«Un aumento dell’Iva è da considerarsi il male minore se esiste il pericolo di un default o di un’inflazione fuori controllo». Harald Hau è docente di Finanza internazionale all’Insead di Fountainebleau, tra le più prestigiose scuole di business al mondo. Il professore tedesco, memore dell’aumento dell’iva deciso dalla Germania nel 2007, spiega a Linkiesta che “la battaglia dell’Iva”, come è stata definita stamani dal Corriere della Sera, è un falso problema in quanto «è tutta l’Europa ad avere dei problemi strutturali di crescita, che renderanno sempre più difficile affrontare le scadenze del debito pubblico». Sugli eurobond, tema sul quale ieri Angela Merkel e Nicholas Sarkozy si sono espressi all’unisono per un’apertura, ma soltanto al termine del processo di integrazione fiscale dell’Eurozona, il professor Hau osserva: «non solo non rappresentano la soluzione, ma ritardano e allargano il problema del debito sovrano».
Oggi Berlusconi si è detto contrario a un’aumento dell’Iva di un punto percentuale, inizialmente previsto in manovra. Quando la Germania l’ha aumentata l’ultima volta, nel 2007, si sono visti effetti recessivi?
Tutta Europa sta in questo momento affrontando un problema di bassa crescita, che renderà oltremodo difficile il rifinanziamento del debito. Tuttavia, un aumento dell’Iva è da considerarsi il male minore se esiste il pericolo di un default o di un’inflazione fuori controllo.
Ieri il dato sul Pil tedesco relativo al secondo trimestre dell’anno, inferiore alle attese, ha colpito le borse continentali. Era “ampiamente previsto”, come hanno sottolineato più fonti da Berlino?
Nel corso della crisi del debito giapponese degli anni ’90, il Paese ha lasciato sul terreno 10 anni di crescita economica. Dato che, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti sono in crisi per la stessa ragione, cioè l’insostenibilità del debito, ci aspettano ancora molti anni difficili, soprattutto in termini di crescita.
Eurobond. Ieri nel corso del meeting parigino Nicolas Sarkozy e Angela Merkel hanno escluso l’adozione di questo strumento. Quali i rischi politici per la Germania?
Gli eurobond non saranno mai una soluzione, semplicemente spostano più in là nel tempo il problema del debito, addirittura ampliandolo. Al contrario, l’Europa deve adottare tutte le misure necessarie alla riduzione dello stesso. Ci sono soltanto tre modi per farlo: con un totale default, attraverso l’inflazione, oppure mettendo in campo una disciplina fiscale che includa maggiori tasse e meno spesa pubblica. Detto questo, i rischi politici insiti negli eurobond sono enormi e tali da distruggere potenzialmente l’Eurozona sul lungo periodo. Nessuno, in Germania, accetterà le rassicurazioni di Angela Merkel. Non è infatti possibile limitare la sovranità fiscale di un Paese così facilmente, se non dopo un lungo processo, che potrebbe durare un decennio e avrebbe un esito tutt’altro che scontato. Dunque, sul piano politico Angela Merkel non avrebbe nulla in cambio. I cittadini tedeschi lo sanno fin troppo bene, e una simile decisione potrebbe facilmente portare alla scomparsa del suo partito dalla coalizione al governo. Tuttavia, i governi tedeschi, nella storia, hanno fatto molti errori pagati poi alle urne, ma nonostante questo non sono troppo ottimista che alla fine sarà l’interesse comune a prevalere.
Come contribuente tedesco, si sente rassicurato dalla recente manovra varata dal governo italiano?
Sto per diventare un contribuente svizzero (andando a insegnare a Ginevra), se fossi un cittadino tedesco o francese mi sentirei tradito dai miei governanti. Per quanto riguarda le misure adottate dal vostro Governo, spero siano efficaci, per il bene e la stabilità dell’Eurozona.