I dati dell’economia tedesca molto al di sotto delle aspettative, +0,1% contro un previsto +0,5%, affossano la partenza delle Borse europee, con Milano che perde l’1,23% e perdite oltre l’1% sia a Berlino che a Parigi. A Wall Street invece dopo tre settimane in cui l’indice S&P 500 ha ceduto complessivamente il 14%, l’acquisito di Motorola da 12,5 miliardi di dollari da parte di Google, con un premio del 63% sul valore delle azioni del produttore di telefonini, fa tirare un sospiro di sollievo a Wall Street.
Dow Jones, Nasdaq e, appunto, S&P chiudono tutti in rialzo di quasi 2 punti percentuali, trascinando stamani le piazze dell’estremo oriente, dove il comparto tecnologico ha un certo peso. A Tokyo il Nikkei guadagna lo 0,23% mentre il paniere Msci Asia l’1% spinto dal rally della piazza sudcoreana. Più contrastata la seduta a Shanghai, in rosso di mezzo punto percentuale a causa delle stime sul Pil di Pechino relativo al terzo trimestre, che crescerà soltanto, si fa per dire, del 9,2% rispetto al 9,5% del trimestre precedente, secondo quanto si legge sul China Securities Journal, per via dell’innalzamento dei tassi e dei requisiti di patrimonializzazione delle banche. Per il quotidiano, inoltre, il Dragone sarebbe pronto ad allargare la banda di oscillazione del suo tasso di cambio con il dollaro, per eliminare l’effetto carry trade da parte degli operatori finanziari e drenare la liquidità nel sistema economico cinese.
Rimanendo sul fronte valutario, nelle contrattazioni odierne l’euro sale ancora moderatamente sul biglietto verde rispetto a ieri, a quota 1,4436, appena sotto i massimi toccati da tre settimane a questa parte. Una spia dell’attesa dei mercati sul summit di Parigi tra Angela Merkel e Nicholas Sarkozy per discutere delle nuove misure da adottare per contenere la crisi del debito in Eurozona. Sebbene sia Berlino che l’Eliseo abbiano smentito categoricamente annunci bomba per oggi, le questioni sul tavolo hanno nome e cognome: Efsf ed eurobond.
Sulle emissioni obbligazionarie targate Bruxelles è intervenuto ieri ai microfoni della BBC il Nobel all’Economia Joseph Stiglitz, che ha affermato come sia difficile il rispetto dei limiti al debito e deficit in Europa senza la creazione di questi strumenti (e di una fiscalità unica). Nei confronti dei quali è arrivato un altro endorsement, di notevole peso politico, da parte dell’associazione delle imprese esportatrici tedesche. Per quanto concerne il veicolo comunitario salva Stati meglio noto come Efsf, sull’asse franco-tedesco si discuterà se e come ampliarne i poteri di intervento, anche in termini di dotazione finanziaria (attualmente pari a 440 miliardi di euro), e dipanare ogni dubbio sulla partecipazione dei privati nel fondo, tuttora poco chiara.
Ieri l’annuncio dell’acquisto di 22 miliardi di euro in bond italiani (si parla di 16 mld) e spagnoli da parte della Bce, la scorsa settimana, ha dato una spinta decisiva all’ottima performance delle piazze Ue, esclusa Milano chiusa per Ferragosto. Secondo l’agenzia Bloomberg, gli investimenti di Eurotower in titoli di Stato spagnoli, italiani, portoghesi, greci e irlandesi effettuati finora sono pari a 96 miliardi di euro.
Venerdì scorso, il salvagente gettato a Roma dall’istituto centrale di Francoforte ha consentito a Piazza Affari di segnare un mini rally a più 4 per cento. Intanto, in attesa che il testo della nuova manovra arrivi in Senato, si continua a litigare sui tagli, mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è detto ieri convinto che non sarà necessario porre la fiducia sul testo delineato da via XX Settembre.
Tuttavia, il dato sulla crescita del Pil tedesco potrebbe pesare come un macigno sui listini europei e sulle future mosse di Berlino. Si preannuncia dunque un’altra giornata di passione, in attesa della conferenza stampa congiunta al termine del vertice di Parigi, prevista per le 18, quindi a mercati chiusi.