Adolf Hitler? «Un politico austriaco naturalizzato tedesco». Così lo definisce Wikipedia. Cliccando sull’enciclopedia più famosa del web si legge che il leader nazista fu «Cancelliere del Reich dal 1933 e Fuhrer della Germania dal 1934 al 1945. Fuhrer del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, noto con il nome abbreviato di Partito Nazista, e il principale ideologo del nazionalsocialismo». Uno statista piuttosto di successo, insomma. Per scoprire che Hitler fu anche un sanguinario dittatore si deve continuare a leggere. Parecchio. Almeno una decina di righe. Giusto il tempo di imparare che le camicie brune presero il potere in Germania non con la forza, ma «cavalcando lo scontento e l’orgoglio ferito del popolo tedesco».
Una questione di forma, si dirà. Eppure nella versione di Wikipedia in lingua inglese certi “aspetti” biografici sono immediatamente sottolineati. Laddove si spiega che il dittatore tedesco deve la propria fama «alle responsabilità nella nascita del fascismo in Europa, la Seconda Guerra mondiale e l’Olocausto».
Intendiamoci. La pagina italiana di Wikipedia non censura la Shoah. Dopo una quindicina di righe (dopo la pubblicazione del pezzo de Linkiesta, è passato al quarto rigo) si legge: «Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu fautore di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e sociali e in particolar modo gli ebrei». L’argomento è trattato, in dettaglio, all’ottavo paragrafo del testo. Si parla dell’Olocausto e dei campi di concentramento. Poi si conclude: «Non è stato ritrovato alcun documento nel quale sia stata pianificata la “Soluzione Finale”, ma ciò nonostante la stragrande maggioranza degli storici concorda nel ritenere che Hitler ne sia stato l’ideatore». La responsabilità dello sterminio è di Hitler, quindi. O almeno così sembra.
Chi vuole saperne di più sul personaggio può visitare la pagina che Wikipedia dedica al partito nazista. L’incipit sembra l’introduzione a un libro del negazionista inglese David Irving. «Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, meglio conosciuto come Partito Nazista, nato dal Partito dei Lavoratori Tedeschi, fu un partito politico che venne portato al potere in Germania, nel 1933, da Adolf Hitler». Il visionario dittatore? Ma no. Piuttosto il «caporale tedesco più volte decorato per il valore dimostrato in combattimento durante la prima guerra mondiale».
Passaggi spesso paradossali. Giustificati dalla natura stessa di Wikipedia. Un’enciclopedia online «che dà la possibilità a chiunque di collaborare, utilizzando un sistema di modifica e pubblicazione aperto». Di fatto, tutti i visitatori del sito possono creare o modificare una voce. E chi pubblica qualcosa, come avverte lo stesso sito, «potrebbe non essere esperto negli argomento di cui scrive».
Il giudizio di Wikipedia su Benito Mussolini è più tranchant. Il Duce viene subito presentato come «politico, giornalista e dittatore italiano». Stessa sorte per Iosif Vissarionovic Dzugasvili: «un dittatore e politico sovietico bolscevico conosciuto come Stalin». Grandemente rivalutata la figura di Kim Jong-il. Per alcuni è uno dei più crudeli tiranni in circolazione. Per l’enciclopedia web si tratta solo di un «politico nordcoreano». La sua pagina è ricca di informazioni. «Governa la Corea del Nord dal 1994 – si legge – È il successore del padre Kim il Sung, che ha governato dal 1948 alla morte nel 1994 e che conserva a tutt’oggi la carica di presidente perpetuo». E ancora: «Kim Jong-il è il presidente della Commissione di Difesa Nazionale e segretario del Partito del Lavoro di Corea. Comandante del quarto esercito più grande al mondo, in Corea del Nord viene salutato come il “Caro Leader” o il “Grande Leader” della patria». Wikipedia racconta persino che «il suo compleanno è una festività pubblica». Qualcuno sostiene che Kim Jong-il abbia anche instaurato una ferrea dittatura e stia affamando il proprio popolo. Ma insomma, non si può mica scrivere tutto.
E cosa dice Wikipedia di «Saloth Sar, meglio conosciuto come Pol Pot»? Unanimemente considerato uno dei più spietati capi di governo della storia? La versione italiana è impeccabile: «È stato un politico, rivoluzionario e dittatore cambogiano». Quella inglese un po’ meno. «Un rivoluzionario cambogiano che ha guidato i Khmer Rossi dal 1963 fino alla sua morte nel 1998. Dal 1976 al 1979 è stato il primo ministro della Kampuchea democratica». La versione italiana spiega senza troppi giri di parole che Pol Pot «fu diretto ispiratore e responsabile della tortura e del massacro di circa un milione e mezzo di persone (compresi bambini, donne e anziani)». Quella in lingua inglese ha un approccio un po’ più “democristiano”. Perché è vero che Pol Pot ha ucciso il 21 per cento della popolazione, ma per scoprirlo bisogna leggere almeno fino alla fine del secondo capoverso. Questione di priorità.