Poteva Obama fare peggio di Silvio? In molti avrebbero creduto più facilmente ai cammelli che passano per la cruna di un ago piuttosto che accettare questa conclusione. E invece. Invece il discorso deludente del presidente Usa fa improvvisamente sembrare il nostro tanto vituperato, scoppiato, disilluso, Berlusconi come uno statista.
Lo avevamo criticato per la sua decisione di intervenire mercoledì in Parlamento a mercati aperti salvo poi rimandare il tutto e aspettare quietamente che Piazza Affari chiudesse i battenti generando ulteriore confusione sui mercati. Avevamo poi criticato l’inanità di quel suo discorso rivolto agli elettori più che ai mercati, ai direttori di giornali più che ai gestori del denaro. Un discorso inutile, se non controproducente, che infatti ha ingenerato la reazione dell’Europa che ci ha poi commissariati. E Berlusconi ha dovuto annunciare una conferenza stampa d’emergenza venerdì sera, dopo un diluvio di telefonate dalle capitali europee.
Ma Obama è riuscito a fare di peggio. Ha creato una forte attesa per il suo discorso che, dopo il downgrade di S&P, avrebbe dovuto gettare acqua sul fuoco, proporre misure efficaci, dare fiducia a mercati e popolazione. Prima ha detto che avrebbe parlato alle 19 (ora italiana), poi ha rimandato alle 19.30 e intanto l’attesa cresceva anche sui mercati che erano aperti, in profondo rosso e fiduciosi che la Casa Bianca ci sa fare, non è come quell’improvvisato leader italiano che tutti vorrebbero togliersi di torno.
Solo che quando poi questo intellettuale liberal, il fatto che sia nero per gli americani è il minore dei problemi, si è presentato davanti alle telecamere ha proposto un contenitore vuoto, servito solo a dire con arroganza che gli Usa restano un Paese tripla A, qualsiasi cosa osino contraddire le agenzie di rating. E la Borsa ha perso ulteriormente terreno, con le vendite che hanno iniziato a piovere ancora più copiose di prima, con S&P e Nasdaq che sono arrivati a cedere il 6% e il Dow il 5%. E sia chiaro in Borsa, negli Usa, non si commercia solo il valore dei titoli di Corporate America ma anche quello delle pensioni degli americani che, attraverso i fondi pensione, sono investiti a Wall Street. Sembrava impossibile, ma Obama è riuscito a ridare una parvenza di statista a colui che più lontano di così da uno statista non poteva sembrare. Il problema allora è: chi commissarierà ora Washington?