Debito pubblico, l’Europa non ha i soldi per l’Italia

Debito pubblico, l'Europa non ha i soldi per l'Italia

Cos’è l’Efsf?

Più o meno, i suoi poteri d’intervento sono stati definiti nella riunione salva-Grecia dello scorso 21 luglio. Il fondo europeo Efsf, acronimo che sta per European financial stability facility, che dal 2013 sarà sostituito dallo European stability mechanism (Esm), ha una dotazione di 440 miliardi di euro, e può acquistare titoli di Stato in scadenza dei Paesi periferici dell’Eurozona, come Grecia, Irlanda e Portogallo, in cambio di nuovi bond garantiti dalla stessa Ue, con rating AAA, il massimo dei voti. Di quei 440 miliardi stanziati, 255 sono già stati approvati dai rispettivi parlamenti nazionali dei 17 Paesi che adottano la moneta unica, mentre sui rimanenti 185 ci sarebbe soltanto un accordo tra i capi di Governo. In base all’accordo delineato dal Consiglio europeo il 21 luglio, l’Efsf funziona così: acquista dalle banche europee titoli di debito in scadenza di un Paese fallito – che hanno un valore di mercato inferiore del 40% rispetto al valore nominale di questi titoli iscritto sul bilancio degli istituti tedeschi e francesi – in cambio di titoli a lunga scadenza, concede prestiti fino a un massimo di 15 anni (ad un tasso che per la Grecia è pari al 3,5% l’anno) e, infine, potrà ricapitalizzare le banche domestiche dei Paesi dell’Eurozona attraverso prestiti anche per gli Stati che non hanno firmato un programma di salvataggio. Come si evince dall’infografica, tuttavia, entro il 2013, i bond che andranno a scadenza e dovranno essere ripagati saranno pari a 795 miliardi di euro, il grosso dei quali, 465 e 215 rispettivamente, sarà italiano e spagnolo. È evidente che, qualora il programma di acquisto da parte della Bce non bastasse, l’intera dotazione dell’Efsf, se non venisse ampliato, non sarebbe sufficiente a “salvare” l’Italia.

Per approfondire:

Il debito pubblico italiano, quando e chi lo ha formato

La classifica mondiale dei peggiori debiti pubblici

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