Confalonieri parla a Luca come a Silvio: “Montezemolo, lascia stare la politica”

Drò (Trento) – La voglia di Fedele Confalonieri di togliersi qualche sassolino dalla scarpa la si può sintetizzare così: l’intervistatore gli chiede che musicista sarebbe Berlusconi e lui risponde che visto che ha scritto i testi per Apicella, più che altro sarebbe un grande librettista. A questo punto poteva citare nomi innocui in questo campo come Illica o Giacosa ma invece, senza essere sollecitato, lo paragona a Da Ponte perché «ha scritto “Così fan tutte”».Ecco, tutta l’ intervista che lo storico braccio destro dell’uomo di Arcore ha rilasciato ad Antonello Piroso in apertura di Vedrò, think tank bipartisan di Enrico Letta, è stata così: un citare in maniera spontanea Berlusconi, facendo capire in maniera obliqua il suo dissenso. Quando parla di capi che perdono la testa per il potere fra gli esempi ci infila la figura del primo ministro.Quando entra in sala sulle note del “Farfallone Amoroso” delle Nozze di Figaro chiarisce subito che lui con i farfalloni non c’entra nulla. Nessuno glielo chiede, è sempre Fidel che sembra si senta in dovere di far capire che lui è diverso. Di difese, spontanee o d’ufficio, manco l’ombra. In questo clima non stupisce che stronchi l’entrata in campo di un altro imprenditore. Forse perché ci vede troppe cose in comune, ma quando gli chiedono dei piani di Montezemolo per entrare in campo, è lapidario: «A Luca di Montezemolo darei un consiglio da amico, e glielo dico in milanese: sta a cà tua, resta a casa». Consiglio analogo a quello che, a suo tempo, aveva dato a Silvio Berlusconi.Per il resto Confalonieri spiega che a lui la patrimoniale non dispiacerebbe mentre, preoccupato senza dirlo apertamente per l’impatto che avrebbe sugli spot sulle reti Mediaset, si dice contrario ad un aumento dell’Iva. Fra una risposta e l’altra c’è il tempo per esibirsi al pianoforte, sua passione rafforzata da un diploma preso al Conservatorio quattro anni fa.