I contribuenti non saranno solo i residenti, ma anche coloro che vengono da fuori Milano. Si applicherà agli alberghi da 4 e 5 stelle, «non faremo come Renzi che, a Firenze, l’ha applicata anche alle strutture di una sola stella. Su questo, però stiamo ancora ragionando con le commissioni di albergatori».
Altro rincaro, la Tarsu e l’Ici. Sulla prima era già previsto un adeguamento nel piano triennale scritto dalla vecchia giunta, per il venire meno dei contributi del Cip 6 (gli incentivi sulle rinnovabili e similari). Sull’Ici, dice Tabacci «Occorre un lavoro di riclassificazione dei valori immobiliari. Il catasto va aggiornato. Inoltre, è intervenuto un ulteriore problema di minori entrate per la riduzione degli oneri di urbanizzazione: sono previsti 170 milioni di euro in meno». In discussione vi sono anche gli asset del comune: le alienazioni. Il 18,6 per cento di Serravalle e il 33 per cento della Sea cui si è studiato il collocamento in borsa. «Rispetto alla Serravalle – spiega Tabacci – io ho segnalato un rischio, ma ciò non significa che non vogliamo vendere. Dico solo che l’appalto, così com’è concepito, non facilita la vendita. Io ho fatto il bando come mi hanno chiesto, ma è mio dovere segnalare che scoraggia gli ipotetici acquirenti. Abbiamo quindi pensato di attuare una modifica allo statuto che trasferisce all’assemblea dei soci alcune competenze del cda Serravalle».
Discorso diverso per Sea e il suo collocamento in borsa. Gli andamenti ondivaghi dei mercati, secondo l’Assessore, precluderebbero l’operazione. E occorerebbe un decreto del consiglio dei Ministri firmato dal premier, e presentato da Tremonti, per sciogliere degli intoppi che derivano da un precedente accordo con l’Enac. Tabacci si mostra scettico.
Infine il capitolo trasporti: l’Assessore Maran ha premesso che, all’appello, mancano 37 milioni di euro dal Governo e dalla Regione. Quindi? Quindi aumento della tariffa del biglietto. I milanesi pagheranno, da settembre di quest’anno, un euro e cinquanta, fermo restando il blocco dell’aumento agli abbonamenti. Un adeguamento motivato anche da ragioni burocratiche. Il Governo avrebbe sanzionato il comune per 30 milioni di euro, se non fosse stato attuato l’aggiornamento dei costi per il 20 per cento di rincaro sul prezzo del biglietto. Vi sono, inoltre, più chilometri percorsi, a ragione dei nuovi interventi sulle metropolitane: lavori che hanno comportato un rincaro delle spese che ammonta a 27 milioni di euro. Si conta, con la manovra, di recuperare 67 milioni di euro di utili per il 2012.
Ma gli over 70 con un reddito sotto i 16 mila euro annui (circa il 50 per cento della categoria), viaggeranno gratis, annuncia Maran. È previsto anche un miglioramento dei servizi: ripristino dell’orario lavorativo anche per luglio (perché la città è ancora piena) e il tanto desiderato allungamento dell’orario notturno (soluzione pensata, in particolare, per i più giovani), dal 30 settembre prossimo, il venerdì e sabato sera. La Linea rossa della metro, inoltre, è vecchia, ci vorrebbero 600mila euro di investimenti per la manutenzione, secondo l’avviso di Atm. Qualcuno domanda, provocatoriamente, perché – per recuperare liquidità – non si è proceduto a ridurre i maxistipendi dei dirigenti dell’azienda dei Trasporti (Elio Catania in testa) o addirittura rimuoverne qualcuno per recuperare liquidità, anziché gravare con i costi sui cittadini.
La giunta glissa, e il sindaco conclude, aprendo una possibilità: «Mi sono ben chiari i problemi di Atm, valuteremo come procedere, non mi pare corretto parlarne in questo momento e in questa sede». Atm, in realtà, non soffre di disavanzi da cattiva amministrazione, ma è sempre stata utilizzata come “bancomat” del comune che ha effettuato dei prelievi per tappare altri buchi. Pisapia ha anche parlato di un robusto programma di recupero dell’evasione fiscale.
Immediata la reazione dell’opposizione che imputa alla sinistra la responsabilità di aumentare le tasse. Con un comunicato, De Corato – componente della Commissione Consiliare Bilancio e vicepresidente del consiglio comunale – ha denunciato: «Sono tutte tasse che il centro-destra si era rifiutato negli ultimi 15 anni di toccare. Cercheremo di contrastate questa sventagliata di gabelle che si scaricheranno sulle spalle dei milanesi, sopratutto sul ceto medio, sul quale si abbatterà una stangata di non poco conto che bastonerà chi è già bastonato. Infatti questa addizionale si abbatte sia sulle imprese, che sono costrette a fatturare, che sui lavoratori dipendenti a reddito fisso. I soliti evasori, al contrario, non verrebbero toccati».