“O si prendono decisioni oppure sarà recessione”

"O si prendono decisioni oppure sarà recessione”

«Se proprio non si può fare a meno di aumentare le entrate, una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe preferibile ad una patrimoniale». Trovare un gestore favorevole alla Tobin Tax che Bruxelles ha in programma di introdurre a breve per frenare la volatilità sui mercati è praticamente impossibile. Ma Massimo Fuggetta, presidente di Horatius Sim ed ex amministratore delegato di Sanpaolo Imi Asset Management, non la demonizza. E dice a Linkiesta: «Fino a qualche tempo fa in Inghilterra c’era la stamp duty sulle azioni, e non mi sembra che ci sia stata una fuga di capitali da Londra».

Lunedì prossimo il Senato dovrà approvare la manovra finanziaria. Da più parti si temono i suoi effetti recessivi su famiglie e consumi. Basterà per convincere nuovamente i money market funds a investire in Italia? Quanto pesa l’incertezza su una manovra approvata da una maggioranza al cui interno alcuni “malpancisti”ne stanno riscrivendo alcuni punti?

La cosiddetta manovra è un guazzabuglio di rattoppi improvvisati all’ultimo momento sotto la pressione dei mercati e dell’Unione Europea. Né ci si poteva aspettare altro da un governo che per anni non ha fatto nulla per affrontare la questione centrale: l’enorme debito pubblico. La soluzione di questo problema ha alla radice un solo nome: riduzione della spesa pubblica. Su questo il governo non ha fatto niente e continua a non fare niente di sostanziale.

Patrimoniale e riforma delle pensioni attraverso l’innalzamento dell’età pensionabile. Due misure che garantirebbero un gettito immediato per lo Stato italiano. Perché non inserirle in manovra?

L’allungamento del’età lavorativa è da tempo una necessità ovvia e ineluttabile. Non comporta un aumento delle entrate ma una riduzione di spesa. Anche su questo il governo ha perso tempo. La spesa per pensioni è enorme già adesso e dovrà sicuramente diminuire in futuro. Una tassa patrimoniale aumenterebbe invece le entrate fiscali correnti, ma la ritengo inefficiente e controproduttiva. Se in futuro bisognerà ridurre la spesa pubblica non si può tassare il risparmio accumulato, che servirà a fare fronte ai consumi futuri. Possono essere tassati i frutti del risparmio – i redditi da capitale – ma non il risparmio stesso, che è frutto di redditi già ampiamente tassati.

Ritiene che gli eurobond possano essere uno strumento utile a risolvere il problema del debito sovrano in Eurozona?

Se l’economia globale torna in recessione gli Eurobond saranno l’unica possibilità per salvare l’Unione Europea. Giustamente Merkel e Sarkozy li dicono prematuri. Ma in mancanza di crescita il consolidamento del debito europeo sarà l’unica via percorribile. Finora il temporeggiamento in attesa della ripresa economica è stata una strategia sensata. Ma non lo sarà più se andiamo in recessione. E non dico che ci andremo certamente, ma continuare a temporeggiare sta ormai contribuendo ad accrescere le probabilità di recessione.

La Tobin Tax sarà una misura utile a frenare la volatilità sui mercati? Quali squilibri si potrebbero creare? 

Se proprio non si può fare a meno di aumentare le entrate, credo che una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe di gran lunga preferibile ad una tassa patrimoniale. Avrebbe effetti meno distorsivi e, se ben implementata a livello globale, credo che contribuirebbe a ridurre la volatilità dei mercati – anche se questo resta da vedere in pratica. I contrari sostengono che contribuirebbe a ridurre liquidità del mercato: più ci sono transazioni, più aumenta la liquidità per chi vuole comprare e vendere titoli. A mio avviso, però, molti di questi trade ad alta frequenza in momenti critici aumentano la volatilità, e gli investitori che rimarrebbero volentieri con i propri risparmi sono costretti a reagire alla volatilità, per paura che prezzi possano scendere ulteriormente. Fino a poco tempo fa, in Inghilterra, esisteva una tassa simile, la “stamp duty” legata ai titoli azionari, poi abolita. Non mi sembra che abbia influito sull’attrattività di Londra. Idealmente, la Tobin Tax va proposta anche negli Usa, diciamo coordinata almeno a livello di G7. Non è che se un provvedimento del genere viene adottato tutti gli investitori comprano titoli indonesiani, se non altro perché bisogna diversificare geograficamente i propri portafogli. 

Il dato sul Pil tedesco relativo al secondo trimestre 2011 (+0,2%, consensus +0,5%) inferiore alle attese segna un punto di svolta nel ciclo economico tedesco? Ritiene possa avere un impatto sulle esportazioni italiane di semilavorati?

Credo e spero che siamo di fronte ad una pausa della crescita mondiale e non alle soglie di un nuovo periodo di recessione. Molti indicatori economici tedeschi – primo fra tutti l’indice Ifo (che misura la fiducia delle imprese tedesche nell’economia e viene pubblicato alla fine di ogni mese, ndr) – hanno invertito rotta, ma non potevano continuare a crescere all’infinito. Anche l’Ism americano (indice relativo al settore manifatturiero statunitense) mostra segni di rallentamento, ma se si guarda alla storia dell’indice non sono livelli da recessione – anzi sono stati livelli comuni negli anni 90. 

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